Le proposte di legge sulle istituzioni delle Province saranno inserite nella programmazione dei lavori della Prima Commissione (Autonomia e Riforme). Lo ha assicurato ieri il presidente del Parlamentino, Pierluigi Saiu (Lega Salvini Sardegna), rispondendo alla richiesta del consigliere Giovanni Satta (Psd’Az), uno dei due firmatari della Proposta di legge n. 6 per l’istituzione della nuova Provincia del Nord-Est Sardegna. D’accordo all’istituzione delle Province anche l’Anci Sardegna, sentita ieri in audizione dalla Commissione Autonomia. Sono necessari enti intermedi tra Comuni e Regione, ha affermato Emanuele Deiana, presidente dell’Anci Sardegna, che abbiano poche funzioni ma qualificate, come la gestione delle strade, delle scuole superiori, del sistema idrico e dell’ambiente. Per Deiana la Gallura ha tutte le caratteristiche per diventare una Provincia, ma il presidente dell’Anci immagina un ente snello con un Consiglio provinciale che non superi i venti consiglieri e con una Giunta composta da cinque o sei assessori al massimo.
Un lavoro quello sugli Enti provinciali che, secondo il presidente Saiu, deve essere inserito in una Riforma organica e “coraggiosa che dia le risorse ai Comuni per garantire i servizi ai cittadini. E’ necessario, inoltre, regionalizzare la finanza locale, creare un riequilibrio di distribuzione di risorse – ha continuato Saiu – che tuteli le zone interne e quelle più deboli, anche con finanziamenti mirati, con la defiscalizzazione a favore delle aree rurali e con Zes”. Una posizione condivisa anche dall’Anci, che ha evidenziato la necessità di tutelare le zone interne e di combattere lo spopolamento e l’abbandono dei territori. Un argomento importante che va affrontato con uno sguardo di insieme attraverso un Testo Unico degli Enti locali, ha affermato il vice presidente della Commissione, Diego Loi (Progressisti), senza far prevalere gli interessi particolari dei singoli territori. Anche per Massimo Zedda (Progressisti) è necessario combattere lo spopolamento delle zone interne, partendo dalla salvaguardia delle aree agricole e rurali, anche attraverso il rafforzamento dei trasporti e dei collegamenti tra le diverse zone dell’Isola.
Per il presidente dell’Anci è necessario, inoltre, regionalizzare la Finanza locale e aprire un tavolo con il Governo per limitare i tagli di risorse applicati, negli anni, alle amministrazioni. Sulle situazioni di sofferenza dei Comuni e la copertura dei debiti fuori bilancio, Deiana ha affermato che è uno strumento importante che ha, però, delle regole ben definite e che spetta alla Regione verificare che tutti i Comuni siano tutelati in egual misura, visto che le Amministrazioni locali devono presentare un’autocertificazione. Per Deiana se per alcune realtà sono stati valutati anche altri debiti, oltre a quelli legati agli espropri, lo stesso trattamento deve essere esteso a tutti i Comuni.
Tanti i punti e le proposte che l’Anci Sardegna ha portato all’attenzione della Commissione. Tra le priorità scaturite dall’Assemblea dell’Anci, che si è tenuta ad Arborea il 17 aprile scorso, quella di rilanciare l’idea di un nuovo “Congresso del Popolo sardo”, coinvolgendo le forze politiche, sociali, imprenditoriali, culturali e dell’Università per ragionare sul futuro della Sardegna. Ma non solo. L’Associazione dei Comuni ha proposto la riforma dello Statuto, attraverso l’Assemblea Costituente, che dia più poteri ai sardi e maggior rispetto dello Stato italiano rispetto alla Sardegna, sulla riforma della legge elettorale che garantisca il pluralismo, la democrazia, le pari opportunità e la governabilità. Per quanto riguarda la riforma della Regione, l’Anci ha proposto meno burocrazia, più poteri e risorse ai Comuni e alle comunità, di sbloccare la spesa per il personale, risolvere il problema della carenza dei segretari comunali, “portare avanti una “contro-Bassanini” sarda con la separazione dei poteri e il rafforzamento degli organismi elettivi”, tutelare le zone interne e rurali e il paesaggio. L’Anci Sardegna ha chiesto, inoltre, che venga approvata una legge per la scuola sarda, che tuteli la cultura e la storia dell’Isola e il bilinguismo, che sia tutelato il diritto dei sardi alla mobilità e il diritto alla salute. Deiana ha anche manifestato preoccupazione per la richiesta delle Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna di ottenere maggiore autonomia e ha esortato la Commissione e il Consiglio regionale ad applicare al meglio lo Statuto della Sardegna e tutti gli strumenti in esso contenuti per il rilancio economico e sociale dell’Isola.
“Dal dibattito in Commissione – ha concluso il presidente Saiu – stanno emergendo linee guida condivise che la prossima riforma dovrà recepire. Una riforma che deve pensare ai cittadini, alle loro esigenze e deve aiutare le famiglie più deboli”. (eln)