Nella serata del decorso 16 agosto, personale dell’Ufficio della Polizia di Frontiera Aerea di Cagliari-Elmas, durante un controllo congiunto con militari della Guardia di Finanza, ha tratto in arresto un cittadino straniero di origini nigeriane, poiché trovato in possesso di documenti falsi.
Nella circostanza l’uomo, fermato all’interno dello scalo aeroportuale, esibiva un passaporto ed una patente di guida, entrambi rilasciati dalle autorità britanniche, recanti le generalità di DUNCAN Richie Smith, nato nel 1977 in Tottenham (Regno Unito). Poiché i citati documenti presentavano delle evidenti anomalie, il personale operante procedeva ad un controllo più accurato tramite i sistemi d’indagine in uso alle polizie di frontiera, che confermavano la non genuinità degli stessi. Si procedeva pertanto ad un ulteriore controllo del soggetto e dalla consultazione delle Banche Dati di Polizia, emergeva che lo stesso era stato identificato in altre circostanze, anche con differenti generalità, nonché già tratto in arresto per reati in materia di falso documentale. Al termine degli accertamenti di rito, l’uomo è stato pertanto tratto in arresto per il delitto di possesso e fabbricazione di documenti di identità falsi, ai sensi dell’art. 497 bis C.P.. Su disposizione del magistrato di turno, è stato trattenuto presso gli Uffici della Polizia di Frontiera in attesa del processo per direttissima previsto nella mattinata odierna.
La Polizia di Stato ha denunciato in stato di libertà un 46enne di Quartu Sant’Elena, pregiudicato, per il reato di furto aggravato.
Personale del Commissariato di Quartu Sant’Elena, a seguito di attività info-investigative, scaturite a seguito di un intervento per furto avvenuto nei giorni scorsi presso il bar “Giorgia caffè” sito in quella via Marconi, ha rintracciato il responsabile identificandolo e denunciandolo nella giornata di mercoledì 14 agosto.
L’uomo, dopo essere riuscito ad accedere al locale da una finestra che affaccia sul cortile di un adiacente condominio, si era impossessato del denaro presente nella cassa per un ammontare di circa 350 euro e di un telefono cellulare.
Grazie anche alle immagini del sistema di videosorveglianza del locale, i poliziotti sono riusciti a risalire all’identità dell’uomo che, vistosi scoperto, ha ammesso spontaneamente di avere commesso il reato.