Focus sulle vicende del popolo dei sardi – gli antichi Shardana, dal nome SRDN inciso su una stele ritrovata proprio a Nora – con la pièce pensata per l’inimitabile scenario della città fenicio-punica e poi romana riaffiorata dall’oblio grazie alle varie campagne di scavo condotte da studiosi come Giovanni Spano e Filippo Vivanet, e poi Filippo Nissardi alla fine dell’Ottocento e infine da Gennaro Pesce negli Anni Cinquanta del Novecento. Un avvincente e poetico racconto per quadri, in cui le visioni di una Sardegna arcaica lasciano il posto ad altre più recenti, per riportare alla luce le differenti facies e le stratificazioni culturali di una civiltà millenaria, tra i molteplici influssi e gli incontri e scontri con altre genti del Mediterraneo.
«Una distesa infinita di acqua chiamata mare. A destra la torre. A sinistra le terme. In mezzo il tempo, questo spartiacque tra ieri e domani che scivola via tra le dita di una mano dell’oggi come sabbia» scrive Rossella Dassu nel riproporre l’interrogativo fondamentale – «Chi siamo? Da dove veniamo?» su cui si fondano memoria e identità, guardando al futuro: «siamo il risultato di coloro che ci hanno preceduti, siamo la premessa di coloro che saranno». Tra le rovine del passato si riconoscono i fondamenti del presente, nella conoscenza affondano le radici su cui costruire la moderna consapevolezza di sé nel mondo, indispensabile per non smarrirsi nella complessità e orientarsi alle soglie del terzo millennio.
L’Isola al centro del “mare nostrum”, crocevia di popoli e culture, ha assistito al succedersi delle varie civiltà, dall’epoca nuragica a cui risalgono le prime frequentazioni del territorio, fino all’arrivo dei fenici e dei cartaginesi, con la fondazione della città (avvenuta secondo Pausania ad opera dell’eponimo eroe Norace, a capo degli Iberi), divenuta ben presto ricca e fiorente, per raggiungere il massimo splendore tra V e IV secolo a. C. fino alla conquista romana (238 a. C.).Tra le città più importanti – e inizialmente designata come capitale della provincia di Sardegna e Corsica, Nora (con la condizione privilegiata di municipio romano) continua a prosperare anche negli ultimi secoli dell’impero, per essere poi abbandonata intorno al V secolo d. C. sotto la spinta delle incursioni dei Vandali. La caduta dell’Impero bizantino e la nascita dei Giudicati, poi l’influenza pisana e genovese, il Regno di Sardegna sotto la dominazione degli aragonesi, degli spagnoli e infine dei Savoia e l’unificazione del Regno d’Italia rappresentano altrettante fasi della storia del Sardegna, per arrivare attraverso le due guerre mondiali alla creazione della repubblica – in cui la Sardegna conserva – o dovrebbe – la peculiarità di regione a statuto speciale.
“Tracce nella città sommersa” ripercorre in una sequenza cronologica i mutamenti politici e quindi culturali e sociali, mettendo l’accento sulla condizione dei sardi sottomessi alla potestà di altri popoli, tra brevi aneliti indipendentisti fino ai recenti movimenti autonomisti, come sul paradosso di un’Isola abitata da genti coraggiose e fiere – quasi indomite come attestano i reiterati “trionfi” di Roma che corrispondono ad altrettante campagne militari necessarie per ottenere e conservare il controllo sui preziosi “granai” – ma incapaci apparentemente di trovare quell’unità necessaria per il proprio riscatto.
«All’ora del tramonto tra le antiche rovine della città di Nora compaiono quattro custodi del tempo – svela Rossella Dassu nelle note di presentazione – hanno il compito di conservare il passato, rivivendo come in un eterno ritorno la storia di cui sono stati protagonisti nella notte dei tempi, quando ancora i Nuraghe erano fortezze abitate da valorosi guerrieri venuti dal mare, quando il fenicio Norace approdava sulle coste dell’isola per dare a questo lembo di terra il suo nome, quando il popolo dei sardi combatteva la sua guerra senza fine contro gli invasori con i quali inevitabilmente finiva col confondersi mutuandone usi, costumi e divinità».
Una trama avvincente in cui si intrecciano eventi e personaggi reali e leggendari, a partire dalle antiche fonti letterarie e documentarie, senza tralasciare le scoperte archeologiche e le tesi più o meno ardite e rivoluzionarie di storici e studiosi contemporanei, per uno spettacolo che unisce la modernità del linguaggio all’interazione con il paesaggio, in un vero e proprio progetto “site specific” pensato per il magico scenario di Nora. Un’occasione per confrontarsi con la storia dalla parte dei vinti – e non solo dei vincitori – e riscoprire un patrimonio materiale e immateriale, fatto non solo di “rovine” ma anche di memoria, vissuto ed emozioni, in cui è possibile ritrovarsi e riconoscersi perché passioni e pulsioni umane – amore e odio, invidia e gelosia, avidità e orgoglio – sono rimaste immutate nei secoli.
L’attrice, autrice e regista Rossella Dassu inizia il suo percorso artistico a Cagliari con la compagnia Cada Die Teatro poi, diplomata come Attrice al Corso di formazione Europea al C.R.S.T. di Pontedera, si trasferisce a Bologna dove vive e lavora attualmente. Collabora con la compagnia deicalciteatro, vincitrice del Premio Iceberg e finalista del Premio Scenario e fonda insieme con altri operatori dello spettacolo Ca’ Rossa, Associazione Culturale che realizza produzioni teatrali e progetti di formazione e distribuzione principalmente nel territorio dell’Emilia Romagna. Attrice per Teatri di Vita in diversi spettacoli con la regia di Andrea Adriatico, si occupa di formazione e didattica teatrale all’interno di Istituzioni Scolastiche e Progetti finalizzati all’inclusione sociale e alla prevenzione del disagio. Negli ultimi anni realizza principalmente spettacoli sugli stereotipi di genere con la regia di Alessandro Lay del Cada Die Teatro.
CULTURE LAB
Il CeDAC Sardegna – che ha sempre contribuito a dare lustro e a far conoscere il sito archeologico di Nora e in particolare il teatro romano attraverso la programmazione del Festival La Notte dei Poeti – rafforza con la nascita del progetto “Pula-Nora archeologia nel futuro”, sostenuto dal bando CultureLab con l’obiettivo di migliorare la fruizione del sito e diffondere ulteriormente l’immagine di Nora e di Pula nel mondo attraverso la creazione di un sito dedicato (www.teatroromanodinora.it); la realizzazione di interventi mirati per favorire l’accessibilità e abbattere le barriere preservando l’integrità dei monumenti; la reinvenzione del paesaggio grazie al light design per mettere in risalto il sito archeologico in una suggestiva visione notturna.
Tra le “azioni” anche laboratori e performances “pensate” e riplasmate sui luoghi, che suggeriscono uno sguardo differente e modalità “interattive” per approfondire la conoscenza della storia e dell’identità degli antichi abitanti dell’Isola seguendo le tracce del tempo e nel tempo e il filo invisibile delle emozioni.
Tracce nella città sommersa
Percorso teatrale nel sito archeologico di Nora
testo e regia Rossella Dassu
con Rossella Dassu e Daniel Dwerryhouse
Lara Farci e Ada Quondamatteo
“Gli Iberi, dopo Aristeo, si trasferirono in Sardegna sotto la guida di Norace e da essi fu fondata la città di Nora, e tramandano che questa fosse la prima città dell’isola. Si dice che Norace fosse figlio di Hermes e di Eritheia figlia di Gerione.”
Pausania
Si racconta che sotto la città di Nora anticamente sorgesse un Nuraghe.
A destra la torre. A sinistra le terme.
Chi siamo? Da dove veniamo? Seguiamo le tracce e ritroviamo brandelli, sassi, cocci, schegge impazzite di ieri che con tenacia sono arrivate fino a noi per dirci che siamo il risultato di coloro che ci hanno preceduti, la premessa di coloro che saranno. Di padre, in figlio, in padre ci siamo mescolati con tutti coloro che sono approdati sulle coste dell’isola, ne abbiamo adottato la lingua, gli dei, la cultura, in una narrazione che ad ogni dominazione ha acquistato un ulteriore brandello di sé.
I resti di Nora sono stati scoperti casualmente, quando una violenta mareggiata nel 1889 ha riportato alla luce una parte dell’edificio funerario del tophet, fino ad allora era rimasta sommersa e invisibile. E’ da quelle pietre che parte il nostro racconto.
All’ora del tramonto tra le antiche rovine della città di Nora compaiono quattro custodi del tempo, hanno il compito di conservare il passato, rivivendo come in un eterno ritorno la storia di cui sono stati protagonisti nella notte dei tempi, quando ancora i Nuraghe erano fortezze abitate da valorosi guerrieri venuti dal mare, quando il fenicio Norace approdava sulle coste dell’isola per dare a questo lembo di terra il suo nome, quando il popolo dei sardi combatteva la sua guerra senza fine contro gli invasori con i quali inevitabilmente finiva col confondersi mutuandone usi, costumi e divinità.
Si ringraziano per le loro preziose suggestioni
Sergio Atzeni, Giulio Angioni, Michela Murgia, Maria Teresa Petrini, Marco Tullio Cicerone
Durata 60 minuti
L’autrice e regista
Rossella Dassu inizia il suo percorso artistico a Cagliari con la compagnia cada die teatro.
Nel 1997 si diploma come attrice in Toscana frequentando il corso di formazione europea presso il C.R.S.T di Pontedera. Approfondisce i suoi studi di teatro e danza partecipando a seminari nazionali e internazionali, trai suoi principali maestri Danio Manfredini, Yoshi Oida, Yuri Altschiz. Vive e lavora a Bologna dove realizza spettacoli e progetti teatrali di cui è autrice ed interprete, collabora saltuariamente come attrice con la compagnia Teatri di vita, realizza produzioni in collaborazione e con compagnie e associazioni dell’Emilia Romagna e con il Cada Die Teatro a Cagliari.