Giunto alla sua sesta edizione, il torneo ha visto affrontarsi le rappresentative dei giornalisti, quella dei ragazzi della comunità di recupero dalle dipendenze da droga “Il Ponte” di Uta, i ragazzi della trasmissione La Gradinata Sport di Gennaro Longobardi e Fondazione per un Mondo Libero dalla Droga, che è stata anche organizzatrice di questo evento. Importante il supporto da parte dell’MSP Italia, sezione Sardegna, per aver messo a disposizione l’arbitro, così come l’ospitalità della Polisportiva Johannes che, sensibile all’argomento, ha messo a disposizione il campo da gioco.
L’aspetto sportivo e la competizione, per quanto fossero secondari rispetto al messaggio che si voleva dare, non sono venuti a mancare: il torneo si è suddiviso in due semifinali e le due finali per 3° – 4° posto e 1° – 2°. Dopo le prime due partite, che ovviamente hanno decretato chi avrebbe avuto accesso alle rispettive finali, si è visto fondamentalmente equilibrio in campo. Alla fine l’ha spuntata la formazione di Fondazione per un Mondo Libero dalla Droga che poteva vantare tra le sue fila anche l’ex rossoblu Gianni Roccotelli che ha fatto sentire la spinta della sua esperienza calcistica ed è stato il vero valore aggiunto per la formazione vincente che in finale ha affrontato la rappresentativa giornalisti. Il fatto che i ragazzi della comunità di recupero “Il Ponte” siano arrivati terzi e quelli de La Gradinata Sport quarti non deve essere visto come nota di demerito perché entrambe le squadre si sono battute con spirito di gioco e rispetto dell’avversario. Inoltre la chicca finale con l’ingresso in campo di Gennaro Longobardi è stato motivo di orgoglio per la squadra. Inoltre lo stesso Gennaro, affinché tutti i cittadini possano cogliere al meglio il messaggio di questo torneo, ha intervistato i partecipanti e l’evento verrà trasmesso su Sardegna 1 il primo lunedì di agosto
Il punto principale è che tutti quanto devono considerarsi campioni di solidarietà: nei confronti di chi vive i problemi legati alla droga, nei confronti di chi si sforza perché altri non finiscano nella ragnatela della droga, nei confronti di chi pur essendoci finito dentro si sforza per trovare nuovamente la luce dopo aver sperimentato quanto siano dannosi gli stupefacenti. Il messaggio di vivere liberi dalla droga è stato ulteriormente supportato dalla presenza dei ragazzi della comunità di recupero: vederli così vivaci nel gioco e sentire le loro dichiarazioni contro la droga e in favore di quanto sia bella la vita senza gli stupefacenti, è stato esempio vivente della possibilità di riprendere in mano la propria vita e determinare miglioramenti. Certo, non esclude la necessità di ricevere aiuto ma d’altra parte, ognuno di noi si sente pieno di gioia nel tendere una mano e non c’è che onore nel riconoscere la necessità di essere aiutati.
La fondazione organizzatrice, ispirata dal filosofo e umanitario L. Ron Hubbard, ha voluto sottolineare, come lui stesso affermò, che “la droga è l’elemento più distruttivo presente nella nostra cultura attuale”. La vita, libera dalla droga è il vero messaggio che deve essere immesso nella società ed è la vera convinzione che ognuno di noi deve avere in modo da indirizzare i propri sforzi perché questa cessi di far parte della quotidianità. L’ONU ha chiesto che in questa giornata ci si impegni per la lotta alla droga, Cagliari con questa iniziativa può affermare di aver risposto affermativamente.