“Sono enormi i quantitativi di amianto ancora presenti in Sardegna negli edifici pubblici e in quelli privati, molti addirittura ancora in uso. Questo accade in particolare nell’Oristanese, un territorio che, tra gli anni ’60 e la metà degli anni ’90, ha ospitato le più grandi fabbriche produttrici di manufatti in amianto come la Sardit, e la Cema sarda di Marrubiu. Ciononostante, finora poco o nulla è stato fatto per bonificare queste aree. La Regione, dal canto suo, non ha mai destinato risorse economiche e incentivi adeguati alla bonifica. Occorre quindi porre nuovamente attenzione al problema e ripartire da dove si era interrotto”.
Questo il grido d’allarme del consigliere del Movimento 5 Stelle Alessandro Solinas, volto a denunciare una vera e propria emergenza sanitaria e ambientale della nostra Isola.
Per Solinas, “è necessario un censimento dell’amianto presente sul territorio sardo, una verifica porta a porta, che comprenda anche i caseggiati abbandonati. Nessuno sa quanto amianto sia ci sia in Sardegna, ma quello che sappiamo di certo è che il costo sociale e sanitario della sua presenza supera di gran lunga quello legato alle bonifiche. Esigenza ancora più sentita nell’Oristanese, la zona della Sardegna che più di altre è afflitta da questo problema”.
L’appello è rivolto al Presidente della Regione, all’Assessore regionale alla difesa dell’Ambiente e all’assessore alla Sanità.
La priorità è sapere quali siano le iniziative che si intende intraprendere per eliminare o quantomeno arginare un problema così importante la cui permanenza troppo spesso viene giustificata addebitando la noncuranza agli elevati costi di bonifica.
Ma ciò costituisce soltanto un alibi usato da coloro che dovrebbero intervenire. La pericolosità delle fibre di amianto non è una recente scoperta, i numeri dei decessi per patologie ad esso collegate restano allarmanti.
“E’ doveroso che la regione ponga in essere ogni atto necessario per risolvere il problema alla radice, la commissione speciale d’inchiesta sulla presenza dell’amianto in Sardegna istituita sul finire della scorsa legislatura e riunitasi solo per una seduta, ha avuto troppo poco tempo per poter utilmente assolvere allo scopo per cui era stata costituita, richiediamo che se ne consideri la re-istituzione, perché questa abbia il tempo e le possibilità di dare il giusto apporto positivo alla risoluzione del problema”.
“Da decenni lavoratori ed ambiente risentono in maniera diretta ed indiretta delle conseguenze dell’esposizione ad amianto e dalla presenza di questo nelle nostre abitazioni ed aziende, la massima istituzione regionale non può continuare ad essere cieca e sorda ad un emergenza così risalente e mai realmente affrontata”.