Alcuni tra i migliori autori e interpreti del teatro di ricerca italiano si confrontano con gli abitanti e il pubblico dei piccoli paesi della Marmilla, per una intensa settimana di laboratori e sperimentazioni. Da lunedì 8 a lunedì 15 luglio tornano le residenze di Progetti Carpe Diem, che con “Spazi di memoria” completa un ciclo triennale di lavoro e di studio nei paesi di Pau e Ales.
Programmati come sempre sotto la direzione artistica e organizzativa di Franco Marzocchi e Aurora Aru, sono diversi i progetti su cui lavoreranno, a stretto contatto con il pubblico e la popolazione locale, gli artisti in residenza. Tutti però con l’obiettivo di mettere al centro la parola, l’arte del racconto, per un teatro che sia teatro dello spettatore, luogo delle relazioni e della comunità. Ed ecco la scommessa di “Spazi di memoria“: l’intenzione di riconoscere al pubblico non solo il ruolo di un interlocutore attivo e centrale, ma anche un ruolo drammaturgico.
E in questo senso si orienta “Il mestiere del narrare”, residenza a cura di Fabrizio Saccomanno, attore, regista e pedagogo teatrale dal 1998, direttore per molti anni della scuola di teatro dei Cantieri Teatrali Koreja, fondatore della compagnia URA Teatro insieme a Fabrizio Pugliese.
Una residenza d’artista che sarà un percorso alla ricerca «del narratore che è in noi», spiega Saccomanno. «Non si tratta solo di cercare lo “stile” del nostro linguaggio, quanto piuttosto di approfondire il rapporto emotivo e profondo che instauriamo con la materia narrata». Il laboratorio verrà condotto a partire dalla scrittura per arrivare all’oralità, con l’obiettivo di costruire delle piccole storie. A fare da comune denominatore sarà la drammatica storia di un gruppo di studenti di medicina di Monaco detto Weiße Rose (La rosa bianca), che si oppose al regime nazista andando incontro a una fine tragica.
La residenza sarà arricchita dal workshop Sonus e fueddus, a cura del chitarrista cagliaritano Francesco Morittu, un laboratorio sulle musiche di scena che si muoverà sul crinale tra musica e identità.
Al termine della fase di studio è in programma un primo esito scenico aperto al pubblico, con lo stesso Saccomanno accanto ad Aida Talliente, attrice friulana dalle molte esperienze nazionali e internazionali, tra le più premiate del teatro italiano, nota al grande pubblico per i suoi ruoli in alcuni film Rai per la Tv.
In parallelo si svilupperà il lavoro di Silvia Paoli, attrice, regista, drammaturga, insegnante di teatro che ha lavorato con importanti registi nazionali e internazionali tra cui Peter Stein, Anton Milienin, Paolo Rossi. L’artista toscana è inoltre protagonista e autrice di monologhi di grande successo come “Livia” e “Bucce”. Per la regia di Andrea Macaluso, attore fiorentino dal lungo curriculum, lavorerà per proporre al pubblico un primo studio di “Caterina“, un testo di Giovanni Bianchi sulla vita di Caterina Vizzani, giovane donna che amò le donne e che morì a 24 anni, 8 dei quali – gli ultimi – trascorsi letteralmente nei panni di un uomo. Era la metà del ‘700, quando il vocabolario non disponeva dei termini gay, lesbica, omosessuale, e le persone LGBT non avevano parole per riconoscersi, per definire se stesse.
A completare il percorso residenziale di “Spazi di memoria” sarà, nel nome di una contaminazione tra le arti, la proiezione delle opere filmiche di Marco Antonio Pani, regista e documentarista tra i più apprezzati in Sardegna e premiato in tutta Italia, per molti anni docente di cinema all’Università della Catalogna a Barcellona.
Dall’8 al 15 luglio a Pau e Ales le residenze artistiche “Spazi di memoria“: l’arte di raccontare storie, nei paesi della Marmilla.