Negli ultimi giorni si è appreso che è intenzione della Provincia Autonoma di Trento di procedere alla cattura dell’esemplare di orso M49 anche senza l’autorizzazione da parte del Ministero dell’Ambiente.
La decisione, presa in conchiuso di giunta, ha fatto il giro dei media e del web.
Le ragioni rivendicate dal presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti sono state ravvisate negli attacchi al bestiame e nel rischio della sicurezza pubblica. Fugatti in data 21 giugno ha inoltre reclamato la gestione autonoma degli orsi e ha definito problematico l’orso M49.
Gian Marco Prampolini, presidente LEAL Lega Antivivisezionista, spiega:“Abbiamo inviato la nostra diffida dal procedere con la cattura al presidente della Provincia di Trento e al Prefetto tramite il nostro legale rappresentante avvocato Rosaria Loprete con la piena intenzione di difendere gli orsi che ogni estate in Trentino sono oggetto di tentativi di cattura e uccisioni. Avevamo difeso e denunciato la vita e la libertà degli orsi Jurka, Daniza, KJ2 che sono poi stati vittime di interessi umani e speculazioni. Ricordiamo che l’orso M49 rientra tra quelli reintrodotti nella stessa area in cui vivevano Daniza e l’orsa KJ2 con i suoi cuccioli. Emerge anche una curiosa coincidenza che collega il caso M49 agli altri orsi catturati e uccisi: la zona è interessata dalla speculazione per la creazione di infrastrutture turistiche per impianti di risalita. Per quanto riguarda infine gli attacchi al bestiame anche nel caso di M49 non esistono prove a lui attribuibili e non è chiaro come sia possibile stabilire che si tratti esattamente di questo esemplare sulla base di semplici dichiarazioni. Crediamo inoltre che sia compito della Provincia Autonoma di Trento comunicare alla popolazione e ai turisti l’importanza del rispetto di ogni forma di vita in quanto tale e di una specie tutelata e protetta dallo Stato anziché instaurare un clima di diffidenza e paura che sembra avere derive fobiche controproducenti per un corretto rapporto con gli animali e l’ambiente”.
Nella diffida l’avvocato Rosaria Loprete ha sottolineato il numero delle morti accertate degli orsi facenti parte del progetto Life Ursus: 21 di cui 12 uccisi dall’uomo e tra questi 5 per mano della Provincia di Trento e della Forestale in operazioni di cattura; 17 quelli non rilevati geneticamente, 2 emigrati e 2 ricatturati e costretti a vivere in cattività.
Un grave danno causato alla biodiversità e al Patrimonio indisponibile dello Stato se si considerano anche le evidenze di altri esemplari di orso morti o spariti in Trentino e dei quali nonostante le reiterate richieste la Provincia di Trento non ha mai fornito dettagli rilevanti.