Il progetto Agitamus si muove per promuovere l’inclusione in modo da accogliere e accettare ogni differenza, ma potenziarla e valorizzarla anche per rispondere ai bisogni diversi di ogni persona.
La mission del CIP, il Comitato Italiano Paralimpico, è sintetizzata nel suo logo che dà spazio al blu, rosso verde, i colori più utilizzati nelle bandiere degli stati mondiali. La raffigurazione contiene tre segni che danno l’idea del movimento, chiamati agitos.
Da qui deriva il nome di Agitamus che, nella sua estrinsecazione prende a braccetto gli atleti paralimpici sardi, sempre in continua sperimentazione, sia per raggiungere alti livelli, sia per fare breccia nelle persone affinché alle loro performances sia data la giusta e paritaria dimensione.
[foto id=”281767″]
Per lasciare il segno Agitamus vuole trasmettere delle testimonianze concrete ai più giovani, i meno condizionati nel recepire particolari messaggi.
Nel sud Sardegna la prima parte del progetto, realizzato dallo psicologo dello sport Manolo Cattari, fortemente appoggiato dall’attuale vice presidente vicario del CIP Paolo Poddighe e, accolto favorevolmente dalla Regione Sardegna attraverso un sostegno economico significativo, si ritaglia le sue meritate soddisfazioni.
Infatti all’Istituto Comprensivo Deledda-Pascoli di Carbonia si è assistito ad un epilogo molto coinvolgente seguito anche dalla presidente CIP Sardegna Cristina Sanna, giunta nella città sulcitana assieme a Oriana Pistidda, coordinatrice territoriale del progetto e a Marianna Melis, la psicologa che ha cementato la realtà scolastica e quella sportiva. “Agitamus è un portatore sano di valori positivi – ha detto Cristina in tale occasione– perché lo sport insegna a metterci in discussione”.
[foto id=”281765″]
Un altro evento simile è previsto per domani, 28 maggio, al Comprensivo Manzoni di Maracalagonis. Il motto della giornata sarà METTERSI NEI PANNI DEGLI ALTRI FUNZIONA. In questo contesto la psicologa Claudia Tocco evidenzierà gli stati d’animo che il rapporto diretto con gli atleti disabili ha generato negli alunni della terza media che sono entrati in contatto con questa realtà in un piccolo centro ai piedi dei mondi Sette Fratelli.
In tale occasione la Tocco ha riscontrato un mix di emozioni che va dalla confusione alla frustrazione, dalla fatica alla sorpresa, dall’ ammirazione all’interesse, fino alle nuove consapevolezze di sé e dell’altro.
[foto id=”281764″]
Le federazioni protagoniste degli incontri sono state: FISDIR (Federazione Italiana Sport Paralimpici degli intellettivo relazionali) che ha proposto la campionessa di Atletica Leggera Valentina Adamu (Sa.Spo. Cagliari); FISPES (Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali) che è stata rappresentata dal velocista e fondista carrozzato Sandro Sechi (Sa.Spo. Cagliari) e FISPIC (Federazione Italiana Sport per Ipovedenti e Ciechi) in comunione con la FIBS (Federazione Italiana Baseball e Softball) che ha portato i due giocatori di baseball per ciechi e torball Simone Scalas e Antonello Lai.
[foto id=”281763″]
I ragazzi si sono dimostrati disponibili e volenterosi di comunicare la loro esperienza. Tra questi Valentina Adamu afferma: “Lo sport fa bene alla salute ed è un grande valore per la nostra vita e ho consigliato anche agli studenti di praticare qualche disciplina perché poi ne beneficiano mente, corpo e animo. Non dimenticherò mai questa bella esperienza”.
[foto id=”281762″]
Sulla stessa lunghezza d’onda il suo compagno di scuderia Sandro Sechi, operante nell’ambito del modulo Muoversi diversamente. “Esperienza positiva perché ho potuto raccontare la mia disabilità e i meccanismi per affrontarla. E soprattutto sono rimasto colpito dalla disponibilità e curiosità dei ragazzi nel conoscere alcuni aspetti che caratterizzano il nostro stato. E’ sicuramente da rifare”.
Simone Scalas e Antonello Lai evidenziano invece come le classi si siano caratterizzate per le domande intelligenti e per il divertimento reciproco che l’interazione ha suscitato. “Spero capiscano che anche con la disabilità non ci è preclusa qualsiasi attività sportiva, per noi la cecità non rappresenta un ostacolo”.