“Dall’inizio della legislatura- aggiunge- c’è stato un blindarsi di Luigi insieme ai suoi fedelissimi con dei regolamenti ad personam che gli lasciavano tutta la libertà decisionale, cosa che non ha senso nel nostro Movimento dove il confronto è fondamentale. Inoltre i territori sono stati abbandonati, costretti ad autodeterminarsi. Sono stati fatti tanti errori. A questo punto reiterare l’errore, sempre tra le stesse persone Di Maio, Di Battista e Casaleggio, non ha senso. Di Battista è una grande persona ma non rappresenta più nessuno, se n’è andato, non ha il polso né dei territori nè dei gruppi parlamentari. Di Battista è uscito dal Parlamento quando eravamo all’opposizione e dovevamo solo parlare. E’ chiaro che lui abbia una visione vecchia del M5S che però è evoluta in forza di governo. Non ha senso parlare a vanvera e accusare gli altri. Bisogna mettere in atto i principi che hanno animato il M5S delle origini”.
“Noi non abbiamo dei leader- insiste Fattori-. La nostra classe dirigente non esiste. Di Maio e Di Battista non erano gli unici che facevano le cose, erano quelli più bravi a portare il messaggio, ma se tu trasformi dei comunicatori in una classe dirigente che decide per sé non ha senso. E’ sbagliato strutturalmente. Una classe dirigente deve evolvere, deve essere riconosciuta dalle persone che dirige, deve essere legittimata. Per trovare legittimazione deve essere portata dalla base. Non può essere imposta da un leader, che peraltro ha perso”.
“Se Luigi deve fare il ruolo di leader- dice ancora-, che non è il ruolo di capo, deve rappresentare le persone che lì ce l’hanno messo. Se invece diventa un capo dei capi perde la forza che aveva. Non ha nessuna forza come leader perché non è cresciuto da nessuna parte, non è un Berlinguer. E’ una persona che rappresentava un popolo e ha sbagliato a volersi blindare. Se riorganizzazione ci deve essere, deve partire dalla base. Non ci devono essere i gerarchi stile giglio magico che vengono sui territorio, perché non li ascolta nessuno”.
“Le cose buone sono state fatte quasi solo dal M5S- continua la parlamentare M5s-, Salvini ha parlato solo di immigrazione. L’errore grosso è stato a partire dal decreto sicurezza e poi il caso Diciotti. Noi avevamo un programma sull’immigrazione ben fatto, quindi perché non abbiamo voluto partecipare al confronto sul decreto sicurezza? Quando abbiamo provato a correggere il decreto sicurezza avremmo potuto essere protagonisti, invece si è deciso di spartire i temi. Salvini tra l’altro non ha risolto il problema, tant’è che vuole fare un decreto sicurezza bis, ma in realtà lui il problema non vuole risolverlo altrimenti di cosa parlerebbe?”.
“Ora la Lega si sente più forte. Gli abbiamo dato forza quando non ce l’aveva e quello è stato un errore grosso, bisognava imporsi visto che abbiamo il doppio dei parlamentari. Sarà un percorso diverso, esiste il Parlamento, esistono le Commissioni, ora si deve tornare a discutere, anziché far gestire tutto ai ministri. Si può lavorare, finchè dura. Conte? Si è dimostrato una persona che sa mediare molto, dovrà farlo ancora di più in una fase ancora più complicata”, conclude.
fonte «Agenzia DIRE» «www.dire.it»