Un Sabato Santo insolitamente uggioso e fresco – ventoso che avvolge la città in festa, si porta via a ottant’anni l’anima buona di Lionello Loddo. Oristanese verace, famiglia di sportivi molto nota e numerosa de “su brugu” di via Aristana, che in forme diverse e tutte apprezzabili ha contribuito alla crescita civile e sociale di questa città.
Li ricordiamo e non solo per dovere di cronaca. Luciano, a lungo apprezzato presidente di quella Pro Loco fondata il 6 giugno del 1954 in una domenica di prima estate dall’ingegner Rodolfo Manni, in carica per ben dodici anni in sostituzione del dottor Salvatore Manconi. Tra l’altro ha scoperto la festa di san Juan di Minorca, che presenta forti analogie con la nostra Sartiglia.
Una vita funzionario al Comune, Luciano oristanese verace dei sobborghi ha sempre, come tutta la famiglia, coltivato un profondo attaccamento alle tradizioni della terra arborense. È stato anche presidente della associazione regionale delle Pro Loco della Sardegna e ha contribuito a far nascere la Sartigliedda dei bambini (con aggiunta dell’edizione estiva di Torregrande), che a buon diritto si può definire una sua creatura.
Come regista si è occupato a lungo con il commediografo Antonio Garau dello sviluppo del circuito teatrale arborense, attraverso la riproposizione dei bei lavori in limba. “In bidda mia d’onni annu cand’è carrasegai, currinti sa Sartilla, s’avvenementu è mannu, e d’onni aristanesu non d’ammanca mai!”. Secondo in lista Tullio, una vita alla Tharros e tra i fondatori del Centro Sportivo Italiano.
E’ proprio del 1962, dopo una prima fase di studio, la vera svolta sportiva che da vita in città al Centro Sportivo Italiano. Il presidente è Giorgio Perdixi, trascinatore entusiasta dei giovani e Tullio è segretario tuttofare con Peppino Sardu, l’indimenticabile Peppino Cabella, giocatore e allenatore nella Tharros del dopoguerra, con Renzo Bassu addetto stampa. E certamente Rosalba e Marilena le due donne di casa Loddo, hanno avuto un bel d’affare in questa famiglia numerosa e impegnata. Ci sono poi altri due bei giocatori, Gianfranco nelle fila di Tharros e Carbonia e Memi in quelle biancorosse.
Lionello, scomparso dopo una lunga malattia, oltre che prezioso collaboratore al Centro Sportivo, nutriva una passione forte verso la città e la sua gente, e amava comporre in versi. E così ricordiamo con piacere il volumetto che Silvio Pulisci ha stampato nel 2001. E come nota l’editore oristanese, appassionato cultore della storia sarda, nella prefazione “la pubblicazione dei versi di Lionello sono occasione di speciale soddisfazione. Essa si inserisce nell’attività di divulgazione delle nostre tradizioni, anzi nella più originale ricchezza della poesia oristanese.
Da secoli ormai la Sartiglia si è impossessata della città e con il suo vissuto e l’immaginario dei suoi assistenti ha ispirato la vena poetica di Lionello. Per raccontare misteri ed emozioni come solo la nostra lingua madre è capace di fare.”Pròidi a stracìu- cun lampus e tronus tzaccarrosus-e su bentu tìrada zumiendi…-comenti sìsta-beni benìu in domu mìa- a su callenti accant’ a su braxeri…- unu pìsta forti s’enna! Chi esti?- “Santu Juanni pro domandai un praxeri!”.
Beppe Meloni