Sotto i tendoni bianchi disposti al Giardino Comunale, la chitarra del giovane Simone Faedda accompagna il pubblico che piano piano prende posto.
Dopo l’intermezzo musicale è lo scrittore Fabio Geda a salire sul palco e a dare vita ad un interessante incontro con Stefano Catone, esperto in relazioni internazionali e autore nel 2019 del libro “Camminare. Lungo i confini e oltre.” edito da “People”.
E proprio di confini si parla, dei confini “naturali” come le Alpi, quelle impervie e a tratti inospitali montagne, che secondo lo stesso Catone, sono state in verità per lungo tempo un punto di incontro tra persone e popoli diversi, ed infatti, sarebbero quelli mentali, secondo l’autore, gli unici veri confini esistenti al mondo.
Ed è partendo da questa premessa che il dibattito si sposta sul tema dei confini italiani e dell’immigrazione, tema questo trattato dallo stesso Catone in una sua precedente opera titolata “Nessun Paese è un’Isola” in cui viene spiegato il funzionamento del sistema dell’accoglienza in Italia.
“Riace è un’ eccellenza -afferma l’autore – ma è anche un luogo irripetibile. Il sistema dell’accoglienza in Italia funziona tendenzialmente male”. Inevitabile a tal proposito, il richiamo in particolare al Decreto Sicurezza emanato lo scorso ottobre dall’attuale Governo.”In materia di cittadinanza- prosegue Catone- non possono esistere necessità e urgenza”.
E durante l’incontro viene giustamente rilevato come la disciplina della cittadinanza sia materia piuttosto complessa e delicata per la cui eventuale modificazione, destinata ad incidere significativamente sui diritti di tantissime persone, sarebbe stato necessario il ricorso al procedimento legislativo ordinario, come tale dotato di tutte le garanzie costituzionali, piuttosto che l’adozione di un decreto che, peraltro, secondo l’opinione di numerosi e autorevoli giuristi, sarebbe destinato ad una futura pronuncia di illegittimità costituzionale.
Mancherebbero infatti gli stessi requisiti della necessità e dell’urgenza previsti dall’articolo 77 della nostra Costituzione e che soli giustificherebbero l’adozione di un decreto legge.
A confermarlo sarebbero anche i dati riportati sul sito del Ministero dell’Interno secondo cui i migranti sbarcati in Italia nel periodo gennaio-luglio 2019 sarebbero 3126, nulla se paragonati agli 85.211 giunti sulle nostre coste nello stesso periodo del 2017.
Dati questi, fondamentali, che testimoniano quanto la realtà sia lontana dalla propaganda politica che ancora fa leva sull’ormai nota, quanto falsa “emergenza immigrazione”.
Quale che sia il destino che attende i due succitati provvedimenti, alla fine dell’incontro, una sola cosa sembra certa: quei confini mentali così ben descritti da Stefano Catone sono ben lontani dall’essere superati e abbattuti, ed anzi paiono destinati ad inspessirsi e innalzarsi su solide fondamenta di intolleranza e insofferenza.