[foto id=”282725″]
Inoltre, si potrà ancora visitare la mostra Nessuna Pietà, ispirata al pensiero e opera di Antonio Gramsci, inaugurata l’11 Maggio scorso.
Francesco del Casino nato a Siena nel 1944 si è diplomato Maestro d’Arte all’Istituto d’Arte di Siena e, successivamente, ha frequentato il corso di Magistero presso l’istituto d’Arte di Firenze.
La sua attività pittorica è iniziata nel 1962 con una produzione legata allo stile di Renato Guttuso, seguita da una fase influenza dall’arte di Pablo Picasso.
Nel 1964, come insegnante di educazione artistica, si trasferì ad Orgosolo, in Sardegna, non tralasciando, però, la sua grande passione. Sono circa duemila i quadri ad olio realizzati durante questo periodo, oltre ai numerosi murales, tra i quali quelli realizzati per il 25 aprile 1975, in occasione del XXX anniversario della liberazione.
Dal suo rientro in Toscana nel 1985, dopo aver lasciato l’impegno didattico, si è dedicato, con continuità, alla pittura iniziando, anche, ad interessarsi alla scultura ed alla ceramica. Un interesse quest’ultimo che lo vede partecipare, in qualità di insegnante, a progetti educativi all’interno di una cooperativa sociale frequentata da portatori di handicap.
Numerose le personali e collettive alle quali partecipa in Italia, tra le quali ricordiamo quelle ospitate a Nuoro, Reggio Emilia e a Sanremo e all’estero (Grenoble, Mosca). Nonostante l’influenza dei cubisti lo stile dell’artista risulta personalissimo, riuscendo ad estrapolare un’oggettività introspettiva dei soggetti ripresi.
Un’ interiorità, che emerge con forza dalle opere che trattano storie di uomini e di terre.
Una trama sensibile e raffinata, che fa leva su un cromatismo elegante dal tratto sicuro, in grado di mettere in evidenza particolari che la tavolozza di Del Casino riesce a proporre come elementi centrali di lettura.
NESSUNA PIETA’. “Né un martire né un eroe”.“Io non voglio fare né il martire né l’eroe. Credo di essere semplicemente un uomo medio, che ha le sue convinzioni profonde, e che non le baratta per niente al mondo”. Così Antonio Gramsci scriveva al fratello Carlo il 12 Settembre del 1927 in una lettera che dà di Gramsci il profilo di un uomo forte e risoluto la cui eredità è pesante e difficile da amministrare nella vita quotidiana come nell’arte. L’artista che interagisce con l’opera e il pensiero gramsciano lo fa conscio che non è un semplice pittore o scultore ma assurge alla funzione di intellettuale organico. Quindi essere intellettuali senza ‘aura’, consapevoli che non esiste alcuna turris eburnea da cui guardare e capire il reale, e che quindi occorre prendere la responsabilità di scegliere. Così Jacopo Cau si pone in questa mostra come artista sociale modernissimo e nelle sue 27 opere tra sculture, installazioni, disegni e dipinti ci suggerisce mille letture del pensiero e dell’opera di Antonio Gramsci. L’artista analizza Gramsci con gli occhi di chi vive nel 2019 lo rilegge per ritrovarne i pensieri e la testa che li produsse in questo nuovo secolo e lo pone come luce per l’analisi dei fatti storici. E così, la mostra segnata da tre grandi argomenti (fascismo, religione e economia) si caratterizza per modernità nelle forme e nel contenuto con la forza tipica dei giovani che fanno della trasgressione una risorsa. Cau conscio del suo ruolo analizza i fatti storici di ieri (Pratobello) e quelli di oggi (Con la stoppa in cima al forcone) , ripercorre in modo originale i legami familiari con un violino tecnologico ma vuole anche testimoniare il suo ruolo di artista sardo con l’omaggio a Foiso Fois ( il primo murales isolano) e le sue interpretazioni scultoree della testa del rivoluzionario Gramsci (Non si suona, Gramsci Fumatore). L’artista analizzando il pensatore Alerese in questa mostra dà l’opportunità a tutti noi di riflettere sulla storia del novecento con strumenti nuovi sia nella forma che nel contenuto.
JACOPO CAU Nato nel 1997 giovane operatore artistico sardo formatosi e diplomato al Liceo artistico Foiso Fois di Cagliari, partecipa a diverse collettive artistiche sin da giovanissimo su vari temi. Ha esposto a partire dall’età di 15 in collettive importanti. Collabora con la Biblioteca Gramsciana affrontando diverse esperienze nell’’arte civile e sociale’’. Si impegna per l’apertura di un Accademia di belle arti nel capoluogo Sardo. Giorni di apertura 11.05.2019 – 14.07.2019. Lunedì 8,30-12,30 / 15,00-19,00; Mercoledì 8,30-12,30 / 15,00-19,00; Giovedì 15,00-19,00; Sabato 16,00-20,00. Domenica 9,30 / 12,30; 16,00-20,00 Performance con l’artista h. 18,00 – 20,00 Presentazione opera 20,00. Domenica 26 Maggio; Sabato 8 Giugno; Sabato 22 Giugno; Sabato 13 Luglio. Segreteria organizzativa: bibliotecagramsciana@libero.it.