Roberta Balestrucci presenta due libri, Annie il vento in tasca (Sinnos) e Perfide (HOP), mercoledì 17 a Macomer, al Centro servizi culturali, alle ore 19 con Paola Cadeddu, e giovedì 18 ad Assemini, per l’estate asseminese, all’anfiteatro della scuola media, via Cipro, alle ore 21 con Pina Doi.
L’incontro fa parte dell’Estate Asseminese e sarà accompagnato da una performance musicale dell’Associazione Musica è Cultura di Assemini.
Sempre giovedì 18, ma a Sassari, Nicolò Migheli presenta La grammatica di Febrés (Arkadia), presso la libreria Koinè alle ore 19, in dialogo con Ninni Tedesco.
Sabato 20, invece, sarà a Turri, con Maurizio Onnis, in piazza Pertini alle 20.
Da sempre appassionata di letteratura per l’infanzia, narratrice per professione, Roberta Balestrucci si occupa, per il Centro Servizi Culturali di Macomer, di animazione alla lettura e laboratori con i bambini, ragazzi e adulti.
Vince il bando internazionale per prender parte alla manifestazione Reggionarra2013, azione pilota del progetto EDUCA, finanziato dall’Unione Europea, in collaborazione con il Centro Internazionale Loris Malaguzzi di Reggio Emilia, Fondazione Reggio Children, e il Teatro dell’Orsa di Reggio Emilia con il quale collabora.
Al momento segue, con lo Sportello Europa Giovani di Macomer, il progetto di scambi culturali Europeo Youth in Action.
Annie il vento in tasca è la storia di Annie Londonderry in cui c’è uno scambio di conoscenze: lei insegnerà a leggere al suo futuro marito, lui le insegnerà ad andare in bicicletta.
E proprio la passione per la lettura di Annie (di grande ispirazione è per lei Il giro del mondo in 80 giorni) la porterà ad aprirsi al mondo, a sfidare se stessa per il grande desiderio di farcela.
Racconta Roberta Balestrucci Fancellu, che con Luogo Comune è autrice di questa nuova graphic: “Una giovane ragazza con la mia stessa passione, la bicicletta, che non ha temuto il mare, le chiacchiere della gente, le difficoltà economiche e tutto il resto per realizzare il suo sogno, se vogliamo anche un suo capriccio: dimostrare che se si vuole si possono realizzare i propri sogni”.
Mentre in Perfide servono più cattive di qualità! Nella letteratura per ragazzi ci sono otto volte più cattivi maschi che femmine. E le femmine sono quasi sempre solo streghe. La storia insegna, però, che ci sono sempre state donne davvero perfide.
Si tratta di una raccolta appassionante di ritratti e storie di donne realmente vissute che hanno agito male, facendo della perfidia la loro arma prediletta, adoperata per avere o mantenere il potere, per vendicarsi, per resistere a coercizioni, per ottenere giustizia o per rispondere ad una passione irrefrenabile.
Da Lucrezia Borgia a Maria la Sanguinaria, dalla Monaca di Monza ad Elizabeth Bathory, per arrivare a Elizabeth Nietzsche ed Elena Ceaușescu.
Nicolò Migheli, invece, è un sociologo che si occupa di sviluppo rurale e di comportamento organizzativo. Ha al suo attivo diverse pubblicazioni di carattere scientifico, molte delle quali dedicate alla cultura, alla storia, alla tradizione di vari territori e comunità sarde.
È anche autore di numerosi interventi e articoli su agricoltura, pastorizia, cibo e altre tematiche collegate alla conservazione e gestione dei saperi e peculiarità dell’isola.
Hidalgos è il suo romanzo d’esordio (2011), con il quale è finalista al Premio Alziator 2012, al Premio Chambery 2013 e al Premio Cuneo.
Nel 2013 partecipa all’antologia La cella di Gaudì (Arkadia). Del 2013 è il suo romanzo, sempre per Arkadia, intitolato La storia vera di Diego Henares de Astorga.
La grammatica di Febrés (Arkadia) è la storia di Andrés Febrés, gesuita catalano, missionario e linguista, autore di una grammatica della lingua dei mapuche che affronta una vita avventurosa che lo porta dal Cile nel Regno di Sardegna.
Febrés si trova a vivere negli anni in cui venne sciolta la Compagnia di Gesù e diventa latitante perché forse autore di scritti critici contro il papa e il regno di Spagna, vive a Cagliari sotto il nome falso di Bonifacio D’Olmi.
Qui si dedica alla compilazione di una grammatica della lingua sarda che viene rifiutata dal governo Sabaudo.