Nella seconda giornata del 32° Salone Internazionale del Libro di Torino, il 10 Maggio, Alessandro Soddu, docente di storia Medievale dell’Università di Sassari, ha presentato al pubblico della rassegna letteraria, in uno spazio espositivo, allestito dalla Regione Sardegna, il saggio Signorie territoriali nella Sardegna Medievale (ed. Carocci).
Il volume è articolato in due parti. La prima è dedicata alle vicende politico-istituzionali, familiari e patrimoniali che vanno dalle origini del casato alla fase dell’espansione in Sardegna per passare poi alla storia peculiare della signoria insulare fino alla sua estinzione.
La seconda parte, invece, esamina i caratteri del dominio Malaspiniano, precisandone gli strumenti e analizzando i contesti nei quali andò a instaurarsi il regime signorile, per evidenziare le connesse dinamiche economico-sociali e il rapporto dialettico con le comunità locali. Attraverso i borghi fortificati di Bosa e Osilo, si snoda il racconto sui marchesi originari della Lunigiana, i quali costituirono una solida signoria territoriale nel Logudoro.
Intrighi familiari, strategie feudali e guerre, prima contro Sassari e poi al suo fianco contro i Catalano-Aragonesi, caratterizzeranno a lungo il dominio dei Malaspina, che al pari di quello dei Doria, ha lasciato un segno profondo nella memoria dei sardi. “Un ricordo che ha lasciato tracce anche nell’attualità, si tratta solo di saperle individuare” ha concluso Soddu.
Il messaggio che ci vuole lasciare lo studioso è quello di “Studiare il passato analizzando e rispettando il pluralismo delle fonti per comprendere, soprattutto oggi, quale deve essere il giusto rapporto tra l’identità che ci lega alle radici e l’apertura agli altri e al mondo, cosa di cui i sardi sono da sempre capaci”.
Quello presentato oggi è l’ultimo di una serie di lavori dedicati alle dinamiche e all’evoluzione del potere in una società come quella medievale sarda. Lavori che ci servono, inevitabilmente, per comprendere il gioco del mondo, che non è possibile capire senza “l’ausilio della storia, che serve a riannodare il filo della memoria e a guardare il futuro con maggiore fiducia. Studiando il Medioevo ho scoperto – termina lo scrittore sardo – che esiste una Sardegna molto diversa da quella superficialmente raccontata in tanti stereotipi obsoleti. Nella società isolana, da Nord a Sud, si registrava all’epoca un dinamismo sorprendente che dovremmo rileggere e recuperare, per evitare di rimanere fatalmente schiacciati sul presente”.