Appropriatezza prescrittiva e prenotazioni: una piccola rivoluzione destinata a garantire ai cittadini tempi di accesso alle prestazioni sanitarie congrui rispetto alle loro condizioni di salute e alle necessità cliniche. Questo sono i Rao (Raggruppamenti d’attesa omogenei), un modello elaborato dal Ministero della Salute e declinato in ciascuna regione che mira a riordinare le liste d’attesa per l’erogazione di visite ed esami, stratificandole secondo le priorità cliniche del paziente.
«Con l’entrata a regime del modello Rao, attualmente ancora in fase iniziale – ha spiegato il direttore della Assl di Oristano Mariano Meloni – sarà possibile governare efficacemente il fenomeno delle liste d’attesa, consentendo ai cittadini di accedere alle prestazioni in tempi appropriati a seconda della maggiore o minore urgenza e gravità del caso».
Il modello, in vigore dal 1 giugno 2019, prevede una sinergia tra cittadini, medici prescrittori (medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali, ospedalieri), operatori Cup (centro unico di prenotazione) e strutture sanitarie che erogano il servizio: attori, questi, che lunedì 17 giugno sono stati coinvolti nell’incontro convocato dalla direzione della Assl di Oristano all’ospedale San Martino per illustrarne le novità.
Restano quattro le classi di priorità in cui vengono suddivise le prestazioni: “urgente” (da erogare entro 72 ore); “breve” (entro 10 giorni); “differita” (entro 30 giorni per le visite e 60 per gli esami strumentali); “programmata” (entro 180 giorni, che diventeranno 120 giorni nel 2020). Ciò che cambia, come illustrato dal direttore del distretto socio-sanitario di Oristano Antonio Delabona, è che i medici prescrittori dovranno obbligatoriamente indicare nella ricetta una delle quattro classi di priorità nella prescrizione, e lo potranno fare avvalendosi delle tabelle Rao, nelle quali – per ciascuna delle 43 prestazioni soggette a monitoraggio sui tempi d’attesa – alle indicazioni cliniche più frequenti è associata una classe di priorità e quindi un tempo massimo d’accesso alla visita o all’esame. Il rispetto di quanto indicato dalle tabelle Rao, stilate sulla base di linee guida scientifiche riconosciute e condivise, non rappresenta un obbligo tassativo per i medici prescrittori, ma una preziosa indicazione sulle priorità da assegnare a ciascun caso clinico, e una garanzia per i pazienti di ricevere una prescrizione non necessariamente prioritaria, ma congrua e adeguata alle proprie esigenze di salute.
Le indicazioni delle tabelle Rao forniranno ai medici prescrittori una sorta di road map che permetterà anche di “disambiguare” e chiarire per quali patologie sia necessario, ad esempio, l’invio in ambulatorio – numerosi gli esempi portati dall’ortopedico Salvatorangelo Piredda – o in ospedale, come ha affermato il dottor Salvatore Manca, direttore del Pronto Soccorso di Oristano: una struttura che oggi conta oltre 26 mila accessi all’anno, il 71 per cento dei quali codici verdi e bianchi, che potrebbero trovare una risposta adeguata negli ambulatori territoriali. Ma il nuovo sistema sarà utile anche ad escludere prescrizioni non appropriate di esami urgenti, come può accadere per endoscopie o gastroscopie, e a garantire comportamenti omogenei tra i medici prescrittori, che si traducono in un’equità di trattamento per i pazienti, come ha sottolineato la direttrice dell’Unità operativa di Endoscopia digestiva Federica Miculan.
Altra importante novità del modello Rao è che occorrerà rivolgersi al medico di famiglia esclusivamente per il primo accesso, ovvero per la prima volta in cui si riscontra uno specifico problema di salute, perché le visite di controllo successive alla prima (follow up) saranno programmate direttamente dallo specialista ambulatoriale o dal medico ospedaliero che ha preso in carico il paziente. Per il cittadino il vantaggio sarà duplice: bypassare la trafila medico di famiglia-Cup per prenotare ogni visita di controllo ed avere la garanzia che i successivi appuntamenti vengano effettuati in tempi adeguati alle proprie condizioni di salute.
Fondamentale, per un miglioramento nel sistema delle prenotazioni, sarà anche il passaggio definitivo alla ricetta dematerializzata, che consentirà di effettuare prescrizioni e prenotazioni in maniera più chiara, trasparente e leggibile.
Il passaggio al modello Rao dovrebbe anche consentire di abbattere ulteriormente il fenomeno del drop out, ovvero le prestazioni che vengono prenotate dal Cup, ma che non vengono poi eseguite a causa dell’assenza del soggetto prenotato,facendo lievitare inutilmente tempi d’attesa e costi sanitari. Un fenomeno questo che, come ha evidenziato la coordinatrice del Cup Pina Sardu, negli ultimi anni si è ridotto sensibilmente nella Assl oristanese, passando dal 35% all’8% grazie a una maggiore attenzione degli operatori Cup e, in particolare, al recall telefonico pochi giorni prima della visita, che permette di disdire le prestazioni a cui il paziente non ha intenzione di presentarsi, per prenotare nuovi pazienti.
«Il nuovo sistema basato sui Rao – ha chiosato il rappresentante dei Medici di medicina generale Franco Dessì – consentirà di ottimizzare le pratiche e ridurre gli sprechi, in termini di esami inutili, disincentivando il “consumismo sanitario”.Un buon servizio sanitario non è quello che offre tutto e subito, ma quello che offre ciò che è appropriato in tempi appropriati. Tutti i soggetti interessati – cittadini, medici prescrittori, strutture sanitarie – sono chiamati a impegnarsi responsabilmente per raggiungere questo obiettivo, che significa anche salvaguardare la sostenibilità economica del servizio sanitario.