Altra tragedia è avvenuta in Croazia, dove una bambina di quattro anni è morta perché suo padre l’aveva lasciata nell’auto chiusa mentre andava dal barbiere. La bambina è morta all’ospedale per bambini di Rijeka a causa dei gravi danni agli organi vitali che aveva subito causati da shock termico e disidratazione. Il padre di 33 anni aveva parcheggiato l’auto lo scorso giovedì vicino alla città costiera di Rovigno, sulla penisola istriana. Poiché la figlia dormiva, la lasciò nel veicolo bloccando le portiere e andò dal barbiere. Le condizioni della piccola sono da subito apparse gravissime e per giorni è rimasta attaccata al respiratore artificiale nella clinica di Fiume dove era stata trasportata. Martedì il tragico epilogo. Il padre, è stato denunciato.
Ogni volta che la cronaca riporta questo tipo di tragedie, commenta Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sembra impossibile che possa succedere. Eppure i casi di bambini piccoli che muoiono dimenticati in auto sui sedili o legati al seggiolino non sono così rari e capitano in famiglie normalissime ed a genitori apparentemente impeccabili e incapaci di fare del male ai propri figli. Per i bambini restare in auto è molto più pericoloso che per gli adulti. Si chiama ipertermia, la loro temperatura corporea si alza più velocemente. Può arrivare già dopo 20 minuti e la morte sopraggiungere in due ore secondo quanto spiega un opuscolo del ministero della Sanità. In auto poi la temperatura può toccare i 40 gradi anche se fuori ce ne sono poco più di 20.
Quest’ennesimi drammi però devono essere da monito affinché non accadano mai più.