L’iniziativa è consistita nella distribuzione di libretti informativi a ragazzi di una scuola media ed è stata di estrema utilità in quanto l’argomento gli è poco familiare: “i ragazzi non collegano i Diritti Umani alla vita di tutti i giorni, non ne conoscono la praticità e di conseguenza non possono vedere i propri diritti veramente rispettati”, questa la testimonianza di un insegnante della scuola di via Meilogu a Cagliari che ha scambiato qualche parola coi volontari.
I più pretestuosi potrebbero subito fare riferimento al quartiere di Cagliari nel quale si trova questa scuola e usare lo stereotipo secondo cui è normale che in una zona popolare non ci sia corretta informazione, soprattutto sui diritti. Ma nel contempo c’è anche da fare una riflessione seria: cosa accadrebbe se, a ragazzi così giovani, fosse veramente insegnata la cultura dei Diritti Umani? Il filosofo e umanitario L. Ron Hubbard, nel parlare di questo soggetto, affermò che “i diritti umani devono essere resi una realtà non un sogno idealistico”.
L’indice di non conoscenza è proprio il gap da colmare per pensare di vedere il rispetto di questi 30 articoli. Aiutare i ragazzi a vedere come si applichino alla vita di tutti i giorni è un dovere che ogni adulto coscienzioso dovrebbe avere. La stessa insegnante che si è rivolta ai volontari ha parlato di una “necessità di insegnare ai ragazzi i singoli articoli mostrando loro come possano essere applicati alla quotidianità”. Ci si chiede allora che cosa succederebbe se i nostri ragazzi avessero questi articoli nei loro programmi scolastici e chissà, che cosa succederebbe se gli stessi divenissero legge grazie al lavoro di uno dei nostri ragazzi? Il dovere di rendere i Diritti Umani una realtà, è di ognuno di noi.