Le criticità relative alla gestione dei crediti, le irregolarità nella lettura dei consumi e nella gestione della fatturazione, unita all’inadeguatezza, che più volte è emersa nella gestione degli impianti di potabilizzazione e depurazione, sono elementi negativi che hanno contribuito a tracciare un quadro grave e allarmante della situazione della società.
“L’obiettivo strategico che ha portato alla nascita di ABBANOA era la razionalizzazione dei processi di fornitura di acqua potabile, fognatura e potabilizzazione con adeguati standard di qualità ed efficienza dei servizi che oggi riteniamo non soddisfacenti” – dichiara il consigliere regionale Michele Ennas della LEGA primo firmatario dell’interrogazione – “Attraverso questo atto chiediamo alla giunta di eseguire le verifiche di competenza sulla società e quali sono le azioni che intende intraprendere in merito alle problematiche segnalate. I sardi chiedono un servizio che funzioni: ci aspettiamo un immediato cambio di rotta nella gestione e quindi nei risultati ottenuti. Non è accettabile che un numero considerevole di risorse economiche sia utilizzato per contenziosi con cittadini-utenti, associazioni o lo stesso personale della società nei quali la maggior parte delle volte Abbanoa è condannata a pagare”.
A giugno 2019 l’autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha deliberato di infliggere ad ABBANOA una sanzione di 3.300.000 € più una sanzione amministrativa di 550.000 € per aver messo in atto pratiche commerciali aggressive ritenute scorrette.
“Le azioni giudiziarie promosse sono innumerevoli e le relative spese a carico di ABBANOA sono altissime tanto è che una notevole quantità di fondi sono assorbiti per spese di lite contro utenti e personale della stessa ABBANOA. Inoltre, più volte sono emerse criticità nell’attività di conduzione degli impianti di potabilizzazione da cui dipende la sicurezza dei consumatori” – continua il consigliere regionale Ennas –
“Il ministero della Salute con un decreto del 2017 ha recepito le direttive europee sulla qualità dell’acqua e ha richiamato i gestori a una più severa valutazione del rischio introducendo il modello dei Piani di Sicurezza dell’Acqua che impone un’analisi approfondita di tutta la filiera idro-potabile. Sotto questo aspetto vogliamo la conferma che i dipartimenti degli assessorati interessati siano stati a suo tempo coinvolti e stiano agendo secondo quanto previsto dalla normativa”.