Orbene, apprendo con soddisfazione che gli stessi, fiancheggiati dai soliti noti giornalisti al servizio di una certa classe politica malsana, continuano, attraverso comunicati stampa, nel tentativo di confondere il lettore con fantomatiche ricostruzioni dedite esclusivamente a distorcere la vera realtà sui fatti.Intanto, Lucio Rispo e Angelo Antonio Merlini devono prendere atto che sono indagati a seguito di plurimi procedimenti penali pendenti presso la Procure della Repubblica di Tempio Pausania, a cui, negli ultimi giorni, si è aggiunta la Procura della repubblica di Roma con il PM Dott. Alessandro Di Taranto, titolare del fascicolo penale N. 68../2019 K cui vede, appunto, proprio Rispo e Merlini coinvolti a vario titolo in associazione con altri soggetti tra quali qualche Notaio.
Alla luce di quanto sopra, il sottoscritto Alessandro Marini chiarisce di non aver nulla contro il Mater Olbia Hospital, nonostante alcuni personaggi continuino a millantare fantomatiche cariche societarie riconducibili al Qatar.
Mi preme ricordare, inoltre, che le vertenze giudiziarie incardinate presso il competente tribunale di Tempio Pausania sono:
Proc. civile 920/2016 riconoscimento della proprietà a titolo originario comprendente i 60 ettari confinanti e collegati al compendio ospedaliero Mater Olbia Hospital, in data 6 marzo 2019 ad ore 9,45, il Giudice designato Dott. Daniele Busico, al medesimo procedimento, che vede, per la parte attrice, l’avvocato Giuseppe Nicola Murineddu e per la convenuta Sardinia Healthcare S.r.l. , l’avvocato Angelo Antonio Merlini costituitosi con un non meglio identificato atto, definito procura/delega, con firma falsa, contraffatta, apocrifa, depositata per di più in fotocopia.
E proprio l’avvocato Merlini non dovrebbe dimenticare ed ignorare che in quella circostanza chiese ulteriore termine per poter sanare il medesimo documento ottenendo termine al 22 maggio 2019. E come non ricordare che in quella data Angelo Antonio Merlini ha depositato un ulteriore atto con ben 2 firme false apocrife e contraffate e non riconducibili all’espressione grafica del Dott. Tidu Maini, presidente della SHRP S.r.l.; a seguito di ciò, la convenuta SHRP Srl, non potrà più fare alcuna eccezione essendo in diritto estromessa dal processo.
Mi sorprende come ancora i due soggetti si ostinino e continuino imperterriti a millantare incarichi o fare riferimenti a fatti e cose oramai non attinenti alle vertenze odierne e, per di più, a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Ai signori Merlini e Rispo consiglio vivamente di non perseverare su fatti e cose già a disposizione in atti della magistratura competente capitolina, che, con ogni probabilità, potrebbero riserverà loro spiacevoli sorprese, dal momento che l’attività’ giudiziaria messa in campo non è di poco conto. All’avvocato Merlini mi preme ricordare che i processi si fanno nei tribunali e non sulla carta stampata, grazie ai soliti 4/5 giornalisti amici che raccontano, senza atti alla mano, fatti non rispondenti alla realtà e che, alla fine, contribuiscono ad allontanare gli investitori istituzionali dalla Sardegna.
Il problema del Mater Olbia Hospital non è stato creato da Alessandro Marini, ma da quelle persone che con tracotanza, scarsa propensione al dialogo e frutto del loro pensiero d’immunità e potere, hanno cercato, in un primo momento, di distruggere mediaticamente il sottoscritto, ma con il passare del tempo, alla luce dei fatti e atti in possesso dell’autorità Giudiziaria, la situazione si è completamente ribaltata.
Dispiace e rammarica il fatto che Angelo Antonio Merlini e il suo compagno di viaggio Lucio Rispo, mediante comunicati stampa utilizzino linguaggi minacciosi contro quei giornalisti liberi e intellettualmente onesti che ogni giorno, con dedizione, fanno il loro lavoro di informazione impeccabilmente, a questi giornalisti va la mia massima stima e apprezzamento.
Concludo augurandomi che il Consiglio della Regione Autonoma della Sardegna, in concerto con la stessa Commissione Sanità, non assumano dei provvedimenti che sarebbero nulli o illegittimi e, per di più, costerebbe agli stessi onorevoli consiglieri gravi ripercussioni (110 C.p. 640 C.p.) sulla loro carriera politica, oltre a tante altre conseguenze.
Alessandro Marini