Pubblicato per l’etichetta cagliaritana MGJR Records il disco “Tony’s Dream” del trio Melodrum, formazione composta dal pianista Salvatore Spano, dal contrabbassista Salvatore Maltana e dal batterista Francesco Brancato. Il progetto consiste in una riscrittura di alcuni capolavori di Antonio Vivaldi in chiave moderna, attraverso un viaggio immaginario compiuto tra il jazz, il blues, la canzone americana e il teatro musicale di Broadway. Un percorso ironico e onirico nello spazio e nel tempo, che rivela le straordinarie doti di adattamento e aderenza alla modernità della musica del violinista e compositore italiano, tra i massimi esponenti del barocco musicale.
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Tutti i brani sono stati elaborati, adattati e arrangiati da Salvatore Spano e Francesco Brancato utilizzando temi e frammenti musicali di pubblico dominio tratti dalle opere di Antonio Vivaldi: “Il cimento dell’armonia e dell’inventione” op.8 – “L’estro armonico” op.3 – “Teuzzone” RV 736 – “La follia” op. 1 – “Gloria” RV 589.
Il disco è stato registrato, missato e masterizzato dall’ingegnere del suono statunitense Marti Jane Robertson presso il janeStudio e lo Studio della Giraffa di Cagliari, con la direzione artistica di Michelegiuseppe Rovelli, il progetto grafico di Francesco Adamo e le fotografie di Francesca Ardau.
La presentazione ufficiale di “Tony’s Dream” del trio Melodrum avverrà domenica 19 maggio alle 19.30 presso il Palazzo Siotto di Cagliari.
L’album è distribuito da MGJR Records (www.janestudio.it) e Melodrum (www.facebook.com/melodrumjazz).
“Approcciarsi alla musica di un grande compositore come Antonio Vivaldi è stato senz’altro estremamente stimolante ma anche problematico – racconta il pianista Salvatore Spano -, da una parte c’era l’entusiasmo di poter prendere in prestito la ricchezza, la varietà e la raffinatezza delle sue soluzioni, unitamente alla stravaganza di adottare scelte insolite per l’epoca e una certa disinvoltura nell’uso di formule già note.
Dall’altra c’era l’intenzione di valorizzare le particolarità del compositore veneziano senza snaturarne il pensiero creativo, rischio che è sempre presente quando si interviene su capolavori del passato con procedimenti distanti nel tempo e nella cultura come in questo caso le prassi esecutive del jazz. La prima esigenza è stata, dunque, quella di avvicinare questi due mondi ambientando Vivaldi stesso nel XX secolo con un pretesto semplice ed efficace come quello del sogno, il “dream” del titolo appunto.
In questo contesto immaginario si sviluppa la dinamica del viaggio che fa da sfondo a tutti i brani ed è la chiave interpretativa dell’intero disco. Successivamente si è passati a selezionare alcune composizioni, note e meno note, privilegiando la varietà stilistica di provenienza (l’opera, il concerto, la danza e la musica sacra) operando sull’originale con alterazioni, tagli, sostituzioni dei parametri musicali (ritmo, melodia, armonia, timbro e forma) al fine di ottenere un livello di astrazione differente in ogni brano ma sempre significativo, profondo ed incisivo. Non un arrangiamento jazz quindi, e neanche una rivisitazione, ma una vera e propria riscrittura che a volte svela palesemente il materiale originale (come in “Spring in Manhattan”) e altre volte lo cela completamente (come in Mardi Gras Cheat).
Un discorso a parte merita la “Riverboat Suite”, omaggio anche alla musica a programma tanto cara a Vivaldi, dove accanto alla riscrittura dei singoli brani vi è una nuova creazione formale e una ricomposizione strutturale che rappresenta una novità nel percorso artistico del trio. Si può quindi affermare che “Tony’s Dream” nel suo complesso rappresenta una evoluzione del progetto Melodrum, lasciando intravedere una nuova strada nell’elaborazione del materiale di pubblico dominio che va al di là dei tipici procedimenti adottati tradizionalmente in questo genere di lavori.”