BPCOmedia srl – che, insieme all’Azienda per la Tutela della Salute della Sardegna/ASSL Cagliari, Lanusei e Nuoro, ha avviato un protocollo per sperimentare il rivoluzionario dispositivo nato in Sardegna, che consente di tenere sotto controllo l’insidiosa Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) – ad agosto sarà presso la prestigiosa Università di Cambridge per presentare agli studenti il progetto BPCOmedia come Case Study.
La Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva
BPCO: una sigla che, ai più, risulta incomprensibile. Eppure si tratta di una malattia molto diffusa. Ne soffrono più di due milioni e mezzo di italiani ed è la quarta causa di morte al mondo, e – entro il 2020 – l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) la classificherà come terza causa. La BPCO è una patologia progressiva, solo parzialmente o per nulla reversibile, che colpisce l’apparato respiratorio con un’ostruzione delle vie aeree, spesso associata a uno stato di infiammazione cronica del tessuto polmonare. A lungo termine, produce un vero e proprio rimodellamento dei bronchi, provocando una riduzione consistente della capacità respiratoria e del contenuto di ossigeno nel sangue. Tale ridotta ossigenazione ha riflessi sugli altri organi influendo in modo significativo sulla qualità di vita, con sintomi come affanno e stanchezza.
Il dispositivo in sperimentazione, brevettato dalla startup BPCOmedia srl, spin off dell’Università Campus Biomedico di Roma, capitanata da Giuseppe Capasso, basato sull’uso combinato di un comunissimo smartphone e di un pulsossimetro (un piccolo strumento che si applica ad un dito della mano e che rileva calcolare quanto ossigeno è presente nel sangue) per evidenziare una eventuale riacutizzazione della malattia. I pazienti, semplicemente effettuando tre misurazioni al giorno con il pulsossimetro, potranno leggere direttamente sullo smartphone o sul tablet il proprio stato di salute. Le risposte saranno personalizzate in base alle caratteristiche fisiologiche di ogni persona e potranno indicare uno stato di salute normale oppure inviare allarmi per casi di desaturazione, di tachicardia, di peggioramento delle funzioni respiratorie o di missing data, ricordando al paziente se due o più misurazioni non sono state eseguite.
La genesi del brevetto
Il nuovo dispositivo parla anche sardo, visto che tutto è partito da uno studio di ricerca condotto in collaborazione con il Policlinico dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, il Laboratorio di Sistemi di Elaborazione e BioInformatica (CoSBi) della Facoltà Dipartimentale di Ingegneria della medesima università e la ASSL di Lanusei. L’indagine ha consentito di sviluppare un algoritmo che, attraverso i dati registrati dal pulsiossimetro, su migliaia di rilevazioni, ha evidenziato l’insorgere di eventuali riacutizzazioni o di situazioni critiche, assicurando un’accuratezza del 98,4%, anche meglio rispetto a quanto fatto in modo naturale dai medici. Nel 2016 la ricerca è stata presentata alla IEEE-EMBS International Conference on Biomedical and Health Informatics (BHI) di Las Vegas (On the Remote Detection of COPD-Related Worrisome Events”–BHI 2016), conquistando la copertina della rivista Ieee Journal of Biomedical and Health Informatics, (vol. 21, N° 2, marzo 2017). Recentemente il sistema di autocontrollo si è aggiudicato la menzione speciale all’edizione 2018 di UniCredit Start Lab, il programma di accelerazione pensato da UniCredit per le startup, dove BPCOmedia srl è stata premiata tra oltre 600 startup, di cui 76 iscritte nella categoria Life Science.
Attualmente si sta effettuando la spèerimentazione sui pazienti individuati nei Distretti Socio Sanitari dell’Ogliastra (Tortolì), Cagliari (Area vasta) e Nuoro