Abbiamo fatto una stima dell’impatto che potrebbe avere questa misura sulle nostre tasche.
Tra le cosiddette clausole di salvaguardia, ovvero quelle misure che il Governo dovrà adottare per rispettare i vincoli dell’Unione europea di bilancio dalle spese previste, c’è il famigerato aumento dell’Iva. Se il Governo non riuscisse a evitare queste clausole trovando i soldi per le coperture del bilancio, a partire dal 1°
gennaio 2020, in una prima fase sia l’Iva ordinaria che la ridotta potrebbero aumentare, per poi passare a un nuovo incremento nel 2021 (solo per quella ordinaria), secondo questo schema
In un anno una famiglia spenderà 576 euro in più
In che modo potrebbe incidere sulle tasche degli italiani se non si riuscisse a evitare questo aumento?Per verificare che impatto avrebbe sui prezzi al dettaglio abbiamo preso in considerazione l’indagine sui consumi pubblicata annualmente dall’Istat. Abbiamo considerato l’ultima versione disponibile dello scorso anno, riferita ai
consumi delle famiglie nel 2017.
L’indagine Istat stima una spesa media per una famiglia italiana di 2.564 euro al mese che, nel caso dell’aumento dell’Iva, arriverebbe a 2.612 euro. Questo significa che bisognerebbe mettere in conto un incremento di 48 euro al mese ovvero 576 euro di spesa in più in un anno. Questo senza considerare l’ulteriore aumento dell’accisa sul carburante, anche questa prevista per il 2020.
Prodotti alimentari e bevande
A risentire del probabile aumento dell’Iva del 2020 sarebbero in primis i prodotti alimentari e le bevande analcoliche. Questa categoria potrebbe subire un aumento di spesa di 10 euro, passando dagli attuali 457 euro
ai 467 euro mensili. Anche bevande alcoliche e tabacchi subirebbero un incremento di spesa mensile di circa un euro al mese, passando dagli attuali 45 ai 46 euro con la nuova Iva nel 2020.
Casa, manutenzione e utenze domestiche
L’ambito della casa, quindi le voci di spesa che includono affitto e manutenzione degli immobili, comporterebbe un aggravio di tre euro al mese, passando dagli attuali 755 ai 758 euro al mese. Questo significa che in un anno una famiglia andrà a spendere circa 40 euro in più. I costi aumenterebbero di tre euro al mese anche per mobilio e pulizia della casa, passando dai 110 attuali ai 113 euro in seguito all’aumento dell’Iva del 2020. Passiamo quindi alle utenze: considerando sia la telefonia fissa che quella mobile, bisognerebbe mettere in conto anche un incremento mensile di quasi due euro a famiglia, che arriverebbe a spendere 18 euro in più all’anno (dai 57 ai 59 euro al mese) con la nuova Iva. Ci dovrebbe essere un aumento di circa 27 euro all’anno sulle bollette del gas, mentre le tariffe per l’energia elettrica, a seconda del profilo di utilizzo, la variazione di spesa potrebbe oscillare tra gli otto e i 18 euro annui in più.
Abbigliamento, trasporti e tempo libero
Le stime parlano di un incremento della spesa mensile di tre euro anche per l’acquisto di abbigliamento, voce che passerebbe dai 119 attuali ai 122 euro all’anno a partire dal 2020. La voce di costo relativa ai trasporti (acquisto mezzi, manutenzione, carburante e mezzi pubblici) passerebbe dagli attuali 290 euro mensili ai 298 in seguito all’aumento, un aggravio di quasi 100 euro in un anno. A incidere maggiormente sarà l’incremento di 40 euro annuo sui carburanti, la cui spesa mensile passerà dai 126 ai 129 euro. L’ultima voce ad aumentare sarà quella relativa a bar e ristoranti, per la quale la nuova Iva comporterà una spesa aggiuntiva di tre euro al mese: nel 2020 spenderemo 111 euro contro i 108 attuali.
Commento :
Non possiamo dimenticare che solo l’evasione fiscale sottrae alle casse dello Stato circa 113 miliardi di euro ogni anno, e : “Se l’incremento delle aliquote Iva non verrà disinnescato, oltre ai pesanti effetti recessivi sull’economia, l’Italia rischia anche un forte aumento dell’evasione”.Il possibile aumento di 3 punti percentuali dell’aliquota ridotta e di 3,2 di quella ordinaria e che tale situazione interesserebbe anche i servizi come la manutenzione e la riparazione, onorari dei liberi professionisti e le ristrutturazioni edilizie. Con questo aumento d’imposta, di fatto molti clienti finali sarebbero “spinti” a non pagarla affatto, evitando di richiedere al prestatore del servizio la fattura o la ricevuta fiscale”.
Mattana Francesco, Rappresentante Regione Sardegna