Per la rubrica culturale Alle origini della nostra civiltà, questa settimana è stata la volta di Torrazza, per visitare la millenaria Pieve di San Giorgio a pochi chilometri da Imperia.
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Durante la visita è stata fondamentale la presenza di Fra Giorgio Maria Michero, monaco agostiniano, che da diversi anni si prende cura della chiesa.
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La struttura originaria della Pieve risale all’XI secolo, un documento ne attesta infatti la consacrazione ad opera dei monaci benedettini nel 1001, anche se i rifacimenti nei secoli successivi ne hanno alterato l’aspetto primitivo.
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Nel Medioevo la chiesa diede il nome a uno dei tre terzieri, in cui era suddiviso il territorio di Porto Maurizio, il terziere di San Giorgio.
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L’anno di nascita 1001, che dette inizio al secondo millennio, fu ricco di simbologie. Quell’anno fu per la Chiesa l’inizio di un periodo di rinascita, dopo i terrori dell'”Apocalisse” e della “fine del mondo”.
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L’Europa in quel periodo si coprì di un bianco mantello di chiese, come scrisse il monaco cluniacense Rodolfo il Glabro, e la Chiesa di San Giorgio, nella sua semplicità e bellezza, doveva e poteva competere con le più famose coeve cattedrali romaniche dell’epoca.
Posto sopra l’ingresso della chiesa, si trova un magnifico organo che fu costruito nel 1778 da Giovanni Battista Ciurlo. L’organo è stato recentemente restaurato e, ancora oggi, accompagna le funzioni religiose dei fedeli.
La Pieve fa parte di una rete internazionale di camminamenti di pellegrini e si può pernottare nel limitrofo ostello gestito da Fra Giorgio Maria Michero.