La mozione, presentata dai consiglieri Anna Maria Uras, Giuseppe Puddu e Patrizia Cadau, impegna la Giunta e il Sindaco, anche nella sua funzione di Presidente del Comitato di Distretto Socio Sanitario, ad attivarsi affinché vengano chiarite le azioni da intraprendere per ripristinare i servizi sanitari sottratti al territorio: Il documento chiede anche un impegno nelle sedi istituzionali regionali e nazionali perché l’Ospedale San Martino riacquisti piena autonomia funzionalità garantendo una adeguata, costante, efficiente e completa assistenza territoriale.
Illustrando la mozione, Annamaria Uras (Coraggio e libertà – Insieme) ha chiesto una forte presa di posizione forte di questa amministrazione contro il preoccupante depotenziamento dell’ospedale San Martino: “Ci sono tante disfunzioni e disservizi che toccano tutti i reparti, dall’oncologia alla chirurgia, diagnostica, ematologia e ginecologia”.
“Questa mozione ha mosso gli animi e suscitato una presa di consapevolezza – ha aggiunto -. Ho parlato con molti medici e tutti sono concordi: Il San Martino deve riprendere a funzionare e ad assicurare i servizi come faceva in passato. In questi anni abbiamo fatto scappare i migliori professionisti che operavano al San Martino verso altri presidi ospedalieri, professionisti che non sono stati rimpiazzati”.
Il subentro della ATS – si legge nella mozione -, lungi dal migliorare il servizio, ha svuotato e depotenziato i servizi del presidio ospedaliero cittadino. I servizi ancora funzionanti sopravvivono grazie alla ormai stremata disponibilità degli operatori medici ed infermieristici e paramedici, costretti a gestire quotidiane emergenze in una assurda carenza di personale e strumentazione.
“Chiediamo 4 cose – ha concluso Annamaria Uras -. Nomina di un primario di chirurgia generale, ripristino di emodinamica 24 ore su 24, endoscopia diagnostica con adeguato organico, adeguate sale parto”
“Bisogna assicurare la giusta attenzione alla tematica della salute in Sardegna – ha detto Giuseppe Puddu (La Civica Oristano) -. Ci sono carenze di organizzazione nella gestione della sanità che determinano una scarsa qualità dei servizi sanitari sardi. La provincia di Oristano è in coda a tutti i 12 parametri sanitari di una indagine pubblicata dal Sole 24 ore sui servizi sanitari territoriali. Questa è una conseguenza della disastrosa scelta della razionalizzazione della spesa ospedaliera. La riforma sanitaria della Giunta Pigliaru ha determinato effetti disastrosi: non portando ad alcun risparmio, provocando la crisi della qualità dell’assistenza e una crescente sfiducia dei cittadini sardi. Sono pronto a dimettermi, i consigli comunali e i sindaci lo dovrebbero fare per far sentire il dolore di questo territorio e denunciare questa grave situazione”.
Anche Luca Faedda (Forza Italia) ha sollecitato gesti forti per dare voce ai problemi del territorio: “Da quando in questa aula incontrammo l’Assessore regionale alla Sanità la situazione è solo peggiorata. Le dimissioni di una consiglio comunale servono perché la nostra voce deve essere sentita. La riforma sanitaria va rivista, lo hanno detto tutti in campagna elettorale, e mi auguro che sia davvero così. Non è possibile sentire che l’ospedale è sotto organico ma ci sono medici disoccupati”.
“Chiediamo che il San Martino sia efficiente e che il ruolo centrale di Oristano sia riconosciuto ragionieristico – ha aggiunto Angelo Angioi (La Civica Oristano) -. Non vogliamo che il rilancio del San Martino sia chiesto a discapito di altri presidi e non vogliamo che si tagli solo in base a un criterio La riforma però non ha tagliato dappertutto, da alcune parti si è tagliato e da altri ha dato più fondi”.
Per Francesco Federico (indipendente) “la sanità pubblica sta vivendo momenti di grave emergenza a discapito dei cittadini. Questo è frutto dei tagli ai bilanci, degli sprechi che ci sono stati e continuano a esserci, a una programmazione inadeguata. Dobbiamo coinvolgere i nostri rappresentanti ai vari livelli istituzionali per difendere il sistema sanitario territoriale. Ma sono convinto che non ci debba essere contrapposizione tra l’ospedale di Oristano e gli altri della provincia. Ci deve essere una unità di intenti a difesa della sanità che deve essere garantita con la presenza dei presidi nel territorio”.
“Occorrono manifestazioni eclatanti e plateali per denunciare questa situazione – ha detto Andrea Riccio (Progres) -. Di fronte allo smantellamento del sistema sanitario oristanese servono azioni forti. Non ci devono essere questioni di campanile e tutti dobbiamo impegnarci per il potenziamento di tutti gli ospedali della provincia”.
“L’importanza di questo argomento deve indurci a togliere la maglietta politica e indossare quella a difesa della sanità dell’intero territorio – ha esortato Vincenzo Pecoraro (La Civica Oristano) -. Il Sindaco è responsabile della salute della popolazione del territorio, il Consiglio comunale condivide questa responsabilità. Questo ci deve responsabilizzare e portare ad assumere impegni precisi. La sanità, non è una opzione dipendente dalla finanza pubblica, ma è un diritto esigibile della persona e quindi non sottoposto a condizioni”.
“L’Ospedale San Martino dovrebbe assumere a pieno titolo il ruolo di DEA, Dipartimento emergenza e accettazione di primo livello, con tutti i reparti che gli competono: unità intensiva coronarica che funzioni 24 ore su 24, una traumatologia che faccia anche ortopedia, chirurgia, medicina polispecialistica, radiologia e oncologia in grado di operare al meglio – ha aggiunto Pecoraro -. La corsa al risparmio è colpevole di questa situazione: spendiamo per la sanità il 30% in meno della Germania e della Francia”.
“Da un anno e mezzo sono presidente del distretto sanitario – ha ricordato il Sindaco Andrea Lutzu -. In questo tempo abbiamo fatto battaglie molto dure e assunto posizioni altrettanto decise. Abbiamo ottenuto anche risultati per pediatria e microcitemia e anestesisti, ma occorre insistere e questa mozione è giustissima, perché è il momento di rialzare la testa e farci sentire”.
“Eliminiamo qualsiasi parvenza di divisione tra gli ospedali di Oristano, Bosa e Ghilarza – ha concluso Lutzu -. Bisogna ragionare in termini generali per il bene del territorio. Propongo dunque una nuova riflessione approfondita e una delibera che dia indirizzi sulla sanità oristanese, su ciò che riteniamo giusto per il territorio e che chiediamo alla Regione”.