Il disciplinare di produzione del Fiore sardo Dop prevede l’utilizzo di latte crudo. Un punto fondamentale che spesso è diventato motivo di scontro tra i pastori che lo producono in ovile e le industrie casearie perché appunto non si ha un metodo che possa distinguere con certezza scientifica un pecorino prodotto secondo i canoni tradizionali riportati nel disciplinare e quello taroccato e prodotto con latte termizzato.
Per questo da tempo si chiede lo studio e la realizzazione di uno strumento che possa certificare l’utilizzo di latte crudo.
“Abbiamo individuato nell’articolo 1 della cosiddetta legge Emergenze i fondi per finanziare questo studio e la realizzazione di questa nuovo strumento che garantisca il rispetto del disciplinare e smascheri le possibili truffe che danneggiano un prodotto storico e a marchio simbolo della pastorizia sarda – afferma il presidente di Coldiretti Nuoro Ogliastra Leonardo Salis -. E lo abbiamo scritto, insieme ad altre proposte, nel documento che nei giorni scorsi abbiamo inviato al Capo di gabinetto del Ministero delle Politiche agricole e al Prefetto di Sassari che stanno coordinando il tavolo ministeriale sul comparto lattiero caseario”.
Nel tavolo ministeriale del 31 maggio, infatti, si era stabilito che gli attori della filiera presenti, per una partecipazione attiva, mandassero delle proposte proprio sulla legge 44 del 21 maggio.
“Nel documento presentato da Coldiretti Sardegna – dice il direttore di Coldiretti Nuoro Ogliastra Alessandro Serra – tra i diversi punti avanzati, si è andati nel dettaglio proponendo di destinare parte del fondo di 10 milioni previsti nell’articolo 1 allo studio e realizzazione di questo strumento oltre alla valorizzazione dei distretti agroalimentari e i contratti di filiera che come stiamo sperimentando con il pecorino etico stipulato con la Biraghi sta dando ottimi risultati”.
Il fondo di 10 milioni di euro dell’articolo 1 mira a favorire la qualità e la competitività del latte ovino attraverso il sostegno ai contratti di filiera e di distretto, la promozione di interventi di regolazione dell’offerta di formaggi ovini a denominazione di origine protetta (DOP), nonché attraverso la ricerca, il trasferimento tecnologico e gli interventi infrastrutturali nel settore di riferimento.
“Oggi sulle produzioni del Fiore sardo c’è poca trasparenza e c’è la possibilità di poter certificare come Fiore sardo Dop un pecorino con latte termizzato come dicono da tempo i produttori storici di uno dei formaggi più antichi di Europa – sottolinea Leonardo Salis -. In questo modo si tuteleranno i produttori che rispettano il disciplinare ma anche i consumatori”.