Ha debuttato, questa mattina, anche in Sardegna, lo scontrino elettronico.
Obbligatorio, per ora, per tutte le attività artigiane, commerciali e di somministrazione con volume d’affari superiore a 400mila euro, che rivoluzionerà il punto cassa e l’amministrazione di un consistente numero di imprese sarde.
Infatti, si passerà dall’attuale cassa fisica ad un’infrastruttura completa e certificata con la funzione di memorizzazione ed invio dei corrispettivi, con la garanzia di una connessione sicura e inalterabile diretta all’Agenzia delle Entrate.
La relazione tecnica del provvedimento che introduce l’obbligo – decreto legge 119 del 2018 – indica che, a livello nazionale, sono 1 milione 157 mila le imprese e lavoratori autonomi che operano con scontrini a cui si sommano 575 mila soggetti che operano solo con ricevute, per un totale di 1 milione 732 mila imprese e autonomi con scontrini e ricevute, da cui si stimano poco più di 250 mila soggetti con un volume d’affari superiore a 400 mila euro.
Un’analisi settoriale dei settori interessati dall’obbligo di memorizzazione elettronica e di trasmissione telematica si può desumere dalla distribuzione per comparti dei contribuenti che effettuano operazioni imponibili ai fini IVA verso consumatori finali, utilizzando in gran parte scontrini e ricevute fiscali.
Prevale il settore del Commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e motocicli con il 28,6% dei contribuenti con operazioni B2C, seguito da Attività professionali, scientifiche e tecniche con il 14,4%, Costruzioni con 13,6%, Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione con 11,8%, Attività manifatturiere con 7,7%, Altre attività di servizi – in cui sono comprese imprese di riparazione pc e beni per uso personale e per la casa, lavanderie, tintorie, saloni di barbiere e parrucchiere, istituti di bellezza e pompe funebri – con il 5,6%.
“E’ un cambiamento importante che avrebbe richiesto più tempo – commenta Antonio Matzutzi, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – perché questa scadenza ha già creato caos anche per via dei ritardi nell’emanazione dei decreti attuativi e delle difficoltà oggettive legate al cambiamento tecnologico in atto”.
Infatti, secondo le segnalazioni ricevute dall’Associazione Artigiana, moltissime imprese hanno incontrato, e incontreranno, difficoltà sia nell’installazione dei nuovi registratori telematici, sia nell’adeguare l’attuale misuratore fiscale.
Le problematiche nascono, principalmente, dai numerosi provvedimenti che nel corso degli anni si sono susseguiti in merito alla certificazione delle prestazioni di servizi tramite ricevute fiscali e alla necessità di dover adattare gli stessi al nuovo adempimento.
Ci si riferisce, in particolare, all’obbligo di rilascio del documento commerciale, unicamente per finalità di controllo, all’atto dell’ultimazione della prestazione anche se l’importo della stessa non è determinato o pagato. Come pure all’obbligo di emissione del documento commerciale in presenza di prestazioni eseguite in garanzia, senza addebito di importo, al cliente. Queste e altre particolarità devono essere gestite tramite il registratore telematico.
Su richiesta di Confartigianato Imprese, in relazione a tali situazioni di criticità, nello stesso Decreto Crescita è stato previsto che “per un periodo di sei mesi dall’avvio del nuovo obbligo, la non applicazione di sanzioni im caso di trasmissione telematica dei dati relativi ai corrispettivi giornalieri entro il mese successivo a quello di effettuazione dell’operazione, fermi restando i termini di liquidazione dell’imposta sul valore aggiunto”.
“L’operazione – continua Matzutzi – purtroppo non sarà senza costi per le imprese: artigiani e commercianti, infatti, dovranno sostituire o “aggiornare” i registratori di cassa investendo fra gli 800 e i mille euro. In compenso otterranno un credito d’imposta del 50 per cento entro la soglia massima di 250 euro (50 euro nel caso di ammodernamento di una vecchia macchina)”.
Per questo motivo Confartigianato Imprese ha sottoscritto con la Custom Spa azienda leader nel settore, una convenzione attraverso la quale le imprese associate possono acquistare un registratore di cassa a condizioni economiche esclusive, con sconti pari al 28%.
Gli apparati in convenzione sono di 3 tipologie e coprono segmenti di mercato diversi a seconda delle differenti esigenze degli associati e i prezzi sono comprensivi delle operazioni di messa in servizio degli apparati.
Per informazioni e ordini sono a disposizione le associazioni provinciali in tutta la Sardegna. Le imprese che acquisteranno un registratore di cassa possono usufruire di un ulteriore importante abbattimento del costo dell’apparato attraverso un credito di imposta pari al 50% della spesa sostenuta, con un massimo di 250 Euro.
In ogni caso, questo è soltanto l’anticipo della vera, importante consistente, “rivoluzione” che arriverà il 1° gennaio prossimo.
Secondo quanto appena stabilito dal “Decreto Crescita”, tutte le attività soggette a IVA, quindi anche gli artigiani e i commercianti al minuto con fatturato annuo inferiore a 400.000 euro, saranno obbligate al nuovo scontrino.
“Siamo preoccupati sia per gli artigiani sia per le imprese – conclude Matzutzi – che operano in una sede non fisica e nei territori che soffrono la carenza di connessione web. Per questo continueremo a batterci affinché il Decreto possa essere migliorato, consentendo alle imprese di operare con il minor impatto burocratico possibile”.
Confartigianato Sardegna ricorda come solo una fetta limitata dei sardi possa beneficiare della banda ultra larga, un servizio ormai essenziale.
Un recente studio dell’Associazione di Categoria sull’offerta di accesso ad Internet in banda ultra larga, ha rivelato come la nostra Isola, a livello nazionale, con una copertura del 53,8% della popolazione (dato composto da una quota del 28,5% relativa alla velocità 30-100 Mbps e da una quota del 25,2% relativa alla velocità 100-1.000 Mbps), occupi appena il 15esimo posto.
A livello provinciale sardo, le più fortunate sono le famiglie di Cagliari, il cui territorio è coperto al 72%. Seguono quelle di Sassari (copertura al 55,9%), del Medio Campidano (55%), Carbonia-Iglesias (49%), Olbia Tempio (41,2%), Nuoro (38,6%), Oristano (32,3%). Chiude, ultima nell’Isola e a livello nazionale, l’Ogliastra con solo il 13,2% dei nuclei familiari coperti.
L’elenco delle categorie esonerate dal rilascio dello scontrino è molto lungo e parte dai tabaccai e da chi vende altri beni commercializzati esclusivamente dai Monopoli. Ci sono anche i produttori agricoli, i giornalai, e anche i notai, almeno per le prestazioni per le quali sono previsti onorari, diritti o altri compensi in misura fissa, nonché i protesti di cambiali e di assegni bancari. Scommesse e new slot, ma anche la custodia e amministrazione di titoli ed altri servizi resi da aziende o istituti di credito da società finanziarie o fiduciarie e dalle società di intermediazione mobiliare. Fumisti e i più classici ciabattini, ombrellai e arrotini in forma itinerante. Le sarte e ricamatrici senza collaboratori o dipendenti, calzolai e tutti coloro che vendono cartoline e souvenirs, palloncini, giochi per bambini, gelati, dolci e caldarroste, olive “fusaie” non muniti di attrezzature motorizzate. La vendita di panini e bevande agli stadi, alle stazioni, nei cinema e nei teatri.