Affaritaliani.it ha cercato di capire quali sono le ultimissime attese a seggi aperti dei principali partiti. Nella Lega convivono sia un moderato ottimismo sia un po’ di pessimismo e c’è molta, molta incertezza. Nel Carroccio, spiegano fonti qualificate, firmerebbero per un risultato di 2 o 3 punti sopra quota 30%, anche se qualcuno si lascia scappare che il sogno del 35% sia ancora realizzabile.
“Saremo noi la vera sorpresa, lasciamoli pure parlare”, spiegano da Via Bellerio. Allo stesso tempo nella Lega confermano qualche difficoltà nella circoscrizione Nord-Ovest, in particolare in Lombardia. Al Nord-Est, terra di Luca Zaia, prevale un certo ottimismo, così come al Centro (la Lega è convinta di essere il primo partito ad esempio nel Lazio, Roma città inclusa, ma anche in Toscana, Abruzzo, Umbria e Marche). Il timore però è che la radicalizzazione delle ultime due settimane di campagna elettorale e lo spostamento a destra da parte di Matteo Salvini abbia un po’ ridotto il bacino potenziale, tanto che molti deputati e senatori temono fortemente di restare sotto quota 30% (ma comunque sopra il 25%).
Il Partito Democratico aveva ritrovato un po’ di smalto fino a dieci giorni prima dell’apertura delle urne, sulla scia delle liti nel governo, ma l’ultima settimana di campagna elettorale è stata contraddistinta dal timore di perdere la partita per il secondo posto con il Movimento 5 Stelle, ovviamente dietro la Lega. Tra i dem la convinzione è quella di riuscire a migliorare il dato delle Politiche 2018 con la speranza (anzi, la quasi certezza) di avere il 2 come prima cifra. Preoccupa il possibile smacco del sorpasso da parte della Lega nelle ex Regioni rosse: Emilia Romagna, Toscana, Marche e Umbria.
Forza Italia, al di là dell’ottimismo espresso nelle interviste e nelle uscite pubbliche da parte di Silvio Berlusconi durante la campagna elettorale, vive con una crescente preoccupazione questa giornata di votazione. L’ansia è legata al fatto che lo scontro infinito M5S-Lega abbia tolto fiato alle opposizioni moderate, azzurri in testa. Si registra una forte preoccupazione sul fatto che possa non essere raggiunto l’obiettivo della doppia cifra, ovvero almeno il 10% considerato come una soglia psicologica fondamentale. Fratelli d’Italia resta ottimista, come lo era un mese fa, anche nel giorno del voto. Nel partito di Giorgia Meloni sono certi di un’avanzata al Nord ai danni di Forza Italia (e forse in piccola parte della Lega) con una consistente tenuta al Centro-Sud. Fdi conserva la speranza di avvicinarsi molto a Forza Italia e qualcuno si lascia scappare di sognare ancora il clamoroso sorpasso.
Tra gli altri partiti in +Europa sperano di riuscire a ‘rubare’ uno 0,5/1% al Pd (soprattutto tra i renziani e tra i più europeisti) che possa consentirgli di raggiungere lo sbarramento del 4% ed eleggere europarlamentari. Un punto interrogativo, insomma, fino all’ultima scheda. A sinistra ottimismo nel Partito Comunista di Marco Rizzo e qualche preoccupazione nella Sinistra e tra i Verdi.