Molti dei lavoratori sentiti dagli ispettori non avevano neppure consapevolezza della tipologia contrattuale con la quale erano stati assunti, e alcuni di essi avevano già maturato in precedenza la qualifica per la quale erano stati assunti come apprendisti presso il resort; il che rendeva evidentemente non più possibile il ricorso al contratto di apprendistato.
Ma il quadro delle irregolarità poste in essere dall’amministrazione del Resort nella gestione del personale era molto articolato, e ha portato alla luce diversi comportamenti in danno dei lavoratori e dell’Erario.
Su 40 lavoratori è stato accertato che il resort inseriva in busta paga permessi non retribuiti di cui in realtà i lavoratori non beneficiavano, al solo scopo di abbassare fraudolentemente il monte retribuzioni e il relativo imponibile contributivo.
Per 67 lavoratori è stato accertato lo svolgimento di un orario di lavoro molto superiore a quello dichiarato dall’azienda e contrattualmente dovuto; di fatto agli pseudo apprendisti era imposto un orario di lavoro superiore alle 10 ore giornaliere, senza che lo stesso fosse regolarmente retribuito.
Per 29 lavoratori è stato accertato lo svolgimento di mansioni corrispondenti a una qualifica diversa e superiore da quella per la quale erano stati assunti e venivano retribuiti.
Sono stati inoltre disconosciuti 5 contratti di collaborazione coordinata e continuativa che in realtà mascheravano veri e propri rapporti di lavoro subordinato, al solo scopo di abbassare le tutele e la retribuzione dei lavoratori.
È importante sottolineare come la collaborazione tra Ispettorato del Lavoro e INPS ha consentito in questo caso la modifica in tempo reale delle posizioni lavorative interessate dall’accertamento, di modo che i lavoratori troveranno adesso sulla propria posizione previdenziale i maggiori contributi recuperati dagli ispettori a seguito dell’accertamento, senza alcun ulteriore passaggio burocratico.