Fondamentale, poi, mirare ad un obiettivo concreto e realistico. I voli pindarici sono sconsigliati. Che fare, dunque, con un capitale di partenza discreto ma non faraonico? Quali strategie adottare? Le opzioni, come anticipato, non mancano.
L’equilibrio prima di tutto
Secondo una guida sugli investimenti realizzata da Moneyfarm, non esiste una regola aurea per avere successo nel campo degli affari, ma è comunque sempre buona norma adottare alcuni accorgimenti di prudenza. A meno di non essere sceicchi del Qatar, una strategia equilibrata è sicuramente la via migliore se non per accedere al paradiso, quantomeno per non finire all’inferno.
Ad esempio, ad un lavoratore che dopo 20 anni di stipendio medio decide di investire il proprio capitale, è fortemente sconsigliato lanciarsi in mirabolanti acquisti di azioni all’ultimo grido, magari con la promessa (ma non la premessa, impariamo a distinguere queste due nozioni) di rapidi guadagni.
Qualsiasi consulente finanziario onesto, infatti, suggerirà al suddetto di suddividere il proprio portafoglio in modo tale da privilegiare le obbligazioni piuttosto che le azioni. Per quale motivo? Fondamentalmente, perché le seconde legano mani e piedi al destino della società emettitrice, mentre le obbligazioni, essendo prestiti, corrono un rischio molto basso di non vedere un ritorno, benché inferiore rispetto alle azioni, sotto forma, banalmente, di interessi. L’orizzonte di un buon investimento non deve mai essere inferiore ai 5/10 anni. Per i colpi di mano, cercare alla voce “casinò” (o derivati).
Gli investimenti finanziari consigliati
Naturalmente, non è finita qui. Un portafoglio bilanciato deve contenere qualche altro asset di un certo peso, altrimenti l’impresa rischia di non valere la spesa. Investire nell’oro è sempre un’ottima soluzione, benché anche “la valuta delle valute” sia soggetta a fluttuazioni niente male. A tal proposito, è bene ricordare che le oscillazioni nei rendimenti sono una cosa normale in questo settore, evitare di farsi prendere dal panico è la giusta via per il successo. Tornando ai tecnicismi, i bond governativi rappresentano un ancoraggio solido e sempre molto apprezzato, ma non lasciamo che il troppo entusiasmo causi poi dei tiri mancini da paura (il caso argentino rimane lo spauracchio di tutti gli investitori).
Da tenere d’occhio le azioni dei paesi in via di sviluppo, che offrono spesso rendimenti molto importanti; come detto, però, meglio non esagerare con questo tipo di prodotti. Affidare il proprio capitale ad un fondo di investimento (ne esistono diversi e di varia natura) è, infine, forse l’idea migliore in assoluto. Dei veri esperti nel settore consentiranno, in virtù di strategie consolidate, di accedere a mercati altrimenti impenetrabili. L’occhio deve, anche in questo caso, restare comunque sempre vigile.