Nel Carroccio, spiegano fonti qualificate, firmerebbero per un risultato di 2 o 3 punti sopra quota 30%, anche se qualcuno si lascia scappare che il sogno del 35% sia ancora realizzabile.
“Saremo noi la vera sorpresa, lasciamoli pure parlare”, spiegano da Via Bellerio. Nella Lega confermano qualche difficoltà nella circoscrizione Nord-Ovest, e in particolare in Lombardia, a causa – dicono – non tanto delle ultime inchieste della Magistratura, ma soprattutto per la questione Tav Torino-Lione e per l’ok al reddito di cittadinanza voluto dal M5S ma votato in Aula anche dal Carroccio che “non è stato capito da gran parte del Nord produttivo”.
Al Nord-Est, terra di Luca Zaia, si conferma un grandissimo ottimismo (“Andremo alla grande perché i veneti vogliono spingere il M5S ad approvare l’autonomia”), così come al Centro (la Lega è convinta di essere il primo partito ad esempio nel Lazio, Roma città inclusa, ma anche in Toscana, Abruzzo, Umbria e Marche). Buone aspettative anche al Sud e nelle Isole, Sardegna in testa.
Il Movimento 5 Stelle si avvicina al voto di domenica 26 maggio con un moderato ottimismo. Luigi Di Maio e i grillini hanno come obiettivo il 24%, sotto questa percentuale il risultato sarebbe deludente. I pentastellati sono comunque fiduciosi di risultare la seconda forza politica del Paese davanti al Partito Democratico “di almeno 2 o 3 punti” (afferma un parlamentare pentastellato), sperando anche in un’affluenza non troppo alta. Grandi attese soprattutto nel Mezzogiorno, con la spinta del reddito di cittadinanza, con una tenuta (sperano) al Centro-Nord.
Il Partito Democratico aveva ritrovato un po’ di smalto prima del weekend, sulla scia delle liti nel governo. Ma l’ultima settimana di campagna elettorale parte con il timore di perdere la partita per il secondo posto con il Movimento 5 Stelle, ovviamente dietro la Lega. Tra i dem la convinzione è quella di riuscire a migliorare il dato delle Politiche 2018 con la speranza di avere il 2 come prima cifra. Preoccupa il possibile smacco del sorpasso da parte della Lega nelle ex Regioni rosse: Emilia Romagna, Toscana, Marche e Umbria.
Forza Italia, al di là dell’ottimismo espresso nelle interviste e nelle uscite pubbliche, vive con una crescente preoccupazione l’ultima settimana di campagna elettorale. L’ansia è legata al fatto che lo scontro M5S-Lega tolga fiato alle opposizioni moderate, azzurri in testa. Si registra una forte preoccupazione che venga mancato l’obiettivo della doppia cifra, ovvero almeno il 10% considerato come una soglia psicologica fondamentale.
Fratelli d’Italia è sempre più ottimista specie dopo il successo della manifestazione di Napoli. Nel partito di Giorgia Meloni sono certi di un’avanzata al Nord ai danni di Forza Italia (e forse in piccola parte della Lega) con una forte tenuta al Centro-Sud. Fdi conserva la speranza di avvicinarsi molto a Forza Italia e qualcuno si lascia scappare di sognare ancora il clamoroso sorpasso.
Tra gli altri partiti in +Europa cresce l’ottimismo: la speranza è quella di ‘rubare’ uno 0,5/1% al Pd (soprattutto tra i renziani più europeisti) che possa consentirgli di raggiungere lo sbarramento del 4% ed eleggere europarlamentari. Un punto interrogativo, insomma, fino all’ultima scheda. A sinistra ottimismo nel Partito Comunista di Marco Rizzo e qualche preoccupazione nella Sinistra e tra i Verdi.
di Alberto Maggi
Fonte: www.affaritaliani.it