Sempre più bici artigiane sul mercato regionale, sempre più piste ciclabili in Sardegna e sempre più passione per il cicloturismo isolano.
Ed è proprio la passione per le “due ruote” che negli ultimi 3 anni ha fatto crescere il numero di aziende sarde che producono, riparano e si prendono cura delle “due pedali”.
Sono, infatti, 72 le realtà sarde della bicicletta, 18 quelle artigiane, che danno lavoro a circa 200 addetti diretti. Una crescita netta rispetto alle 57 registrate nel 2016.
Questi dati derivano dal dossier “Artibici 2019-Artigianato e filiera della bicicletta”, indagine dell’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna, che ha rielaborato dati Istat e Infocamere tra il 2017 e 2018.
Un piccolo ma agguerrito esercito, quello che si occupa di ruote, manubri, telai e freni, che a livello nazionale mette in rete 3.081 imprese, cresciute del 2,6% in 5 anni, con 7.371 addetti, in cui dominano gli artigiani con 1.992 aziende e 3.582 addetti.
Dai laboratori artigiani escono sofisticati gioielli per conquistare i record mondiali, modelli per ogni tipo di specialità agonistica, innovazioni per l’utilizzo quotidiano. Una filiera produttiva famosa nel mondo di cui sono protagoniste proprio le piccole imprese che di ogni pezzo della bici, dalla sella al pedale alle ruote, realizzano un piccolo capolavoro di manualità, ricerca, tecnologia.
A livello territoriale sardo, 29 sono le imprese (6 quelle artigiane), che operano nella vecchia provincia di Sassari, 22 su Cagliari (7 le artigiane), 15 su Nuoro (2 le artigiane) e 6 a Oristano (3 le artigiane).
“I numeri del dossier dicono come ci sia ancora tanta strada da fare, e non soltanto in termini di infrastrutture – commenta Antonio Matzutzi, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – è necessario, infatti, programmare e incrementare gli investimenti in questo settore, per farlo crescere e creare economia buona e pulita”. “Significherebbe far crescere il turismo ma anche sostenere il settore delle costruzioni stradali, l’artigianato della produzione e riparazione di biciclette, oltre che il commercio – continua Matzutzi – ricordiamoci come ogni cicloturista spenda 130 euro al giorno rispetto ai 70 di uno che si reca al mare”. “Benefici ne avrebbero anche le aziende che si occupano di infrastrutture viarie – sottolinea il Presidente – infatti per realizzare un chilometro di pista occorrono circa 200mila euro”.
Un amore questo che fa crescere un importante sistema che coinvolge, direttamente e indirettamente, gli artigiani, i commercianti, le imprese di costruzione, i lavori pubblici e, soprattutto, lo sport e il turismo.
Un settore che, in maniera sempre maggiore, unisce tradizione produttiva e innovazione tecnologica e che alimenta un export che, anno dopo anno, diventa sempre più importante.
E’ grazie a questa qualità manifatturiera se le biciclette italiane si contendono il primato in Europa per il numero e il valore dei prodotti esportati.
Nel 2018 sono volate nel mondo 1.557.363 bici italiane (ci batte soltanto il Portogallo) e siamo terzi dopo Germania e Paesi Bassi per le esportazioni che hanno toccato quota 572 milioni di euro tra componentistica (373 milioni) e bici complete (199 milioni).
Duello con la Germania anche per quanto riguarda il primato europeo del valore della nostra produzione di biciclette: 1.201 milioni di euro a fronte dei 1.758 milioni realizzati dai tedeschi. Ed è la Francia, rivale storica dell’Italia nelle grandi sfide sportive sulle due ruote, il nostro maggiore cliente: nel Paese d’Oltralpe esportiamo bici complete e componentistica per 117 milioni di euro, pari al 20,6% del nostro export. Seguono la Germania (88 milioni, pari al 15,3%), %), il Regno Unito (42 milioni, pari al 7,4%) e la Spagna (39 milioni, pari al 5,7%).
Non soltanto sport e tempo libero: la bicicletta sta diventando il mezzo di trasporto preferito per recarsi a scuola e al lavoro. Dal rapporto di Confartigianato emerge, infatti, che sono 1.193.000 gli italiani che la usano per questi scopi con un aumento del 2,1% in 5 anni.
In Sardegna la due ruote viene usata da 6 abitanti ogni 1.000. A spingere di più sui pedali per i trasferimenti casa-lavoro-scuola sono gli abitanti di Bolzano (con una quota di 61 persone ogni 1.000 abitanti), seguono l’Emilia Romagna (49 persone su 1.000 abitanti) e il Veneto (45 persone su 1.000 abitanti).
A favorire l’utilizzo della bici è anche l’aumento delle piste ciclabili e del bike sharing.
Nel 2017 la lunghezza delle prime, nei comuni capoluogo di provincia/città metropolitane, è di 4.541 km, 177 km in più in un anno.
In Sardegna, quelle urbane sono cresciute di 7,6 chilometri a Sassari e di 6 a Cagliari.
Quanto al bike sharing, nel 2017 il servizio è attivo in 55 comuni capoluogo di provincia/città metropolitane, la metà (50,5%) del totale, ed è più che raddoppiata la disponibilità di bici, salita da 5,7 bici ogni 10 mila abitanti del 2016 a 13,9 del 2017 (+8,2 bici per 10 mila abitanti). Le biciclette disponibili per questo servizio, nei comuni capoluogo di provincia/città metropolitane sono passate da 10.261 del 2016 a 25.127 nel 2017, con un aumento di 14.866 unità, pari al +144,9%. Nella nostra regione questo servizio è attivo a Cagliari, Sassari, Alghero e Carbonia.
Importante anche la crescita del sistema delle ciclovie nazionali si estende per oltre 5,5 mila km di lunghezza. Nell’allegato al DEF 2019, questo sistema si estende per oltre 5,5 mila chilometri in lunghezza per 547 milioni di euro di investimenti.
In Sardegna, il piano infrastrutturale ha cominciato a finanziare la più lunga ciclovia italiana, la “Ciclovia della Sardegna”, un anello ciclistico da Sassari a Santa Teresa Gallura di ben 1.200 chilometri. Pochi giorni fa è stata presentata anche la ciclovia del Cammino Minerario di Santa Barbara che, nel Sulcis, passerà nel tracciato delle vecchie ferrovie.
Interessante anche lo sviluppo della mountain bike. Nel Gennargentu, notizie di pochi giorni fa, le antiche vie dei pastori del Supramonte diventeranno sentieri di alta montagna con 100 chilometri di tracciato per mountain bike, trekking ed escursioni a cavallo. E’ un ulteriore passo in avanti nel piano di sviluppo della rete ciclo-escursionistica che connetterà la fascia montuosa dell’interno con la dorsale “Sentiero Italia”, che da Santa Teresa di Gallura arriva fino a Castiadas: sarà il più lungo percorso escursionistico in Sardegna.
L’uso della bicicletta, inoltre, è stato favorito anche dalla diffusione delle biciclette elettriche, che permettono di coprire con minore sforzo distanze maggiori e di raggiungere anche le zone meno pianeggianti delle città, e delle biciclette pieghevoli che contribuiscono comunque a ridurre l’inquinamento cittadino e a migliorare gli spostamenti dei lavoratori che le usano al posto dei mezzi di trasporto privati per raggiungere le fermate dei mezzi pubblici.
“Quello delle biciclette– evidenza Matzutzi – è infatti uno dei settori in cui gli imprenditori artigiani sono stati artefici della rinascita e del rilancio della qualità manifatturiera italiana”.
Proprio negli anni della crisi gli imprenditori artigiani sono stati i promotori del ritorno alla bicicletta sofisticata, realizzando capolavori che esprimono tradizione, innovazione, talento, gusto e creatività.
“Quello delle due ruote è un mercato in evoluzione ed espansione – continua – lo è per le caratteristiche delle aziende che le producono, nell’utilizzo che se ne fa, nel valore del prodotto stesso che non è più solo un oggetto di consumo ma diventa uno stile di vita che a sua volta apre ad altre esigenze ed opportunità che riguardano sia la bicicletta, che diviene un bene di valore da tutelare, sia le sue diverse forme di utilizzo”.
“Puntando su questo tipo di mobilità – conclude il Presidente di Confartigianato – offriremo spazio per una nuova immagine del nostro turismo e si darà lavoro alle moltissime piccole e medie aziende del nostro territorio”.