“Sono scattati i primi avvisi di licenziamento in tronco per i 210 lavoratori della CICT. Quello che più temevamo, quello che cercavamo di evitare da mesi, è purtroppo successo. Dov’era il Presidente Solinas fino a ieri? Quali impegni gli hanno impedito di interessarsi ai suoi concittadini che a breve resteranno a casa? È arrivato tardi, troppo tardi. Soltanto ieri il Presidente, dopo aver abbondantemente snobbato la vertenza, ha chiesto l’intervento del Governo. Un’iniziativa che adesso attendiamo con ansia. Oggi che il triste comunicato, a firma della Presidente del Cda della società Porto industriale di Cagliari Cecilia Eckelmann – Battistello, è stato ufficialmente diramato, non possiamo abbandonare i Portuali e le loro famiglie. Dobbiamo metterci subito al lavoro”.
Questo l’intervento del Gruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale. Alla luce delle ultime notizie, la capogruppo Desirè Manca e i consiglieri (Li Gioi, Fancello, Cuccu, Ciusa, Solinas) non arretrano di un centimetro nella battaglia in difesa dei posti di lavoro: questa mattina il Gruppo ha infatti presentato una mozione per chiedere al Presidente Solinas e alla Giunta di riferire in Aula quali sono le azioni che intendono intraprendere per garantire la salvaguardia dei posti di lavoro.
Tra queste non è ovviamente ammesso il ricorso agli ammortizzatori sociali: “Lo ribadiamo, la cassa integrazione non è la soluzione, è soltanto una pesante sconfitta che non accetteremo mai”.
La mozione presentata dal Gruppo M5S ripercorre la tempistica con la quale è stata affrontata la crisi. “Era il 28 maggio quando il Consiglio regionale ha approvato l’ordine del giorno che impegnava la Giunta a trovare soluzioni per snellire la burocrazia e ridurre i tempi. Non solo: si è parlato di Zes, di infrastrutture materiali e immateriali, di richiedere un tavolo nazionale. Un tavolo che si è riunto il 13 giugno al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ma senza alcun esito positivo, se non la prospettiva degli ammortizzatori sociali. Un tavolo inutile”.
“Riteniamo – continuano i consiglieri – che sia giunto il momento di smettere di giocare e di impegnarci seriamente. Subito per salvare i posti di lavoro, e successivamente per garantire al Porto di Cagliari gli istituti giuridici di vantaggio che merita. Il nostro non è un Porto di serie B e non possiamo credere che la sola riduzione del traffico abbia portato a questa situazione. Se davvero la società ha sfruttato i lavoratori sardi per investire fuori Sardegna, dobbiamo evitare che accada nuovamente. Se ci sono delle responsabilità vanno individuate, e da ora in avanti, dobbiamo muoverci in tutt’altra direzione”.