Un’intrigante e originale riscrittura delle numerose versioni antiche e moderne della storia del celebre aedo, firmata da Bianca Melasecchi (per Aida Studio) per affrontare le molteplici sfaccettature di un personaggio emblematico, simbolo della poesia e della musica, capace di ammansire le fiere e sedurre l’uditorio al suono della sua lira, fino a sfidare l’oscurità e il gelo della morte in nome dell’amore per Euridice.
Una pièce inedita che attinge alla letteratura antica e moderna e al teatro per restituire l’immagine dell’artista tracio, figlio di Calliope e (forse) rivale di Apollo, la cui fama ha varcato i secoli in virtù di uno straordinario talento e del fuoco di una passione che arde per l’eternità.
I versi dei poeti – da Ibico a Virgilio, da Ovidio a Angelo Poliziano, fino a Rainer Maria Rilke e Dino Campana senza dimenticare Robert Browning e Guillaume Apollinaire – e gli echi nella tragedia da Eschilo a Euripide fino al dramma di Jean Cocteau e all’ “Eurydice” di Jean Anouilh, e ancora i “Dialoghi con Leucò” di Cesare Pavese e i riferimenti incrociati, da Platone a Salman Rushdie., da Jack Kerouac a Elfriede Jelinek, il monologo di Claudio Magris e il cinico racconto di Gesualdo Bufalino offrono differenti spunti e chiavi di lettura di una vicenda in cui si confondono paura e desiderio, una favola triste ai confini tra sogno e realtà.
Andrea Bosca attore già conosciuto e apprezzato dal grande pubblico grazie a serie come “Don Bosco” e “Raccontami”, fino a “Medici” e “Il capitano Maria”, accanto ai films d’autore – da “Noi credevamo” di Mario Martone a “Magnifica presenza” di Ferzan Özpetek, fino a “Pasolini” di Abel Ferrara, ma anche a brillanti commedie come “Nemiche per la pelle” di Luca Lucini – si confronta con la figura di un Orfeo leggendario e contemporaneo, tra luci e ombre, tra il genio dell’artista e la fragilità dell’uomo in una serie di variazioni sul sentimento più universale. Il dolore per la perdita dell’amata, uccisa dal morso di un serpente induce l’aedo a infrangere l’ultimo tabu e discendere nell’Ade per riportare la sposa nel mondo dei vivi, ma quell’impresa ormai quasi conclusa felicemente, fallisce per l’irresistibile tentazione di voltarsi a guardarla, troppo presto, quando ancora la ninfa non era del tutto sfuggita al regno dei morti.
La doppia morte di Euridice consegna la driade e il suo cantore e marito all’immortalità ma intorno a quello sguardo fatale, che segna il destino di lei, son fiorite ipotesi contraddittorie e interrogativi, talvolta maliziosi, talaltra ancor più densi di pathos perfino dell’originale, fino a capovolgere il significato di un gesto forse istintivo, perfino casuale ma forse consapevole e non proprio innocente.
Andrea Bosca (diplomato alla scuola del Teatro Stabile di Torino diretta da Mario Avogadro, poi un corso di perfezionamento con Luca Ronconi e un esordio sul palcoscenico con “L’amore per sempre” dedicato a Giovanni Testori) sbarca nell’Isola nella magica cornice di Nora all’ora del tramonto per un viaggio alle sorgenti del mito. Sul palco sospeso tra mare e cielo l’attore dà voce all’aedo leggendario sulle note di Christoph Willibald Gluck e Georges. Bizet, Jacques Ibert, Ennio Morricone e Astor Piazzolla, passando per Pietro Mascagni, Joseph Kosma, Stefano Gueresi e Claude Debussy – interpretate da Stefano Maffizzoni al flauto e Giulio Tampalini alla chitarra – in una performance avvincente e struggente sul filo delle emozioni, con qualche punta di garbata ironia (seguendo le illazioni di moderni autori e “esegeti” del mito), per un trionfo d’amore e poesia.