Sostituisce la Fondazione Sa Sartiglia e si occuperà della gestione integrata dei servizi culturali e turistici e della Sartiglia per la loro promozione e valorizzazione.
La costituzione del nuovo organismo, votata all’unanimità dal Consiglio comunale (14 i voti a favore: 13 della maggioranza più Patrizia Cadau del Movimento Cinquestelle, mentre erano assenti la minoranza e il gruppo della Civica Oristano), è stata salutata dall’applauso finale dei dipendenti del Museo Antiquarium arborense.
L’operatività della Fondazione Oristano sarà immediata: oggi la costituzione davanti al Notaio Ianni e dalla settimana prossima il via alle attività con il subentro nella gestione del museo, delle torri, della pinacoteca e dell’archivio storico comunale alla Cooperativa La Memoria storica.
“Il settore della Cultura è strategico per la programmazione di questo Comune” ha detto l’Assessore alla Cultura Massimiliano Sanna illustrando l’argomento in Consiglio comunale.
“Con le modifiche allo statuto della Fondazione Sa Sartiglia si avvia la gestione integrata dei servizi culturali e turistici – ha detto -. Un compito che già oggi la Fondazione Sa Sartiglia svolge in parte occupandosi dell’organizzazione della Sartiglia, ma anche di Monumenti aperti, di MuseoOristano e del Centro di documentazione della Sartiglia oltre che di numerose iniziative e manifestazioni culturali”.
“La Fondazione Oristano nasce oggi, ma sin dall’insediamento, 2 anni fa, questa amministrazione ha manifestato l’intenzione di volerla – ha aggiunto Sanna -. È stato un processo lungo, accompagnato da pareri tecnici, valutazioni politiche ed economiche, incontri con i dipendenti e con gli operatori. Abbiamo valutato tutti gli aspetti: quelli generali e quelli particolari. Oggi siamo qui perché crediamo che serva offrire un servizio di promozione e valorizzazione culturale, anche ai fini turistici e a beneficio anche dei dipendenti. Senza nulla togliere a quanto fatto finora siamo convinti che una gestione integrata dei servizi culturali consenta di un servizio più razionale, moderno ed efficiente. Ci sarà un controllo diretto e più efficace e sarà più facile reperire risorse finanziarie da soggetti pubblici e privati. Ci sarà un unico bilancio senza che questo determini una commistione delle risorse finanziarie”.
La nuova Fondazione opererà in tre settori: beni culturali, turismo, Sartiglia (istituzione che godrà di un’autonomia speciale). I servizi saranno garantiti dal personale attualmente impegnato nella gestione del Museo Antiquarium arborense, dell’Archivio storico comunale, della Pinacoteca Carlo Contini (16 dipendenti) e nella Fondazione Sa Sartiglia (2 dipendenti).
Il dibattito in aula ha fatto però emergere molti dubbi e critiche: sui tempi, sui modi, sugli aspetti gestionali e su quelli finanziari, sul modello scelto e sul coinvolgimento del consiglio comunale. E sono stati numerosi i consiglieri che se da un lato hanno chiesto la salvaguardia dei diritti dei lavoratori dall’alto hanno chiesto un rinvio della discussione per superare molte criticità.
Il primo intervento è stato quello di Angelo Angioi che ha illustrato i lavori della Commissione bilancio e cultura che dopo due sedute e 4 ore di discussione ha concluso l’esame della delibera con 3 astensioni, 1 a favore e 1 contrario: “Forse sarebbero servite più sedute e un’analisi più approfondita – ha detto Angioi. Di fatto questa fondazione diventa una società in house. L’idea della gestione integrata è buona ma il problema è capire come perseguire gli obiettivi. È stata prevista una struttura elefantiaca, ma è un elefante di carta perché il vero potere ce l’ha il comitato di presidenza”. Angioi ha manifestato dubbi sul piano finanziario: “Non si parla del passaggio di consegne dalla Fondazione Sartiglia alla Fondazione Oristano e non si capisce quale sia la situazione economico finanziaria, se ci siano situazioni debitorie importanti”.
Anna Maria Uras (Coraggio e libertà – Insieme): “Un progetto così importante e così bello avrebbe meritato un maggiore coinvolgimento di tutti i componenti dell’assemblea comunale. Siamo a favore dei progetti ambiziosi, però analizzando questo statuto emerge la sensazione che si sia voluta fare una cosa casereccia, molto piccolina che rimane in uno stretto ambito di persone che non va poltre il cortile già segnato. La composizione degli organi e degli uffici: non si capisce se il direttore sia organo o ufficio, però diventa un podestà della cultura cittadina che si occupa di tutto”.
Per Francesco Federico (indipendente) la cultura ha un ruolo strategico “ma allora perché in commissione si è parlato di questo intervento come di un esperimento. Si rende debole questo progetto già alla partenza. Si arriva a questo appuntamento senza avere il bilancio 2018 della Fondazione Sartiglia, questo potrebbe essere un azzardo”.
“Una situazione debitoria della Fondazione Sartiglia potrebbe creare problemi ai dipendenti del museo: cosa potrebbe accadere se una situazione debitoria non dovesse consentire una continuità aziendale?” ha chiesto Federico.
Andrea Riccio Progres (Progetu Repubblica Sardinia): “La valorizzazione del patrimonio storico è sempre stata sottovalutata ed è il momento di accelerare su questo piano. La Fondazione unica a me non piace. Per la natura stessa dell’argomento il pluralismo è assolutamente centrale. Non possiamo affidare a una sola entità la cultura oristanese.
La gestione della Sartiglia è molto difficile e delicata, coinvolge centinaia di persone e chi gestisce la Sartiglia non può occuparsi d’altro: delle torri, della reggia, dei momumenti. La cultura ha bisogno di visioni differenti, opposte, si sviluppa quando ci sono visioni separate che stimolano creatività”. Secondo Riccio, infine, per gestire un settore così vasto e complesso occorrono professionisti, pagati per le loro competenze “ed è sbagliato pensare che una seconda fondazione avrebbe costi maggiori, quei costi sarebbero investimenti”.
Efisio Sanna (PD) ha denunciato mancanza di condivisione “ma al di là del metodo e della forma abbiamo perplessità sulla sostanza. Si sta operando per una società ex novo e il livello di discussione è stato insufficiente. Questo provvedimento arriva all’attenzione dei consiglieri comunali da 15 giorni. Vogliamo contribuire ad una visione d’insieme, a una logica multipolare che coinvolga turismo, cultura e territorio. Ma non possiamo accettare soluzioni preconfezionate né utilizzare lo spauracchio della leva dei posti di lavoro. E se l’esperienza di un gestore non è stata positiva, non è detto che quel modello non sia positivo. I contratti di servizio devono essere fatti rispettare e questo non sempre avviene”.
“Non siamo contrari a un modello di gestione di un soggetto con compiti di regia, ma la Sartiglia deve essere un organismo a parte per la sua importanza e per la sua storia” ha concluso Sanna
“L’idea della creazione di un soggetto unico per la gestione integrata dei beni culturali e turistici mi piace – ha detto Monica Masia (Sport, salute, volontariato, natura) -. Ma ci sono dei però: dubbi e perplessità. Dobbiamo fare i conti con la realtà cittadina, con le risorse e i mezzi che abbiamo a disposizione e che non sono sufficienti, non siamo preparati. Mi sembra di dover firmare una delega in bianco a non so chi per fare non si sa bene cosa. È un programma fumoso che manca di concretezza”.
“Potrebbero sorgere dei conflitti nella programmazione nella gestione delle risorse all’interno del CDA” ha aggiunto lamentando l’estromissione dalla Fondazione dell’associazione cavalieri “i veri protagonisti della Sartiglia che non hanno alcuna voce in capitolo”.
“Non sono contraria in linea id principio a questo progetto, ma credo che occorra ripensarlo e riscriverlo” ha concluso.
“I Riformatori sono contrari all’idea della fondazione unica – ha esordito Veronica Cabras. Critico la modalità e la tempistica utilizzati per la nascita di questa fondazione. È stato ingiusto strumentalizzare la situazione dei lavoratori che rischiano il loro posto di lavoro”.
Per i Riformatori ci sarebbero dubbi sull’assunzione del personale e sulla posizione del direttore della Fondazione.
“Ma mancano obiettivi strategici – ha detto Veronica Cabras -. Vediamo una scatola vuota che andrebbe riempita con obiettivi chiari”.
Patrizia Cadau (Movimento Cinquestelle): “A me piace l’idea di una gestione unica, di una sola regia al servizio del patrimonio della città. Oggi siamo di fronte a un fallimento senza precedenti. Non cerchiamo colpevoli ma nel corso degli anni qualcosa è andato malissimo e non può più continuare, è necessario un nuovo approccio. La Fondazione è un’ottima visione da cui partire. La gestione integrata con la Sartiglia inizialmente mi spaventava ma ho superato queste perplessità. Contesto però il modo con cui si è arrivati oggi a decidere, è una grave scorrettezza politica. In soli 10 giorni abbiamo dovuto familiarizzare su questo tema strozzati dall’emergenza lavoratori”.
Per Maria Obinu (PD) il nuovo organismo è solo “la Fondazione Sa Sartiglia che cambia abito. Lo statuto che stiamo esaminando più volte rimanda a un regolamento che però non conosciamo e che invece dovrebbe essere parte integrante della delibera che dobbiamo votare. La Fondazione risponde a norme di diritto pubblico essendo una società in house. Mi chiedo dunque se i lavoratori del museo passeranno direttamente alla nuova Fondazione oppure essendo un organismo pubblico si dovrebbero fare concorsi, stesso discorso per il direttore, come sarebbe logico per una società di diritto pubblico”.
“L’attuale gestione del sistema museale è stato detto sia deficitaria e fallace – ha concluso -. Ricordo però che le linee di indirizzo della gestione museale sono del Comune”.
“Questa delibera provoca un genocidio storico culturale in salsa oristanese – ha detto Vincenzo Pecoraro (La Civica Oristano) -. Pur parlando da mesi di questo argomento si è voluti arrivare all’ultimo momento per decidere, senza condivisione. La discussione è rimasta tra l’assessore al bilancio e il suo cerchio magico, è mancato il confronto con il consiglio e con la città e con le competenze che esprime. È condivisibile l’idea di mettere insieme un ente che si occupi della cultura, insieme a tutti quei soggetti che a Oristano si occupano di cultura. La loro frammentazione operativa infatti rischia di marginalizzare la città nel contesto culturale regionale”.
Secondo Pecoraro la città sta rischiando di assuefarsi alla monocultura della Sartiglia.
“La Sartiglia d’altro canto ha bisogno di raccordarsi e di giocare un ruolo competitivo nell’arco di tutto l’anno – ha aggiunto -. Quello che non condividiamo è mettere insieme cose diverse, con interessi anche contrastanti la cui gestione necessità di competenze diverse. Non si può trascurare inoltre la difficile situazione di bilancio della Fondazione Sartiglia. Come è possibile affrontare questo cambiamento senza conoscere a fondo il bilancio della Fondazione Sartiglia”.
Pecoraro ha infine criticato il ruolo assegnato ai gremi e l’esclusione dei cavalieri.
Critiche anche da Giuseppe Puddu (La Civica Oristano) “per la mancata condivisione con i cittadini, con i gremi, con la pro loco, con l’associazione cavalieri, con i tamburini e i trombettieri, con i consiglieri comunali. Questa delibera dopo due anni di gestazione arriva oggi con la scadenza dell’appalto alle porte. Questo dipende da una incapacità politica e amministrativa o da quale altra mancanza?”
Secondo Puddu “i risultati della Fondazione Sartiglia sono discutibili. Si è valutato se i suoi debiti siano pericolosi per il Comune. Manca ancora il bilancio 2018 e noi non conosciamo i dati della Fondazione Sartiglia. È illegittimo accollarci debiti o perdite. Il piano finanziario è un’offesa per questo consiglio perchè privo degli elementi essenziali per verificare le opportunità e i rischi del nuovo progetto”.
“Io faccio parte della maggioranza e anche se ci sono cose che non mi vanno bene voterò a favore” ha annunciato Mauro Licandro (Riformatori).
“Sposo in pieno questa proposta – ha detto Davide Tatti (Fortza Paris) -. Questo argomento era all’attenzione della conferenza capigruppo a dicembre 2018. I capigruppo erano a conoscenza, non da 10 giorni, ma da molto prima. Se ci sono state sette stesure dello statuto è perché c’è stato un confronto, una discussione e quindi delle successive modifiche”.
Luigi Mureddu (Forza Italia): “Questa fondazione spaventa gli animi, ma in altre realtà sarde le fondazioni sono state create e non hanno creato tutte queste paure”.
Danilo Atzeni (PSdAz): “Vogliamo cercare di migliorare un percorso, bisogna avere il coraggio di osare”.
Il Sindaco Andrea Lutzu, dopo aver chiesto una sospensione e riunito la maggioranza, ha annunciato l’intenzione di non ritirare la delibera: “In certi momenti ci vuole coraggio. Capisco i richiami e le critiche della minoranza, i loro contributi, però ci sono momenti in cui bisogna prendere decisioni. Siamo a due anni di mandato, spero di farne altri 3 e chiedo alla maggioranza dei miei 14 consiglieri di votare la delibera. Questo voto è importante anche sotto il profilo politico. Ci accusano di essere lenti, ma quando sugli argomenti importanti cerchiamo di accelerare ci dicono che siamo troppo veloci”.
Nella replica che ha preceduto il voto l’Assessore Massimiliano Sanna ha chiesto provocatoriamente “In passato chi si è interessato del museo? Nessuno. Ho incontrato i direttore il giorno dopo l’insediamento di questa amministrazione e da lì è partito un ragionamento. A febbraio 2018 abbiamo iniziato a parlare di fondazione unica e oggi arriviamo a questa discussione mettendo in dubbio il lavoro compiuto in tutto questo tempo”.
Sanna ha ricordato che già oggi la Fondazione Sartiglia, così come la Pro loco, gestisce parecchio: “Nel periodo 2012/2017 un milione 266 mila euro (253 mila euro all’anno) sono stati trasferiti alla fondazione Sartiglia e alla Pro Loco per la realizzazione di progetti e organizzare manifestazioni. I Comuni non gestiscono eventi, non abbiamo le strutture per farlo e Fondazione Sartiglia e Pro loco ci consentono di farlo. Nel biennio 2017/2019 è stata trasferita una cifra analoga (680 mila euro), forse un po’ meno (226 mila euro). La Fondazione Sartiglia dunque è assolutamente in grado di gestire altro nel settore culturale. Il suo handicap più grave sono i trasferimenti della Regione che arrivano in grave ritardo e questi sono i debiti, non altro”.