“Compro la marijuana light a mio figlio perché si rilassa e almeno così so che cosa gli compro, non come quella degli spacciatori” ha detto un signore sulla sessantina d’anni ai volontari di Fondazione per un Mondo Libero dalla Droga e della Chiesa di Scientology che, nella serata di lunedì 22 luglio, distribuivano materiale informativo sui reali effetti della droga nel lungomare Poetto.
Segno di arrendevolezza, di preoccupazione o forse solamente irresponsabilità quella del sessantenne: parla del suo cucciolo di trent’anni, che probabilmente passa la maggior parte del suo tempo a piangersi addosso tra le mura di casa ed ha bisogno di marijuana per rilassarsi. Manca solo il sopraggiungere di una diagnosi psichiatrica e chissà, magari avrà anche una pensione.
Messo alle strette dai volontari, il sessantenne alla fine ha detto di rendersi conto che tutta la droga non è altro se non droga, si è arreso di fronte al fatto che seppure suo figlio consumi cannabis light, è dipendente da una sostanza in assenza della quale non riesce a rilassarsi e che prima o poi, la stessa dipendenza, lo porterà a pretendere qualcosa di più forte.
“La droga è l’elemento più distruttivo presente nella nostra cultura attuale” disse il filosofo e umanitario L. Ron Hubbard in un suo celebre scritto. Dalla storia che questo signore coraggiosamente ha raccontato, si nota proprio che la droga esiste perché la nostra cultura fino ad ora ci ha portato a non essere efficaci nel fare qualcosa contro essa, nonostante sia sufficiente un ragionamento banalmente logico perché chiunque giunga all’unica vera considerazione: la vita libera dalla droga è l’unico mezzo per garantirci la salute e stare lontano dai drammi.