Capita sovente di avvicinarci alla natura, perché quel bisogno di andarcene via è così tanto forte che l’aria del mare può lenire le nostre sofferenze e liberarci da quel peso che sentiamo addosso. Abbiamo bisogno di un raccoglimento per ritemprare la mente, sollevare il cuore dalle sofferenze contingenti: troppo da sopportare, troppo da digerire, pensiamo di non farcela. E’ in questi momenti che riusciamo a sentire, anche per pochi attimi, quel senso di libertà che da sempre ci appartiene. Dalla nascita sappiamo essere nostro e desideriamo ritornare a sentirlo, in profondità.
“Se non si è convinti del proprio valore, non ci si farà mai rispettare: senza autostima non si va lontani. Dignità e autostima vanno di pari passo”
Paolo Crepet
La famiglia sembra non comprendere le nostre difficoltà. Tanti discorsi dai quali si allontanano anche soltanto con il pensiero, con il ragionamento. La natura ha questo potere: sentiamo esserci levati il peso, anche se per pochi attimi, dalle spalle, dallo stomaco, dal cuore: il peso del nostro passato, i condizionamenti che ci tenevano ancorati alla persona che sentivamo essere. In questi momenti scopriamo d’essere qualcos’altro, una persona nuova, quando quell’aria soffia sul collo, sulle braccia, sul viso: non abbiamo più bisogno di controllare, di controllarci.
Ma cosa accade in quei momenti in cui tutto sembra andare a rotoli? Mandarlo a quel paese sembra servire a poco, perché vorremmo averlo davanti per dirgliene quattro: le parole dette in passato continuano ad echeggiare nella mente a distanza di giorni e lui sembra non volerne sentire, non riesce ad avvicinarsi per orgoglio. La soluzione doveva essere allontanarci ed è quello che abbiamo fatto. Ma se potesse ascoltare, nulla sarebbe più come prima: il nostro cuore si risolleverebbe e i nostri pensieri sarebbero tutti per lui, rivolti al benessere di entrambi. Nei momenti in cui eravamo soli con noi stessi avvertivamo quel senso di libertà, la liberazione dai pensieri che sembravano offuscarci la mente rendendoci quello che non eravamo: la rabbia si era impossessata di noi, delle nostre azioni e non ci riconoscevamo più. Guardare a quei momenti potrebbe rappresentare un motivo di svolta. Magari in quei momenti c’è la chiave d’accesso a quel mondo lasciato da tempo in disparte, e magari sta all’altro mostrarcelo.
Ad ogni modo sarà un successo: una volta ri-scoperta quell’antica verità della quale non ricordavamo nemmeno l’esistenza, tanti i condizionamenti che ci hanno impedito di essere noi stessi fino in profondità, ritorneremo a sentire quella libertà che scardina tutte le nostre convinzioni, i pensieri di paura.
“Dovresti imparare che la vita, come l’amore, è l’unico business il cui bilancio deve finire in rosso: bisogna dare tutto senza calcolare ciò che ci viene riversato. Quello che diamo agli altri è nostro per sempre, mentre quello che si tiene per sé è perso per sempre”
Paolo Crepet
La verità è sempre difficile da accettare, perché implica il superamento delle nostre paure, quelle nascoste in profondità e che tendiamo a non ascoltare per via di un altra paura ben più grande, quella del rifiuto da parte del prossimo, l’isolamento: in quanto esseri sociali abbiamo un’innato bisogno di sentirci parte di una comunità, per condividere, insieme. Tendiamo ad essere selettivi, riservando all’Amore che portiamo da sempre dentro di noi, un posto di nicchia, soltanto ad alcune persone, quelle che dimostrano uno spiccato interesse per quel che proviamo, desideriamo, affini alle nostre aspettative: in questo modo ri-creiamo, attorno a noi, un mondo ideale nel quale ci sentiamo a nostro agio, spingendoci poco o niente all’infuori della cerchia che dà sicurezza.
Il contro fuori da noi è specchio del controllo che esercitiamo sulle nostre emozioni, sulle nostre profonde paure:
Posso chiedermi allora: Qual’è la paura che limita l’espressione del mio massimo potenziale?
C’è una bellissima parola con la quale tutti dovremmo iniziare a familiarizzare, in un mondo o nell’altro: il Coraggio. Sappiamo di potercela fare perché siamo stati noi a scegliere quel che stiamo vivendo, quel che abbiamo vissuto e, forse, quel che vivremo: tutto quel che ci serve per andare avanti è prendere coraggio. Sarà più semplice guardando in profondità a noi stessi, per quanto sentiamo di poter fare, possiamo sempre fare qualcosa per cambiare prima la realtà dentro e vedere così un cambiamento all’esterno. Abbiamo infinite possibilità di espressione che nascondiamo ed il mondo aspetta soltanto di vederle.
“E’ giusto ribellarsi a una certa cultura che prevede che le emozioni debbano essere sempre controllate: che non bisogna piangere né ridere troppo e nemmeno essere eccessivamente tristi”
Paolo Crepet
Abbiamo soltanto bisogno di riconoscere i nostri bisogni più profondi, ritornando alla natura dalla quale proveniamo, ritornano alla cura di noi stessi, per la guarigione di quelle ferite che ci portiamo dietro e che l’altro continua a mostrarci con i suoi comportamenti, le sue parole, spesso violente, aggressive. La natura siamo noi, talvolta conformati all’aspettativa di una società che sembra trasformarci in quel che non siamo, mostrandoci modelli di coppia perfetta inesistenti e facendoci fare una vita innaturale, completamente sganciata dai ritmi della nostra vita interiore. Non ci appartengono, non hanno ragion d’essere per la nostra intima Felicità. Trovare noi stessi è importante per riuscire a stabilire un contatto profondo con l’altro e creare più connessioni possibili senza fuggire da quella Verità che sappiamo essere nostra: stando con l’altro cresciamo e sperimentiamo anche nuove opportunità scoprendo realtà che in altro modo non riusciremmo a conoscere.
Creare una diversa realtà in risposta alla nostra domanda di sempre: come posso vedere un altro mondo al di fuori di me?
Per vivere un mondo diverso ho bisogno di lasciar andare quelle vecchie convinzioni che limitano la massima espressione di me stesso, quel che sento rendermi Veramente Felice, e guardare a quello che sento essere il “limite”, dal quale tendo a rifuggire perché rappresenta per me una minaccia, cambiandone la percezione, riconoscendo la verità dell’altro ed arricchendola con la mia, senza paura. I vecchi modelli legati alla paura, alla perplessità, al timore di poter dire la propria opinione non erano funzionali e disconoscevano, di fatto, il desiderio dell’uomo alla libertà: sentendomi in fallo e su l’aspettativa di qualcun altro non avrei mai potuto essere me stesso. Spesso si è giocato sul rispetto reciproco per giustificare le proprie mancanze, quelle che oggi stanno rendendo il mondo cieco dalla rabbia e dal rancore ed alimentando un meccanismo sociale fatto di conflitti, contrasti a non finire. Ce ne lamentiamo e sappiamo essere conseguenza delle nostre stesse mancanze, quelle verso noi stessi: quel riconoscimento mai avvenuto si è espresso fuori e tende a ripetersi, come un circolo vizioso dal quale non riusciamo ad uscire. Diventa un gioco senza fine. Incolparsi a vicenda rappresenta un valido meccanismo di giustificazione di quel che è stato, dei nostri stessi comportamenti, delle nostre ferite emotive in profondità che tendiamo a nascondere all’altro per paura che possa farci del male, che possa infliggere il coltello sulla piaga.
Un pò di tempo per noi stessi: di questo abbiamo bisogno. Possiamo utilizzare questo tempo per dare spazio a quella Libertà della quale ci siamo sempre privati nell’aspettativa dell’altro, come dei genitori, degli amici. Il nostro bisogno più profondo è sentirci liberi da tutti i condizionamenti che ci hanno reso quello che desideravamo non essere, impedendoci di essere noi stessi con l’altro, con gli altri.
Trovare noi stessi rappresenta la chiave per ri-trovare quella Libertà che sentivamo aver perso, nel vortice del Condizionamenti familiari, parentali, sociali che, ad un certo punto, sembrano spezzare quell’equilibrio, la stabilità divenuta staticità emozionale, ristagno per il nostro benessere. Desideriamo qualcosa di più, nel momento in cui abbiamo coscienza che quanto ci circonda non risponde alle nostre esigenze di crescita.
Daniele Fronteddu