A seguire, continuando oggi, si sentiranno le altri parti del comparto.
Tanto ieri, quanto oggi, il numero legale per la validità delle sedute è stato garantito con grande senso di responsabilità dalla presenza in Commissione della minoranza consiliare regionale (presenti 4 componenti della minoranza e 4 della maggioranza, sul totale dei 10 effettivi).
Occorre rimarcare come la parziale presenza della maggioranza solleva un dubbio lecito circa il reale senso di interesse sulla vertenza. Dubbio che diventa ancor più nota stonata se si pensa alle promesse fatte ai pastori e ai proclami sottoposti agli elettori in fase di campagna elettorale dal Governo nazionale.
Durante i lavori di ieri, a cui oltre i membri della Commissione ha partecipato la neo Assessora all’Agricoltura Gabriella Murgia, sono stati sentiti il Movimento pastori sardi, l’Associazione interprovinciale pastori sardi, il Movimento pastori sardi autorganizzati, Più Sardegna e la Cooperativa sociale Lait di Ittiri.
Come componente della Commissione ho portato al tavolo diverse proposte.
Innanzitutto ho chiesto che la Commissione, le organizzazioni di categoria e i rappresentanti dei pastori in maniera unitaria promuovano e sostengano un sistema di incentivi/disincentivi finanziari legati alla produzione del latte da ancorare alle reali richieste del mercato. Un insieme di regole che, attraverso un monitoraggio costante, possa fungere da guida sicura per il settore.
Inoltre, è stata portata all’attenzione la problematica della diversificazione del prodotto proponendo in prima battuta di puntare a portare il Pecorino Romano, il brand più conosciuto dai consumatori, nel tavolo degli italiani come formaggio da tavola, porzione di mercato da cui attualmente risulta escluso.
Questo, sfruttando il lavoro già fatto dal Consorzio di tutela del Pecorino Romano che ha approvato un disciplinare di produzione che lo rende meno salato e quindi maggiormente competitivo e aperto ad un mercato più ampio, quale appunto quello dei formaggi da tavola.
Infine, per rilanciare e consolidare davvero il settore in maniera reale, duratura e condivisa, non si potrà prescindere dall’affrontare e risolvere i rapporti di forza tra le parti del comparto, che ora come ora vedono inesorabilmente i pastori anello debole della catena. In questo senso, appare necessario puntare sul rafforzamento delle cooperative, che non possono essere filiali o sub-agenzie degli industriali ma soggetti aggregatori di rilevo primario e garanzia di equilibrio del comparto stesso. In quest’ottica, di pari passo, le cooperative dovranno essere interlocutori rappresentati dalle associazioni e non, come avvenuto in questa occasione, con il semplice invito di una sola cooperativa.