Stefano “Cisco” Bellotti torna con dieci canzoni che parlano di muri alzati, porti chiusi, uomini e donne che, con le loro storie, vivono il presente e il futuro di molti. Come un emiliano in America, il cantautore è volato fino in Texas per raccogliere la giusta ispirazione e l’album è nato con il prezioso contributo di Rick del Castillo, musicista e produttore, noto per essere l’autore delle colonne sonore del regista pulp Robert Rodriguez.
Indiani e cowboy è un album pensato in maniera diversa da tutti i miei dischi precedenti. Il viaggio americano vicino a quel confine tanto chiacchierato e discusso è stato fondamentale e decisivo, soprattutto per il contributo di Rick del Castillo che ha preso in mano le canzoni, ripensandole e trasformandole, donando all’album un suono completamente diverso. Il mondo che ci circonda è sempre più diviso in Indiani, che tentano di sopravvivere, e in Cowboy che continuano a non capire, ma io e Rick siamo dalla stessa parte del muro, lo stesso muro voluto dal Presidente Trump, lo stesso muro che ogni giorno divide il Mar Mediterraneo (Cisco).
Indiani e Cowboy: le tracce
Adda venì Baffone
Il brano che apre l’album prende spunto dallo spettacolo teatrale costruito con Carlo Albè e approfondisce un’abitudine tutta italiana di aspettare “l’uomo forte al comando” che risolve i problemi e troppo spesso li peggiora.
Siete tristi
È uno sguardo sulla società moderna. Parla di noi, nella più larga accezione del termine, e affronta il delicato tema dello sbando tecnologico che rende le persone incapaci di coltivare rapporti umani e diretti.
L’erba cattiva
Erba cattiva sono tutte le persone che, per un motivo o per l’altro, non vogliamo più vedere, che non vogliamo incontrare per strada. L’erba cattiva, pur non desiderata, cresce e si espande e alla fine potrebbe avere la meglio.
Guido Rossa
Il brano racconta una triste storia italiana, risalente agli anni di piombo, quando le Brigate Rosse uccisero Guido Rossa, operaio e sindacalista, nella sua fabbrica a Genova. La vicenda è una di quelle ferite che ancora oggi divide e fatica a trovare una giustizia storica.
Don Gallo
Questa è una canzone dedicata al nostro caro amico Don. A livello culturale e mediatico la sua mancanza si sente molto (Cisco).
In questo saluto, che si mischia a un ricordo personale, emerge il ritratto di un uomo pieno di forza e volontà. La sua integrità è stata un esempio per tutti, così come la sua capacità di disobbedire, anche ai propri capi.
Lo sceriffo
È il brano che inizia il lato B del vinile e racconta un pezzo di attualità politica italiana. Parla di quella parte d’Italia che vuole armare tutti, nel nome della paura dell’altro.
Chi sarà mai lo sceriffo?
Non in mio nome
“Non in mio nome” è ormai uno slogan, una frase detta e scritta già in molte occasioni per esprimere il dissenso. In questo brano la sua accezione è diversa, perché a dirla sono tutti quei ragazzi e ragazze, uomini e donne costretti ad abbandonare il Paese dove sono nati e cresciuti in cerca di futuro e lavoro. “Non in mio nome” diventa quindi la rabbia di tutti quegli italiani che, dopo aver studiato e faticato, si scontrano con una realtà che li mette in difficoltà piuttosto che agevolarli, pur pronti a ricostruire un Paese “a nome loro”.
Cowboy e indiani
È una storia personale che parla di padri e figli.
In questo brano ci sono dentro sia il mio rapporto come figlio che perde il proprio padre, a cui ho dedicato la canzone, che in veste di padre con i miei cinque figli. Così racconto di come le storie e i pensieri si tramandino di generazione in generazione (Cisco).
Porto con me
Una storia d’amore finita o che sta per finire. Ci si prende e ci si lascia ma alla fine le cose si portano con sé per il resto della vita.
Bianca
L’unico brano in dialetto di tutto l’album è dedicato all’unica figlia femmina e a tutti i ragazzi che, crescendo, si devono rapportare alla società, scegliendo cosa sia giusto tenere e cosa lasciare per non avere pesi da portare, sperando che abbiano una vita felice e fortunata.
Produzione artistica: Rick del Castillio.
Registrazione e mix: Rick del Castillio.
Etichetta: Cisco Produzioni con Rivertale Productions.
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Grazie a:
Paolo Paggetti della Rivertale Productions, che ha magistralmente unito l’anima emiliana e americana del disco, legando un filo che ha permesso di creare un album con questo carattere.
“Indiani e Cowboy” nasce grazie al sostegno di tutte quelle persone che hanno deciso di sostenere la campagna crowdfunding di Cisco su Becrowdy.com
Stefano “Cisco” Bellotti: la biografia
In una sera fredda e senza nebbia del febbraio ‘92, sale sul palco di un piccolo locale carpigiano, per cantare alcuni brani irlandesi, così per gioco, insieme a una band che non conosceva formatasi solo pochi mesi prima, I Modena City Ramblers!
Da quel momento cambiò tutto e partì un’avventura intensa, importante, con più di un milione di copie vendute, piena di incontri, eventi e concerti indimenticabili insieme ai Van Morrison, Cranberries, Deep Purple, Primus, Manu Chao e gli Ska-p, Pogues, Shane McGowan, Chieftains o Goran Bregovic.
Nel 2006, tra le nebbie e la bassa nasce “La lunga notte”, primo lavoro solista che annovera anche la partecipazione di Don Andrea Gallo. Un album che parla di impegno sociale, del non cedere ai compromessi, della solitudine e dell’umiltà, della fatica e del dolore. Una nuova band, nuovi viaggi (Tanzania, Romania, Treno della memoria), la partecipazione a “Stazioni Lunari” e un vestito musicale diverso, meno stretto e più svolazzante del solito.
Nel 2008 esce “Il Mulo”, un manifesto di quella testardaggine di cui Cisco è sempre andato fiero, la volontà di non seguire le mode, di andare avanti per la propria strada e chi se ne frega se è stretta, tortuosa, in salita. Nel 2009 la magica serata in Piazza San Giovanni, per il concertone del Primo maggio.
Dopo sei album in studio negli ultimi otto anni arriva il momento di incidere “Dal vivo volume I”, che riassume tutta l’attività live dopo l’uscita dai Modena, passando dalle serate in acustico ai concerti con l’intera band, collaborando con Bandabardò, Enzo Avitabile, Orchestra Multietnica di Arezzo e altri ancora.
Tra la fine del 2009 e il 2010, un altro grande momento condiviso con altri due transfughi dei MCR, cioè Cottica e Rubbiani. “40 anni – Storie di Ramblers, innocenza, esperienza”. Nello stesso anno esce “Fatica da coltivare”, con le mondine di Novi, un percorso che si snoda fra i canti di lavoro e le canzoni di Cisco, che scorre in mezzo a sentimenti di lotta, fatica, sudore e resistenza.
Dopo il premio ANPI alla memoria di Renato Fabrizi, arriva la voglia di scrivere “Il gigante”, pezzo inserito poi in un libro illustrato per bambini dai 3 ai 99 anni con i disegni di Andromalis.
“Fuori i secondi” è il titolo del terzo album in studio, voluto, desiderato, con una lavorazione che viene da lontano, con omaggi ad Augusto Daolio, il pittore Ligabue, Jurij Gagarin e Dorando Petri. Un urlo di esortazione che chiama ognuno di noi ad assumersi le proprie responsabilità, è un invito a incrociare i guantoni col destino avverso e metterlo al tappeto. Il 25 giugno del 2012, un altro evento da ricordare, la temporanea reunion coi MCR allo stadio Dall’Ara davanti a migliaia di persone per aiutare l’Emilia falcidiata dal terremoto.
In seguito esce “Oh Belli Ciao. Ecco perché ho lasciato i Modena City Ramblers”, la biografia romanzata, composta assieme all’amico scrittore Carlo Albè. Duecento pagine di racconti e aneddoti, molti dei quali mai svelati, per parlare di un viaggio durato quattordici anni.
Il 2015 è l’anno di “Matrimoni e funerali”, un vero e proprio viaggio all’interno della vita, partendo dalla nascita, fino alla fine dove troviamo la grande mietitrice ad accoglierci, con un brano dal titolo “Cenere alla cenere”. Più recentemente con Giovanni Rubbiani e Alberto Cottica, anima, cuore e materia dei vecchi Ramblers è stato tempo di sedersi, suonare, inventare, tornare indietro nel tempo, quando tutto era spontaneo e meno social, creando un lavoro al titolo evocativo “I Dinosauri”.
Contatti e social
Web: www.ciscovox.it