Un’edizione che – come già illustrato nella conferenza stampa di presentazione dello scorso marzo a Milano – si riconosce sotto il titolo “Nel mezzo del mezzo”, come il numero 32 che la connota e che, come spiega Fresu nella sua presentazione, “si colloca tra il 31 – naturale prosecuzione del primoriale e semiperfetto 30 – e il 33, palindromo della maturità e degli anni di Cristo oltre che numero che indica l’inizio e la fine delle cose”; nel mezzo come “un’isola, la Sardegna, che sta idealmente tra l’Africa e l’Europa (…) una “Terra di mezzo” in quell'”oceano contemporaneo delle nuove migrazioni degli anni Duemila” che è il Mediterraneo. Per il musicista di Berchidda è dunque “in questo essere ‘nel mezzo’ numericamente e geograficamente che va letta questa edizione del Festival internazionale Time in Jazz. Una manifestazione storica che osserva e che ascolta porgendo attenzione alle migrazioni sonore e culturali di questi anni tese tra passato e presente, suoni acustici ed elettronica, mainstream e ricerca oltre che trasformazioni in essere e violente convulsioni socio-politiche. Sempre più sentiamo la responsabilità di dover ribadire il ruolo centrale della storia musicale italiana da innestare nel più vasto linguaggio del jazz che naviga in altrettanti mari e oceani da cento anni a questa parte”.
Un’edizione particolarmente ricca e assortita, con una fitta serie di eventi musicali che si susseguiranno dal mattino alla notte in spazi e scenari differenti: la grande arena allestita nella piazza centrale di Berchidda, Piazza del Popolo, teatro dei concerti serali in programma dall’11 a Ferragosto, e i siti più rappresentativi degli altri centri in cui il festival fa tappa con i suoi concerti. E, accanto alla musica, un ampio ventaglio di iniziative diverse: presentazioni di libri e novità editoriali, azioni di promozione e sensibilizzazione ambientale, laboratori e spettacoli per bambini, la consueta rassegna di film documentari curata dal regista Gianfranco Cabiddu, e altro ancora.
Il cartellone musicale: al via il 7 agosto
Tiene banco la musica, naturalmente, nelle dieci giornate del festival, con un programma poliedrico che spazia tra stili e modi diversi di intendere il jazz, e non solo. Il cast, come già annunciato, schiera musicisti internazionali come Omar Sosa e Yilian Cañizares, Nils Petter Molvær, Jaques Morelenbaum, accanto a una nutrita schiera di artisti affermati e talenti emergenti della scena jazzistica nazionale: Gegè Munari, Danilo Rea, Claudio Fasoli, Ramberto Ciammarughi, Monica Demuru con Natalio Mangalavite, Franca Masu e Sade Mangiaracina, Dino Rubino, Francesco Ponticelli, Simone Graziano, Giovanni Falzone, Sebastiano Dessanay, Daniele di Bonaventura e, naturalmente, Paolo Fresu, impegnato in diversi progetti e, come sempre, in apparizioni estemporanee.
Jazz (e dintorni), ma non solo: ecco allora nel cartellone la regina della canzone italiana, Ornella Vanoni, il liscio “trasversale” e contaminato dell’Orchestra Mirko Casadei, il duo Fantafolk di Vanni Masala e Andrea Pisu, i dj set di DJ Rocca. E ancora, la Funky Jazz Orkestra, street band di casa proprio a Berchidda, diretta dal trombettista Antonio Meloni, cui è affidato il compito di aprire il festival con la sua trascinante miscela di brani tra funky, jazz, pop, rock e arrangiamenti originali, nell’immancabile “concertazione navale” a bordo di un traghetto della Corsica Ferries–Sardinia Ferries in viaggio dal “continente” alla Sardegna: un evento reso possibile per il quattordicesimo anno consecutivo grazie alla collaborazione della Compagnia delle navi gialle. Partenza dal porto di Livorno mercoledì 7 agosto alle 10.30 con arrivo a Golfo Aranci alle 17. Altra musica a bordo della stessa motonave, la Mega Express 2, con “Seascape 3rd” della clarinettista e compositrice sarda Zoe Pia in trio con Mauro Ottolini (trombone e conchiglie) e Roberto De Nittis (pianoforte e toy piano): un’anteprima della seconda edizione di Pedras et Sonus – Jazz Festival Parte Montis, di cui Zoe Pia è la direttrice artistica, in programma dal 17 al 22 agosto in vari centri della Marmilla, sub-regione in provincia di Oristano; un ideale incontro in musica in mezzo al mare fra i due festival sardi.
La giornata inaugurale offre anche uno dei momenti più significativi di questa edizione numero trentadue di Time in Jazz: nel ventennale della scomparsa di Fabrizio De André, il festival ritorna a far tappa a L’Agnata, la tenuta nei pressi di Tempio Pausania che a metà anni Settanta divenne la dimora del grande cantautore genovese. Protagonista dell’omaggio a “Faber”, Danilo Rea (e probabili ospiti) in una serata (con inizio alle 18.30) che rinnova quello che è stato un “must” per diverse edizioni di Time in Jazz (dal 2005 al 2011, con una ripresa due estati fa) e che negli anni ha visto esibirsi a L’Agnata, oltre allo stesso pianista romano, Maria Pia De Vito e Rita Marcotulli, il compianto Gianmaria Testa con Paolo Fresu e Lella Costa, Ornella Vanoni, Morgan, Teresa De Sio, Cristiano De André.
Chiusura di serata (luogo e sede ancora da definire) con la cantante (e attrice) Monica Demuru e il pianista Natalio Mangalavite con il loro progetto “Madera Balza” (pubblicato anche su disco lo scorso ottobre): brani che spaziano tra repertorio di tradizione folk, pop, cantautorale, jazz (da De André e Conte a Victor Jara a Piazzolla, De Moraes e Jobim), e creazioni originali ispirate a due dei temi guida del festival Time in Jazz 2015 e 2016, le Ali e i Piedi. Tutto questo sempre all’insegna di una forma canzone fortemente narrativa e aperta all’improvvisazione, sintesi delle rispettive provenienze latine – Sardegna e Argentina – anche se lontane tra loro.
Giovedì 8 agosto
Un’intera giornata sulla costa nord-orientale per Time in Jazz, giovedì 8 agosto. Primo concerto a mezzogiorno a San Pantaleo, con il sassofonista Claudio Fasoli, nome di primo piano della scena musicale nazionale dai tempi del gruppo Perigeo, qui in trio con Michele Calgaro alla chitarra elettrica e Gianni Bertoncini alla batteria e all’elettronica: un trio nato alla fine degli anni Novanta per sperimentare le possibilità espressive di un piccolo organico senza il tradizionale supporto del contrabbasso.
Una cinquantina di chilometri separano San Pantaleo da San Teodoro dove, in località Costa Caddu, è di scena alle 18 un altro trio, quello del pianista fiorentino Simone Graziano con Francesco Ponticelli al contrabbasso e al synth, e Enrico Morello alla batteria. Chiarezza di idee, riferimenti contemporanei, scrittura elegante e sofisticata sono gli ingredienti che caratterizzano questo progetto recente, tra i più innovativi della scena jazz italiana, che tra il nome dal disco del settembre 2017, “Snailspace”.
Chiusura di giornata in rosa, alle 21.30, sulla spiaggia di Porto Ottiolu, nei pressi di Budoni, con la cantante algherese Franca Masu e la pianista siciliana Sade Mangiaracina. Personalità versatile la prima, capace di fondere in uno stile personalissimo fado, musica napoletana, sarda, tango, morna e reminiscenze arabe; anima pienamente jazz la seconda, musicista brillante e forte della sua originale cifra stilistica. Il percorso musicale che hanno scelto di condividere insieme esalta non solo brani originali in lingua catalana di Alghero ma omaggia anche alcune tra le più belle e famose canzoni d’autore del mondo, fondendo un universo sonoro intriso di autentico pathos.
Venerdì 9 agosto
La terza giornata si apre alle 11 al parco eolico di Sa Turrina Manna, nei pressi di Tula, con un piano solo di Ramberto Ciammarughi. Attivo dai primi anni Ottanta, il musicista di Assisi firma una produzione originale del festival, “Invenzioni – pensieri – canzoni”, un concerto basato su brani originali e brani noti riletti con libertà espressiva e libere improvvisazioni; “tutto contenuto in un’unica ‘arcata drammaturgica’”, dichiara Ciammarughi, “un unico respiro, come in uno spettacolo teatrale”.
La rotta del festival fa scalo alle 18 in Anglona, a Erula, nella Chiesa del Cuore Immacolato di Maria, dove il pubblico ritrova Claudio Fasoli, stavolta alla guida del quartetto Samadhi, con Michelangelo Decorato al pianoforte, Andrea Lamacchia alla chitarra e Marco Zanoli alla batteria. Una formazione che promette emozioni sul piano dell’intensità espressiva e della imprevedibilità degli sviluppi tematici e improvvisativi, con un repertorio basato su recenti composizioni del leader sassofonista, suonate con freschezza e spirito di ricerca.
Si torna sulla costa, in serata (ore 21.30), all’hotel Abi d’Oru, sul Golfo di Marinella. Di scena nuovamente Sade Mangiaracina, ma in questa occasione in trio con Marco Bardoscia al contrabbasso e Gianluca Brugnano alla batteria. La pianista siciliana (di Castelvetrano, classe 1986) presenta il suo disco “Le mie donne”, pubblicato un anno fa dall’etichetta Tǔk Music di Paolo Fresu: otto ritratti in musica di grandi figure femminili, otto brani originali composti e arrangiati da lei stessa, che mettono in evidenza l’anima mediterranea di Sade Mangiaracina inserita nel contesto della musica improvvisata.
Sabato 10 agosto
Si resta sulla costa l’indomani mattina, alla Pineta di Orvile, poco fuori Posada, per un’altra produzione originale di Time in Jazz: il debutto, alle 11, di uno Special Duo formato dal pianista Dino Rubino e il contrabbassista Francesco Ponticelli, entrambi legati a Paolo Fresu e alla sua etichetta, qui alle prese con un repertorio che si annuncia all’insegna della varietà dei generi, folk, gospel, musica originale e jazz, cercando soprattutto un dialogo umano e musicale da condividere col pubblico.
Nuova puntata in Anglona nel tardo pomeriggio (ore 18), a Nulvi, nel suggestivo contesto del Pozzo sacro nuragico di Irru, per assistere alla prima volta di un altro inedito duo, quello formato del pianista Simone Graziano e il sassofonista Claudio Fasoli.
L’ultimo impegno della quarta giornata riporta Time in Jazz sulla costa, ad Arzachena: in località Li Conchi, alle 21.30, suona il quartetto di Francesco Ponticelli, formazione attiva dal 2010 che, insieme al contrabbassista, riunisce alcuni dei più freschi e creativi musicisti della nuova scena jazz italiana: Dan Kinzelman (sax e clarinetti), Enrico Zanisi (piano), Enrico Morello (batteria). Due dischi all’attivo (entrambi per la Tuk Music), “Ellipses” (del 2014) e “Kon-Tiki” (2017), per questo quartetto che ricerca incessantemente un’alchimia tra la forza delle composizioni e la libertà dell’improvvisazione.
Domenica 11
Seconda tappa del festival in Gallura, domenica 11, a Bortigiadas, e secondo appuntamento con Ramberto Ciammarughi, impegnato dalle 11 nella Chiesa di San Nicola in una nuova produzione originale del festival: il titolo, “Ciammarughi Plays Fresu Plays Ciammarughi”, rivela il contenuto del concerto, basato su composizioni originali sia del pianista umbro che del trombettista sardo, due musicisti, due universi espressivi che si incontrano di nuovo, dopo molti anni, nella fase di una piena maturità.
Loiri Porto San Paolo ospita alle 18 il “Modus Operandi” del trombettista Giovanni Falzone e il batterista Alessandro Rossi, un duo che si muove senza barriere di genere e senza pregiudizi nei confronti della musica, esplorando tutti i luoghi emozionali che è capace di generare. Musica che mantiene un legame stretto col jazz, e che mescolando strumentazione elettronica al suono acustico degli strumenti, genera una sonorità sempre fresca e sorprendente, enfatizzata dalla mancanza di uno strumento armonico, privilegiando così la melodia e il ritmo.
In serata i riflettori si accendono per la prima volta sul palco centrale del festival, quello allestito nella Piazza del Popolo a Berchidda. Ed è un evento davvero speciale quello in programma con inizio alle 21.30: “Tempo di Chet. La versione di Chet Baker”, produzione del Teatro Stabile di Bolzano nata dalla fusione e dalla sovrapposizione tra la scrittura drammaturgica di Leo Muscato e Laura Perini e la partitura musicale curata e interpretata dal vivo da Paolo Fresu alla tromba e al flicorno con Dino Rubino al piano, Marco Bardoscia al contrabbasso e le voci evocative di un cast composto da Alessandro Averone, Rufin Doh, Simone Luglio, Debora Mancini, Daniele Marmi, Mauro Parrinello, Graziano Piazza e Laura Pozone. Parole, immagini e musica per rievocare uno dei miti musicali più controversi e discussi del Novecento, Chet Baker, jazzista tanto maledetto quanto leggendario.
Lunedì 12
Prende le mosse a Mores la giornata di lunedì 12: alle 11, nella Chiesa di San Giovanni con il contrabbassista Sebastiano Dessanay e il suo progetto artistico 377 che lo vede impegnato ad attraversare la Sardegna in bicicletta: 377 paesi (tutti i comuni dell’isola) in 377 giorni per un viaggio partito lo scorso ottobre dal quale verrà fuori un personalissimo ritratto dell’isola. A Time in Jazz, insieme al trombettista Fulvio Sigurtà e al fisarmonicista Fausto Beccalossi, presenta in anteprima assoluta alcune composizioni nate in itinere durante il viaggio insieme ad altre composizioni del contrabbassista sardo, che in questa occasione suonerà anche il suo strumento di viaggio, l’ukulele basso.
Nel pomeriggio, a Olbia, torna in scena il trombettista Giovanni Falzone, stavolta alla testa del suo quintetto con Filippo Vignato al trombone, Fausto Beccalossi alla fisarmonica, Giulio Corini al contrabbasso e Alessandro Rossi alla batteria: alle 18, nella Chiesa di San Paolo, presenta “Pianeti affini”, un progetto (anche su disco) ispirato all’omonima opera pittorica dello stesso Falzone e al fascino dell’immensità dell’universo. “A seguito di questo primo dipinto” spiega il trombettista “è subito scaturito il desiderio di associare una serie di composizioni e sviluppare un’intera Suite attorno a questo argomento. L’obbiettivo principale fin da subito è stato quello di non voler fare un lavoro didascalico su ciascun pianeta ma bensì quello di creare un parallelismo tra le affinità cosmiche e le affinità necessarie che devono nascere all’interno di un gruppo musicale quando si accinge a registrare un progetto, creando così un microcosmo fatto di intesa, relazioni umane e creatività”.
Alle 21.30, a Berchidda, il palco di Piazza del Popolo accoglie i primi ospiti internazionali di questa edizione del festival, il pianista Omar Sosa e la violinista Yilian Cañizares con il loro progetto “Aguas” (pubblicato su disco lo scorso ottobre): una miscela coinvolgente e creativa di jazz, musica classica e delle radici afrocubane dei due artisti, qui affiancati dal percussionista venezuelano Gustavo Ovalles come special guest.
Ripetendo l’esperienza dell’anno scorso, tutte le serate in piazza del Popolo avranno un dopoconcerto all’insegna dei dj set d’autore nella piazzetta adiacente il palco: protagonista DJ Rocca (al secolo Luca Roccatagliati), producer e musicista attivo da metà anni Novanta, già dj resident di un locale di culto per la club culture qual è stato il Maffia di Reggio Emilia e con un bagaglio di esperienze che conta singoli, remix e album per alcune delle migliori etichette internazionali e collaborazioni con Howie B, Zed Bias, Dimitri From Paris, Daniele Baldelli, i Jazzanova e Franco D’Andrea.
Martedì 13 agosto
Il pubblico del festival ritrova Omar Sosa l’indomani mattina a Telti, protagonista di un piano solo in programma alle 11 nella Chiesa di San Bachisio. Poliglotta musicale capace con la sua arte di unire i continenti, il pianista nato a Camagüey cinquantaquattro anni fa, si esprime in un linguaggio jazzistico globale, stilisticamente unico, che celebra la diversità delle anime della musica delle Americhe e oltre, coltivando sempre un’intima connessione con le sue radici afrocubane.
Dalla Cuba di Omar Sosa al Brasile di Jaques Morelenbaum, in concerto alle 18 nel Convento dei Cappuccini a Ploaghe. Tra i più importanti rappresentanti della musica brasiliana nel mondo, il violoncellista conta una miriade di collaborazioni con artisti di fama internazionale testimoniate da più di 600 dischi in cui risulta di volta in volta arrangiatore, produttore, compositore o strumentista: collaborazioni con grandi artisti brasiliani, come Antonio Carlos Jobim, Caetano Veloso, Gal Costa, Gilberto Gil, Maria Bethania, Chico Buarque, Milton Nascimento, ma anche con altri musicisti come la compianta Cesaria Evora, Ryuichi Sakamoto, Sting, lo stesso Omar Sosa.
Altri suoni e atmosfere, in serata a Berchidda, con l’atteso ritorno a Time in Jazz, dopo diciotto anni, di Nils Petter Molvaer, già tra i protagonisti della memorabile edizione del festival dedicata alle trombe, nell’agosto 2001. Classe 1960, profeta, pioniere e ambasciatore nel mondo delle nuove tendenze del jazz nordico, capace di unire generi e stili differenti – jazz, ambient, house, elettronica, hip hop, rock – e rimodellarli con naturalezza in originali paesaggi sonori di profonda intensità, il trombettista norvegese sarà sul palco di piazza del Popolo a partire dalle 21.30 con l’inconfondibile suono del suo strumento alla testa di un gruppo con Johan Lindstrøm alla chitarra, Jo Berger Myhre al basso e Erland Dahlen alla batteria.
Mercoledì 14
Ci sarà modo di ascoltare ancora Nils Petter Molvaer in una esibizione solitaria, prevista per il 14 mattina (luogo e sede sono ancora da definire).
Nel pomeriggio – alle 18 nell’area archeologica di Museddu, vicina a Cheremule – ritorna invece a Time in Jazz, a distanza di un anno, il decano dei bateristi jazz italiani, Gegè Munari, in quintetto con il trombettista Francesco Lento, il sassofonista Marco Ferri, il pianista Domenico Sanna e il contrabbassista Vincenzo Florio, giovani compagni d’avventura con cui ha anche inciso un disco live nel 2015. Il repertorio si concentra su uno dei periodi più belli della storia del Jazz americano, l’era del Blue Note Sound degli anni ’60 di Lee Morgan, Herbie Hancock, Miles Davis. Classe 1934, attivo dai primi anni Sessanta, tra le sue numerose collaborazioni, il batterista campano conta quelle con Gato Barbieri, Enrico Rava, Franco D’Andrea, Martial Solal, Lee Konitz e Enrico Pieranunzi, oltre ad aver accompagnato artisti come Liza Minelli, Mirelle Martieu, Jerry Lewis.
Riflettori nuovamente puntati su Paolo Fresu, la sera del 14 agosto, a Berchidda, stavolta impegnato in una produzione originale del festival, in trio con il bandoneonista Daniele di Bonaventura (col quale condivide da anni un riuscito sodalizio artistico) e il violoncellista brasiliano Jaques Morelenbaum (una collaborazione nata sulla scia dell’album “Alma” di Paolo Fresu e Omar Sosa, uscito nel 2012 per la Tuk Music). Alle 21.30 sul palco di Piazza del Popolo.
Giovedì 15, Ferragosto
A Time in Jazz, la giornata di Ferragosto, come da tradizione, si snoda anche quest’anno dal mattino al pomeriggio tra le Chiesette di San Michele e Santa Caterina, nella campagna poco fuori da Berchidda. Una lunga giornata che proporrà diversi appuntamenti.
Il primo, dedicato ai più piccoli, è alle 10 intorno alla Chiesa di San Michele dove ritorna il regista, attore e autore Giancarlo Biffi con l’intrepido e coraggioso gufetto Rosmarino, protagonista del racconto “Rosmarino ma tu mi vuoi?”, una tenera storia d’amore e gelosia fraterna per piccoli lettori, pubblicata su carta da edizioni Segnavia; in azione, con Biffi, Paolo Fresu alla tromba, Sonia Peana al violino e altri ospiti.
Un’ora più tardi, alle 11, sempre a San Michele, si parla di Il Jazz va a Scuola, l’associazione nata lo scorso febbraio, a un anno esatto dalla costituzione della Federazione Nazionale Il Jazz Italiano presieduta da Paolo Fresu, con l’obiettivo di promuovere, sviluppare, diffondere e valorizzare nella scuola il linguaggio del jazz, le pratiche dell’improvvisazione e dell’invenzione e la conoscenza degli aspetti socioculturali e musicali di questi ambiti. Un progetto che prosegue e amplia il grande lavoro avviato negli ultimi anni dal mondo del jazz italiano che gravita intorno all’associazione I-Jazz. Il Jazz Va a Scuola è presieduta dalla cantante Ada Montellanico che insieme al vicepresidente Mario Piatti interverrà all’incontro in programma alle 11, sempre a San Michele.
A seguire, musica con il quintetto di Gegè Munari e la seconda parte del suo “Blue Note Project”, prima del trasferimento nella vicina chiesetta di Santa Caterina per l’immancabile pranzo tipico berchiddese.
Il pomeriggio si apre alle 17 con la presentazione di “Tanto per cambiare”, un saggio di Enrico Parsi (Pacini Editore) dedicato a Time in Jazz il cui contenuto è ben sintetizzato nel sottotitolo: “Paolo Fresu, Berchidda e altre storie di economia civile e (stra)ordinarie comunità”.
Poi, alle 18, sempre alla Chiesa di Santa Caterina, altro immancabile appuntamento del ferragosto di Time in Jazz, quello con i suoni della tradizione: di scena quest’anno il duo Fantafolk di Andrea Pisu e Vanni Masala, due riconosciuti maestri dei rispettivi strumenti, le launeddas e l’organetto diatonico, impegnati da alcuni anni in un percorso di sperimentazione che, partendo dagli schemi ritmici dei balli sardi, si apre a diverse influenze esterne creando una musica coinvolgente e dal forte carattere personale.
La serata di Ferragosto in Piazza del Popolo è come sempre divisa in due set: il primo vede quest’anno sul palco un’autentica icona della canzone italiana, Ornella Vanoni. Poi, nella seconda parte (con ingresso gratuito), tolte transenne e poltroncine, spazio alla consueta festa di Ferragosto: a menare le danze, quest’anno, sarà l’Orchestra Casadei che, guidata dal 2000 da Mirko Casadei, intreccia suoni e sapori di generi musicali di svariate provenienze; il liscio, marchio della dinastia romagnola, diventa trasversale, contamina e si fa contaminare, incrociando reggae, ska, taranta, altri ritmi e generi. Esperienze che arrivano anche dagli incontri live che hanno visto Mirko Casadei in jam session con artisti come Goran Bregovic, Frankie hi-nrg mc, Roy Paci Aretuska, Eugenio Bennato, Massimo Bubola, Gloria Gaynor, Kid Creole, Morgan, i Modena City Ramblers e, lo scorso anno, l’Orchestra della Notte della Taranta e Paolo Fresu.
Venerdì 16 agosto
Infine, la sera del 16 agosto, le ultime note del festival, come è consuetudine da qualche edizione a questa parte, spetteranno al suo inventore, Paolo Fresu, questa volta in duo con Daniele di Bonaventura nel prezioso contesto naturalistico dello Stagno di San Teodoro. Un felice sodalizio artistico, quello fra il trombettista sardo e il bandoneonista marchigiano, cementato negli anni attraverso tanti concerti e progetti (in particolare quelli con il coro corso A Filetta) e culminato nell’album “In maggiore” pubblicato nel 2015 dalla prestigiosa etichetta ECM.