La FIVI (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti), nella persona della presidente Matilde Poggi, torna a scrivere al Ministro Centinaio per chiedere che l’amministrazione che raccoglie i dati attraverso il registro telematico condivida le informazioni in suo possesso con gli altri soggetti titolati ad accedervi, così che non debbano essere richieste nuovamente agli imprenditori vitivinicoli.
“Chiediamo che il Ministro – dichiara la presidente Poggi– disponga gli atti necessari affinché i Vignaioli non siano più costretti a inviare più di una volta gli stessi dati a diversi interlocutori, così come previsto dalla bozza del Decreto Registri in nostro possesso. E che questa divenga prassi obbligatoria e omogenea in tutte le regioni. I dati caricati sul SIAN devono essere a disposizione di tutte le amministrazioni e di tutti gli enti certificatori”.
I Vignaioli chiedono inoltre che il Ministero vigili perché gli enti certificatori non esigano più la compilazione delle dichiarazioni cartacee, oltre a quelle telematiche, per la trasmissione dei dati vitivinicoli, trattandosi di fatto di un inutile duplicato.
Sono state diverse le segnalazioni da parte di soci FIVI di amministrazioni ed enti certificatori che hanno richiesto di effettuare, ancora in modo cartaceo, la dichiarazione di produzione e che quindi di fatto impongono ai Vignaioli un doppio e inutile lavoro.
Da ormai un biennio è operativo il sistema telematico dei registri connessi all’attività vitivinicola.
Non è stato un processo di innovazione facile, in un settore frammentato e fortemente tradizionalista che ha opposto resistenza, ma che alla fine si è convertito efficacemente all’innovazione.
Oggi tutto il settore vitivinicolo italiano opera fondando la propria attività sulla trasparenza che la registrazione telematica, basata sul SIAN, consente.
FIVI è convinta che questa richiesta di una duplice compilazione imponga carichi burocratici incomprensibili e costosi per tutte le aziende, non solo per quelle medie piccole che compongono l’associazione, e che dunque questo fatto minacci il rapporto tra Stato e Aziende.
I Vignaioli speravano in una semplificazione e si scontrano ora, invece, con un sistema che complica ancora il loro lavoro.