Quello che si è aperto martedì è il primo processo in cui uno Stato accusa apertamente una società farmaceutica di aver agito come un “boss della droga” e, pur di favorire la commercializzazione dei propri prodotti, di aver promosso “un lavaggio del cervello disonesto” e una “campagna multi-miliardaria” sugli oppiacei.
Per queste ragioni, lo Stato chiede 17,5 miliardi di dollari di multa e risarcimenti all’azienda, che dal canto suo si è dichiarata non colpevole e ha ribadito di aver agito solo per il bene dei pazienti.
Il processo, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, comporta notevoli rischi per il gruppo industriale, e si va ad aggiungere ai guai giudiziari legati alla commercializzazione di talco, sospettato di essere cancerogeno che potrebbe aprire la porta a migliaia di casi simili.