L’evento che ha una valenza sociale, culturale e sportiva è organizzato dalla Gymland Oristano in collaborazione con l’Assessorato allo Sport del Comune di Oristano, il Liceo Scientifico Mariano IV e l’Istituto comprensivo n. 3 Sacro Cuore e il patrocinio del Miur – Ufficio Scolastico Regionale Sardegna che sarà presente con il Direttore Generale per la Sardegna Francesco Feliziani.
“Attraverso il convegno sul tema “La disabilità invisibile” e le due partite di pallavolo della Nazionale Italiana Sordi maschile e femminile vogliamo dimostrare che lo sport è uno spazio aperto, in cui ognuno può sentirsi accolto, valorizzato, guidato nel suo percorso di sviluppo, educazione e salute” spiega il Presidente della Gymland Roberto Porcheddu.
“Oristano Città europea dello sport nasce per promuovere grandi eventi sportivi, ma anche momenti di riflessione e approfondimento su tematiche sociali in considerazione della grande e particolare valenza dello sport presso tutte le fasce sociali – sottolineano il Sindaco Andrea Lutzu e l’Assessore allo Sport Francesco Pinna -. L’appuntamento di lunedì è di straordinaria importanza. La presenza delle due nazionali di pallavolo, che annuncia il Sardegna Volleyball Challenge che a fine giugno si terrà in città alla presenza di numerose rappresentative nazionali giovanili femminili, onora Oristano e dà pregio al titolo di Città europea dello sport”.
Le due nazionali azzurre saranno protagoniste in campo e nell’aula magna del Liceo Scientifico per il convegno sullo sport e la disabilità invisibile. Al Palatharros la nazionale maschile giocherà alle 11 con il Cus Cagliari Sandalyon che milita in serie B. Sempre al Palatharros, ma alle 17,30, la Nazionale Femminile incontrerà una Rappresentativa del Centro Sardegna.
“Lo sport è un “bene sociale e culturale” di grande portata, e può essere veicolo di alti valori e ideali – osserva il Presidente Porcheddu -. Purtroppo sono ancora frequenti e diffuse le manifestazioni di rifiuto e discriminazione che prendono di mira le persone con disabilità. Per impedire che ciò accada, occorre impegnarsi nei contesti culturali e formativi per promuovere uno sport per tutti, ovvero costruire modelli e metodologie didattiche che consentano a tutti, abili e diversamente abili, di fare sport senza dover subire nessuna forma di discriminazione. Per questo motivo nasce questa giornata che vuole dare risalto a queste tematiche attraverso un messaggio positivo e una riflessione con gli studenti”.
“La presenza delle nazionali sordi, maschile e femminile, ci permetterà di presentare un modello positivo, un esempio – prosegue Porcheddu -. Gli atleti con disabilità vivono lo sport non come fisioterapia. Lo fanno nella pienezza delle caratteristiche ludico agonistiche dell’attività sportiva. Vivono le competizioni per realizzarsi, per vincere i propri limiti e i risultati sono spesso notevoli perché il desiderio di riscatto è molto forte. Alcuni di essi riescono a raggiungere livelli molto elevati fino a partecipare alle Paralimpiadi, ma anche coloro che raggiungono risultati più modesti si allenano e gareggiano al meglio delle proprie possibilità”.
La sordità non è una disabilità che gareggia alle Paralimpiadi (che vanno in scena qualche settimana dopo le Olimpiadi). Esistono infatti le Olimpiadi dei sordi. Le prime risalgono al 1924.
Dal 6 al 16 giugno le due nazionali saranno impegnate negli Europei di pallavolo sordi che si tengono a Cagliari (Pala Pirastu e Pala CONI A).
Il programma