Per un solo voto. Dopo cinquantun’anni di dominio ciellino, le elezioni dello scorso 14 e 15 maggio, tenutesi in contemporanea in tutte le sedi del prestigioso ateneo, hanno visto conquistare la maggioranza nell’organo più importante in ballo, il cda EDUCatt, al movimento studentesco “UNILAB “.
Una lista sconosciuta che ha sconfitto gli eredi di don Gius con uno strettissimo margine. Un soffio.
La sede di Milano dell’Università Cattolica era sempre stata finora una roccaforte ciellina apparentemente inespugnabile, in cui “Ateneo Studenti”, lista di riferimento di CL aveva sempre preso in media 2600 voti in ogni elezione. Questo numero da sempre costante è invece sorprendentemente crollato nell’ultima tornata elettorale in cui si è addirittura abbassato di 1200 voti. Il calo del 26% dell’elettorato ciellino ha permesso a UNILAB, che già da tempo gode di maggioranze bulgare nelle sedi di Roma e Piacenza, di imporsi in generale per 2393 voti contro 2392.Una beffa.
Racconta ad Affari il membro di Unilab Eugenio Runco
“Siamo un movimento senza padroni e affiliazioni politiche o sindacali. Tendenzialmente sovranisti, siamo nati in occasione delle elezioni accademiche del 2013 in cui avevano raggiunto un altro risultato storico riuscendo scalzare per la prima volta i ciellini da uno dei tre seggi in palio, confermandosi nel 2015 e nel 2017. Le elezioni di quest’anno e il sorpasso su CL rappresentano per noi la consacrazione definitiva come ammesso dal nostro presidente del movimento, nonché neoeletto al CdA, Riccardo Perdichizzi .
Ci era già capitato di ottenere la maggioranza in alcune facoltà, e già questo aveva fatto notizia, quella di oggi invece è una svolta epocale nella storia dell’Università Cattolica, il coronamento di anni di lotte e sacrifici. La vittoria per un voto rende ancora più significativo questo trionfo perché lo rende di tutti allo stesso modo. Ognuno dei tanti che ci hanno sostenuto è stato egualmente fondamentale per la vittoria finale. La storia non poteva dare risposta più bella a quelli del non cambierà mai niente, a chi si sente scoraggiato dalla politica e smette di andare a votare, è la dimostrazione definitiva che ogni voto conta”.+
La crisi di Cl, da tempo silente e appiattita sulle direttive imposte da papa Bergoglio a tutto il movimento orfano di don Giussani, risente della lotta clandestina che molti ciellini dissidenti stanno portando avanti ella chiesa: in CL ora cova la rivolta, dal vescovo emerito di Ferrara, Monsignor Negri, a Renato Farina, editorialista dio Libero, ad Antonio Socci che accusa apertamente Bergoglio di eresia.
Ora la beffa in Cattolica.
di Claudio Bernieri
Fonte: www.affaritaliani.it