Da diverso tempo l’Amministrazione comunale di Milis, guidata da Sergio Vacca, sta portando avanti una serie di iniziative per la valorizzazione del sito di Cobulas Cuccuru de is Zanas, e proprio oggi 30 luglio, in concomitanza con l’evento “Sa die e sa notte de Cobulas 2019”, verranno illustrati anche i risultati delle ultime ricerche degli scavi archeologici appena conclusi.
Il programma prevede: alle ore 20 una visita guidata del sito, con l’apertura al pubblico degli scavi, dove gli archeologi Pier Giorgio Spanu e Giuseppe Maisola, del Dipartimento di Storia, Scienza dell’Uomo e della Formazione, dell’Università di Sassari, illustreranno i risultati delle ultime ricerche; alle ore 21 un aperitivo a cura delle Associazioni e dei partecipanti; alle 21,30 serata musicale con un concerto del noto blues man Vittorio Pitzalis, vincitore del Festival blues di Rovigo del 2018, che quest’anno ha rappresentato l’Italia al Festival Nazionale del Blues di Menphis, e per lo spettacolo di Cobula de is zanas, eseguirà anche “Jimy James”, la sua ultima incisione discografica. Ad accompagnarlo, il grande percussionista oristanese Antonio Sardu, storico batterista dei Salis & Salis, con numerose collaborazioni con artisti nazionali e internazionali, oltre che ideatore, in collaborazione con il gioielliere Nanni Rocca, del Plettro d’Autore, un premio alla carriera conferito già a dieci protagonisti della musica isolana, ma anche organizzatore di tanti eventi musical culturali, che periodicamente si svolgono a Milis, nella sua antica casa padronale del 1787.
Il sito di Cobulas – Cuccuru de is zanas, è ubicato tra la fascia pedemontana meridionale del Montiferru e il Campidano settentrionale, in prossimità dell’ex strada provinciale n. 15 Milis – Bonarcado, ed è costituito da un grande nuraghe complesso e da un esteso abitato con fasi comprese tra l’età del Bronzo recente (XIV – XII Sec. a.C.) e l’Alto Medioevo (VII Sec. d.C.).
Svariate le campagne archeologiche effettuate tra il 1985 e il 1990 dall’allora Soprintendenza Archeologica per le province di Cagliari e Oristano, l’ultima delle quali conclusasi questi giorni, il cui scopo era quello di studiare le tipologie insediative e la vita quotidiana delle fasi romana e tardo antica, ma anche di approfondire la conoscenza della complessa stratigrafia, a partire da quelli emergenti, per giungere sino al terreno vergine, in modo tale da ricostruire le fasi di sviluppo e abbandono dell’insediamento.
Gian Piero Pinna