Stella Zero è un maiale e solo da poche ore respira l’aria della campagna e si può sdraiare sull’erba profumata.
Stella non è un maiale come tanti in quanto ha un elettrodo piantato nell’encefalo. L’animale è reduce da un esperimento avvenuto in un laboratorio: la sua fronte è bombata ed ha una piccola cicatrice in mezzo alle orecchie.
Tuttavia è troppo rischioso, per la sua salute, rimuovere l’impianto che rimarrà come il marchio di un abuso. A Magnago i volontari che l’hanno adottata e hanno trattato per la sua liberazione cercheranno di farle dimenticare tutto il dolore e le privazioni subite.
Stella, rimarrà un’ospite speciale del rifugio Porcikomodi e per la sua storia straordinaria e quasi unica al mondo può diventare l’ambasciatrice del riscatto animale. Nei suoi 8 mesi di vita non ha visto il sole né sentito il vento tra le setole, non ha mai camminato sull’erba, sguazzato nell’acqua o grufolato nel fango. Ha conosciuto solo aria condizionata, luce artificiale, pareti asettiche, pavimenti scivolosi come gli oltre 115 milioni di animali che nel mondo vengono utilizzati per la ricerca scientifica. Solo in Italia 600 mila muoiono nei laboratori di ricerca.
Sara D’Angelo, responsabile dell’associazione Vitadacani e del Santuario dichiara:“Ogni giorno sarà per Stella una scoperta, avrà il piacere di potersi riparare in una casetta che abbiamo costruito per lei, scoprire i sassi ed annusare il verde immenso che la circonda, potrà muoversi finalmente in libertà e socializzare con gli altri animali ospiti del rifugio godendosi i bagni di acqua e di fango e la pace della campagna. Ricordiamo – prosegue Sara D’Angelo – che il 2 febbraio 2019 il Ministero della Salute ha pubblicato gli ultimi dati relativi al numero di animali usati ai fini scientifici per l’anno 2017 e nell’elenco delle specie animali che vengono abitualmente usati nei laboratori vi sono oltre a topi, ratti, criceti, gerbilli e primati non umani, anche cani, gatti, conigli, bovini, cavalli, asini, ovini, rane, rettili, pesci e maiali. Nessuna specie viene risparmiata: non possiamo che augurarci un futuro molto vicino dove la sperimentazione scientifica possa ricorrere solo ai metodi alternativi sostitutivi per una ricerca etica“.