Il Convegno organizzato dal Lioness Cagliari insieme a Fise nazionale e Fise Sardegna nelle strutture del Campo Rossi Anac di Cagliari ha messo in luce gli ottimi risultati del progetto sardo Here is the challenge, dedicato alla sclerosi multipla, e l’attività delle ponyadi nazionali dedicate alle discipline di paraequitazione coi pony.
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Si sono affrontate durante la manifestazione le tematiche dell’ippoterapia, dell’integrazione sportiva dei disabili per arrivare fino alla fase competitiva per alcuni cavalieri, dimostratesi tutte degli ottimi benefici per chi soffre di disagi fisici o mentali.
Mario Nieddu, assessore regionale alla Sanità ha dichiarato di essere “molto attento a questo problema e sensibile perché ho avuto modo di osservare i benefici dell’ippoterapia– e ribadisce che-Il suo assessorato sarà sempre vicino a queste tematiche”.
Successivamente la presidente del Lioness Cagliari Patrizia Mancusi Schirru ha evidenziato come “la preziosa e fertile collaborazione con la Fise Sardegna iniziata l’anno scorso, ci consenta di portare avanti temi di interesse comune”.
Tra i relatori del convegno troviamo anche Stefano Seripa, dirigente psichiatra e medico responsabile dei progetti di Terapia Assistita con gli Animali della Asl Roma 4.
E Gianluigi Giovagnoli, veterinario e segretario Fise nazionale, ha spiegato perché il cavallo sia così efficace in queste attività: “Questo animale propone una morbidezza all’abbraccio e un movimento che ricorda quella della mamma. E’ poi uno specchio per la persona perché aiuta a conoscersi meglio”.
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Barbara Ardu, tecnico Fise, ha poi raccontato l’evoluzione del dipartimento Sport integrati nell’ambito della Fise e ha evidenziato come “la para equitazione aiuti la terapia perché il ragazzo si diverte e aumenta la coscienza di sé anche con esperienze fuori dal maneggio”.
Successivamente Alessandro Pavoni e Alessandra Pes di San Vittorio hanno affrontato rispettivamente il discorso del parareining e del paraendurance.
Raffaela Montis, responsabile Fise Sardegna del Dipartimento sport integrati, ha raccontato invece la promettente esperienza col progetto che dal 2013 ha coinvolto cinque ragazzi e ragazze affetti da sclerosi multipla. “I ragazzi hanno tratto benefici, non solo di tipo neuromotorio, ma soprattutto emotivo. Infatti Stefania ha ripreso a sorridere, per fare un esempio. Questo miracolo e’ stato il frutto di un lavoro in sinergia fra tecnici Fise ed equipe medica del centro sclerosi multipla di Cagliari, specialisti della Medicina dello Sport e dell’Università sempre di Cagliari”. Per la Montis si tratterà dunque di un’esperienza da ripetere perché molto efficace.
Infine, uno dei ragazzi del progetto, Alberto Lecis ha affermato che andare a cavallo sia “diventata una droga. Persino dopo una caduta sono voluto rimontare in sella. E a distanza di anni, che ho qualche problema fisico in più, voglio continuare ad andare a cavallo perché non ne posso fare a meno”.
Di pomeriggio, nel campo prova della struttura Anac, è stata realizzata una piccola dimostrazione curata dallo staff tecnico di Pamela Sesselego che ha evidenziato lo splendido rapporto che si crea tra i cavalli e i cavalieri e le amazzoni di qualsiasi età e con qualsiasi problema.