A tradirli un eccessivo consumo di energia elettrica.
Erano giorni che i poliziotti della Sezione Falchi della Squadra Mobile tenevano d’occhio i tre, ad insospettire gli agenti uno strano e cadenzato via vai nei pressi di un’abitazione nella via Santo Stefano a Monserrato.
La casa che apparentemente doveva essere in parte disabitata in realtà aveva un consumo sproporzionato di energia elettrica rivelato da un allaccio abusivo su un vecchio contatore presente nello stabile.
Gli agenti della Squadra Mobile accertavano che nella suddetta via abitava Mulas Ivan, pregiudicato per reati inerenti le sostanze stupefacenti così sua moglie Leoncini Irene era già stata monitorata in pregresse attività di indagini mentre al piano superiore il nipote Leoncini Danilo.
Nella giornata di ieri, stante la possibilità che dentro l’abitazione vi potesse essere contenuta della sostanza stupefacente, si optava per procedere alla perquisizione domiciliare e, nel garage era stata realizzata una serra indoor al cui interno vi era tutto il necessario per impiantare una piantagione di marijuana: lampade alogene, ventilatori, timer digitale con igrometro, termometri, bilancini e un manuale per la coltivazione della predetta sostanza. All’interno dell’appartamento della coppia, veniva trovato stupefacente per circa 700 grammi di infiorescenze.
Nell’appartamento del piano superiore appartenente a Leoncini Danilo venivano rinvenute trovate nr. 73 piante di Cannabis, all’interno di una serra costituita artigianalmente. Nello stesso appartamento veniva recuperata ulteriore attrezzatura da utilizzare per la costituzione di un’altra serra
I tre sono stati tratti arresto e accompagnati presso le rispettive abitazioni in attesa del processo con rito direttissimo conclusosi con il patteggiamento per Mulas Ivan e Leoncini Irene alla pena di anni 2 e sei mesi di reclusione con pena sospesa, Leoncini Danilo pena di anni 2 e quattro mesi di reclusione, anch’egli con la sospensione condizionale della pena.
Dai dati acquisiti nel corso della perquisizione si presume che i tre avessero adibito l’immobile da diverso tempo per la coltivazione della cannabis così la produzione fosse a ciclo continuo.
Il fenomeno delle piantagioni indoor è certamente, tra le attività criminali riguardanti la produzione e il traffico delle sostanze stupefacenti, tra le più redditizie; infatti, attraverso la costituzione di vere e proprie serre munite di fari alogeni, impianti di areazione idonei a consentire una rapida produzione di marijuana in poco più di due mesi vengono conseguiti ricavi annui di diverse decine di migliaia di euro.
Nel caso di specie la sostanza recuperata, della specie “Big Devil”, garantisce una fioritura in 9 settimane, e avrebbe consentito la raccolta di circa 5 kg di marijuana che una volta immersa nel mercato irregolare, avrebbe fruttato la somma di euro 15.000 al kg.
Certamente non si tratta di un caso isolato, le attività investigative della Squadra Mobile, nell’ultimo anno ha dimostrato che il settore della produzione indoor sia alquanto fiorente, visti i rapidissimi tempi di crescita, la produttività ininterrotta nel tempo, non essendo soggetta a variazioni climatiche e i minori rischi personali non necessitando di particolari cure se non il costante approvvigionamento di acqua, una temperatura costante e fertilizzanti specifici.
Nell’ultimo anno la Squadra Mobile ha sequestrato 7 piantagioni indoor per un totale di circa 300 piante di cannabis e oltre 10 Kg di marijuana destinata al mercato cagliaritano.