Costantina Frau, Laureata in lettere alla Sapienza di Roma, ha insegnato materie letterarie nelle scuole medie, oltre ad aver pubblicato romanzi storici e saggi dedicati alla cultura sarda. Attualmente risiede ad Abbasanta, dove attualmente e una delle più brillanti animatrici della locale Università delle tre età, ma oltre ad essere un’appassionata di Lingua, Storia e Tradizioni della Sardegna, ha svolto anche una notevole attività culturale, ha collaborato alla scrittura delle monografie su Sedilo e Abbasanta e, tra le altre opere, al Dizionario Storico Geografico della Sardegna edito da Carlo Delfino Editore. Molti suoi racconti sono stati premiati in concorsi letterari e inseriti nelle relative antologie.
Un background che è anche luogo geografico amato e idealizzato, dove è nata la protagonista di questa storia, che suo malgrado, è costretta a confrontarsi e a scontrarsi con l’universo esterno, tumultuoso e spersonalizzante per eccellenza, rappresentato da un anno e da un’epoca che hanno saputo cambiare il mondo.
Davanti a un tale sconvolgimento di tutti gli schemi e delle convenzioni conosciute, capire cosa riserverà il futuro, non sarà compito facile per nessuno, ma alla studentessa universitaria, emigrata a Roma, carica di dubbi, di sogni e di speranze, non basterà neppure immergersi nella lettura di Gramsci, di Marcuse, di Mao, di Aldo Capitini, il pacifista, per trovare conforto.
La giovane protagonista, invece, sarà quasi costretta a fermarsi, voltarsi proprio verso quel privato passato agro-pastorale di provenienza, anche a studiarlo con maggiore convinzione nella sua ritrovata qualità di colonna portante, saggia, diversa, ma ancora in grado di restituire un senso alle cose.
Da tutte queste considerazioni, si capisce come Costantina Frau, di un anno molto significativo come il 1968, tragga delle conclusioni che trasferisce in questa sua splendida opera, che ci aiuterà a capire, tutto quello che ne è derivato in questi cinquanta anni di storia italiana.
Gian Piero Pinna