Questa vicenda, ha in qualche modo, portato all’attenzione il fenomeno delle truffe affettive effettuate tramite profili social di uomini inesistenti come questa triste storia conferma. Può succedere a chiunque, non solo alle persone fragili o senza vita sociale, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”.
Il fatto è che questi truffatori sanno entrare nella mente delle vittime, un po’ come se fossero degli psicologi. Ti studiano e cercano di isolarti, per poi colpirti nel momento giusto, quando sei presa e in ansia. Infatti, l’obiettivo del truffatore è quello di guadagnare la fiducia della vittima per ottenere somme di denaro sotto la finta richiesta di un prestito, di un regalo oppure di un aiuto per una situazione di emergenza.
Il raggiro termina quando sono stati consegnati i soldi o quando la vittima scopre di essere stata truffata. Con la fine dell’imbroglio si chiude repentinamente anche la relazione, con le vittime che vivono in modo traumatico la perdita della persona, più grave della perdita economica stessa.