Secondo i segretari UilTrasporti Antonio Sias e Giuseppe Ruiu: “La cosiddetta quota 94, stabilita da una recente circolare Inps, permette a tutti coloro che abbiano compiuto 59 anni entro il 31 dicembre del 2018 e che, alla stessa data, abbiano maturato almeno 35 anni di contribuzione, di poter avviare il percorso di uscita dal lavoro. Il tutto a condizione che vengano siglati specifici accordi di categoria che comportino la partecipazione dei fondi di settore, e che l’azienda presso cui il lavoratore prestava la sua opera avvii un processo di nuove assunzioni”.
In questo modo l’Azienda erogherà, a favore del lavoratore, un assegno straordinario pari ai mesi mancanti al raggiungimento della quota 100, quindi l’equivalente che l’interessato dovrebbe percepire al momento del pensionamento.
“I benefici, per ambo le parti, sono tutt’altro che trascurabili – dichiarano ancora i segretari Uiltrasporti –. Da una parte l’impresa, che oltre ad un beneficio economico immediato derivato dal venir meno di una serie di indennità dovute alla presenza giornaliera del proprio dipendente, può attivare tutte le procedure di riduzione degli oneri occupazionali dovuti a chi effettua nuove assunzioni: figure giovani e motivate con profili professionali più attinenti alle esigenze espresse dagli ultimi anni, un investimento generazionale a medio e lungo termine e, soprattutto, con parametri economici di ingresso senza dubbio più vantaggiosi. Dall’altra il lavoratore, che si ritroverebbe a casa anzitempo ma senza perdere nulla di quanto gli spetta, considerato che anche l’aspetto contributivo verrebbe coperto dall’azienda come anticipazione in misura pari alle mensilità riconosciute».
La quota 94 non prevede alcun costo sociale o ricorso agli istituti di assistenza economica propri del mercato del lavoro. Si tratta di un primo esperimento che si vorrà estendere anche alle altre aziende del settore.